I versi che seguono sono dedicati ad una curiosa, e sicuramente unica, costruzione in cemento e a forma di nave, eretta negli anni settanta per ospitare una balera: "Dancing La Nave".
Qualche anno fa finì pure su una rivista americana che indicava gli edifici più bizzarri del mondo.
Credo però che la vera curiosità di questa sorta di bastimento vada ricercata nella sua collocazione, infatti le onde non le ha mai viste, tanto meno il Maestrale sentito; è lassù, a Tarsogno, a 850 metri sopra il livello del mare e lontana ben cinquanta chilometri da quello che dovrebbe essere il suo innato regno. A passarci accanto rievoca alla memoria l'Arca ricomparsa dopo il diluvio universale sul Monte Ararat. Una visione inconsueta.
Goffa e derisa
come l'albatro di Baudelaire
sulla tolda del vascello
nave di Tarsogno
arranchi immota
verso la cima del Monte Zuccone
sognando il mare oceano.
Non muscoli di marinai
servono ai tuoi inutili remi
non alisei propizi
per le tue inutili vele.
Il viandante e il villeggiante
ti guardano con un sorriso amaro
e ti pongono nel Cottolengo delle cose;
al tuo cospetto le finestre delle case
di Miramonti, della Breva, del Goreto, del Senato
ogni mattina spalancano le persiane come palpebre
che schiudono occhi senza espressione.
Nave di Tarsogno
basta tristezza
sogna e ne hai il diritto
sogna il diluvio universale
così potrai salpare
e avere rivincita su tutti;
ma se non vuoi tradire il tuo destino
e trasformar in dolcezza tristi sguardi
sogna e accogli a te vicino
Giacomo Leopardi
nella tua sorte fratello, poeta sublime.
Ha collaborato a questo post:
La poesia è veramente molto bella, non lo dico tanto per dire, mi è piaciuta veramente, fai i complimenti all'autore.
quanto alla nave, devo dire che rispetto a tante tristi, grige, quadrate costruzioni inguardabili di quegl' anni è stata quantomeno originale e con un suo fascino. Tutte le volte che ci passo vicino lo sguardo mi ci cade sopra e mi prende una certa nostalgia.
Sarebbe interessante sapere la storia dell'edificio (eufemismo), come è nata l'idea, il progetto, i costi, i problemi costruttivi ecc, ecc.
Infine, dico la mia, si spendono tanti soldi a caxzo, forse varrebbe la pena di restaurarla e farla tornare a "vivere", ...............ma che lo dico a fare, non ci si riesce neanche con il bellissimo (questo s') albergo Roma a Borgotaro, quindi...................però è un peccato.^
Mi permetto, scusandomene con autore e recensore, di riportare qui quanto citato di Baudelaire nella sua poesia L’Albatro. Ripercorrendola potrà risaltarne ulteriormente il senso letterario indirizzato alla famosa nave di Tarsogno. Complimenti.
Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano albatri, grandi uccelli di mare
che seguono, indolenti compagni di viaggio
la nave che scivola sugli amari abissi.
Appena deposti sulla tolda
questi re dell'azzurro, vergognosi e timidi
se ne stanno tristi con la grandi ali bianche penzoloni
come remi ai loro fianchi.
Che buffo e docile l'alato viaggiatore!
Poco prima così bello, com'è comico e brutto
Uno gli stuzzica il becco con la pipa
un altro, zoppicando, scimmiottava l'infermo che volava
il poeta è come quel principe delle nuvole
che snobba la tempesta e se la ride dell'arciere
poi, in esilio sulla terra, tra gli scherni
con le sue ali da gigante non riesce a camminare.
sono di tarsogno e non mi ero mai posta il dilemma se quella nave potesse ispirare poesie e tanto meno attenzione, noi l'abbiamo sempre considerata un "ferrovecchio" e mi fa tanto piacere vederla sotto un'altra luce.....
A quanto vedo, anche voi avete la vostra bella dose di cose originali...complimenti al poeta!
Sarebbe molto interessante conoscere meglio la storia di questo strano edificio! Certo chi l ha pensato doveva essere uno molto estroverso! Cmq non è un edificio da abbattere...anzi fossi del Comune lo ristrutturerei e lo rilancerei con un nuovo utilizzo!
So che la "nave" è attualmente all'asta presso il Tribunale di Parma, di più non saprei aggiungere, se però qualcuno fosse interessato all'acquisto gli chiedo la cortesia di tenermi aggiornato sull'eventuale uso che ne farà...
Io gli tirerei via quel grigiume....ci vedrei bene mille fiori disegnati di varie grandezze e colori! Intorno ce un bel prato, quindi farei un parco pubblico! Al suo interno un bar trattoria....e se ce altro spazio realizzerei una bella sala polivalente....per dare feste, mostre e riunioni di lavoro!
Il rumore delle onde è musica che incanta,
la schiuma bianca ridipinge i dolori,
il mare ed il cielo diventano un unico fondersi di azzurro,
il vento accarezza il viso e la mia anima...non importa da dove, come e quando salperò, l'importante è il viaggio
mettetela a posto
L'ho vista rinata, in questo periodo. Gli hanno rifatto la copertura in isolante e presumo ci rifaranno anche dell'altro:
http://www.franciamichele.it/index.php?option=com_content&view=article&id=50:la-nave
ancora 20 giorni e la vedrai ancora risorgere ulteriormente dal suo grigiore
benissimo! dopo che l'avrà varata la verrà a trovare... sono sicuro che ne trarrà qualche spunto.
