Il Reverendo di Gorro
Don Primo Repetti e Gorro, un binomio inscindibile
E' in occasioni come queste che associo sempre il nome del paese ad una persona, tanto da ritenerlo un binomio inscindibile: il “Reverendo” come si definiva lui, il mitico Don Primo Repetti “Prevosto in Gorro” (Ω Anno Domini 2008). Le sue iniziali “DPR” sono ancora oggi visibili sulla balaustra in ferro battuto, quella posta sul retro della “sua” chiesa.
Per motivi diversi l’ho frequentato per alcuni anni e quando capita di ricordarlo mi esce sempre un sorriso, in particolare quando ripenso alla sua telefonata per invitarmi a fotografarlo, steso a letto, durante la sua degenza in ospedale (il motivo resta ancora oggi un mistero), ma se dovessi riassumere il nostro rapporto non posso che prendere in prestito le parole di Adso da Melk:
“Ripeto ancora oggi a me stesso che la mia scelta fu buona, che feci bene a seguire il mio maestro. Quando alla fine ci separammo, egli mi fece dono delle sue lenti, poi mi disse: Tu hai vissuto in questi giorni mio povero ragazzo, una serie di avvenimenti in cui ogni retta regola sembrava essersi sciolta, ma l'anticristo può nascere dalla stessa pietà, dall'eccessivo amor di Dio o della verità, come l'eretico nasce dal santo e l'indemoniato dal veggente e la verità si manifesta a tratti anche nell'errore del mondo; così che dobbiamo decifrarne i segni, anche là dove ci appaiono oscuri e intessuti di una volontà del tutto intesa al male. Non lo vidi più, nè so che cosa sia accaduto di lui, ma prego sempre che Dio abbia accolto l'anima sua e gli abbia perdonato i molti atti di orgoglio, che la sua fierezza intellettuale gli aveva fatto commettere”.