Capitano della nave, se riesci dammi delle novità sulla tua nave, foto e altro.
contattami dal mio sito www.franciamichele.it.
Nessuno ha notizie sulla nave di Tarsogno? vedo che è stata ripitturata di bianco... novità in arrrivo?
Complimenti per la poesia, è molto bella! Grazie!
La Nave di Tarsogno venne costruita negli anni Settanta grazie all'idea e al progetto di un noto ingegnere navale ligure e fu chiamata "Segesta".
Prese il nome dall'antica città, fondata dagli Elimi, situata nella parte nord-occidentale della Sicilia, di particolare bellezza il tempio in stile dorico e il teatro, in parte scavato nella roccia della collina.
L'ideatore di tale progetto fu legato alla storia delle navi e in particolare al "Titanic" e "all'Andrea Doria", quest'ultima una nave da passeggeri meglio conosciuta nel mondo dello shipping internazionale con il nome di Italian Line, ed effettuò il suo viaggio inaugurale il 14 gennaio 1953.
La nave poteva portare fino a 1241 passeggeri e, quando venne varata, rappresentava uno dei punti dorgoglio dellItalia, che stava allora cercando di ricostruire la propria reputazione dopo la seconda guerra mondiale. Degna erede dei transatlantici degli anni trenta, la Andrea Doria era la più grande e più veloce nave da passeggeri della flotta italiana di linea ed era considerata anche la più sicura.
Ma il 25 luglio del 1956, in allontanamento dalla costa di Nantucket e diretta a New York, lAndrea Doria si scontrò con la nave svedese Stockholm della Swedish America Line. In quello che fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia.
Sebbene quasi tutti i passeggeri sopravvivessero (morirono 46 passeggeri, per la maggior parte alloggiati nelle cabine investite dalla prua della Stockholm), la nave, con una fiancata completamente squarciata, si coricò su un fianco e affondò dopo 11 ore, la mattina di giovedì 26 luglio 1956, davanti alle coste americane.
La Nave di Tarsogno non fu costruita per ospitare un locale da ballo come erroneamente e spesso viene scritto. Fu adibita a bar, ristorante, pensione e solo successivamente anche a locale da ballo.
Ogni quadro, ogni oggetto, ogni foto racchiusa all'interno della Nave di Tarsogno, negli anni di maggior splendore, sembravano parlare della storia del Titanic e dell'Andrea Doria, ed è come se l'ingegnere navale avesse voluto in qualche modo far rivivere con gioia la storia del Titanic e dell'Andrea Doria, costruendo La Nave su terra ferma al riparo da collisioni, da intemperie e pericoli dell'oceano.
Molti la descrivono come un icona, un simbolo di queste terre dalle quali sono "salpati" migliaia di uomini e donne per l'america o al contrario chi avrebbe voluto salpare ma è rimasto a terra...
In quegli anni arrivavano persone da tutto il mondo a visitare "quest'icona" e davanti ad un thè caldo e biscotti o ad un bel piatto di tagliatelle coi funghi si fermavano a raccontare e a fantasticare sulle storie più strane che tanto mi facevano sorridere, sempre mossi dallo stesso quesito, "Perchè una Nave sui monti"?!
Quante volte riguardando i quadri all'interno della Nave di Tarsogno mi sono chiesta cosa avesse portato a costruire una Nave sui monti ed è anche grazie a quel luogo magico che ho costruito la mia creatività e la mia fantasia.
Probabilmente e sfortunatamente, e mi riferisco al post di "Senatrice" che lo chiama ferro vecchio, non tutti hanno la fortuna e la capacità di sognare, ma il nostro ingegnere navale invece era davvero bravo in questo.
La famosa fotografa contemporanea Cuchi White, ha fotografato la Nave di Tarsogno inserendola accanto ad altre navi ritratte per il mondo che poggiavano non sul mare, ma sulla terra; la Nave di Tarsogno è inserita peraltro tra le abitazioni più particolari del mondo.
Grazie sig.ra "900" per questa descrizione della Nave, te ne siamo grati!!!
Condivido quanto ha detto il mio socio NDM :)
Buongiorno sono la nipote dell'ideatore e primo proprietario della nave di tarsogno.
Se volete maggiori informazioni e verità... contattatemi.
L'ideatore, mio nonno, si chiamava Remo Benvenuto, di Sestri Levante (Ge) e i quadri al suo interno li aveva dipinti mia mamma, Chiara Benvenuto.
Grazie
Ciao, grazie per l'informazione, potresti spiegare la storia completa di questa costruzione?
Terty, prossimamente lo spiegherò, è già da tempo che rimando questo post, ma è ormai inevitabile.
Vorrei sapere la storia vera di questo curioso edificio
Buona sera Vagleck.
La costruzione era nata alla fine degli '60 per ospitare una balera, dopodichè è stata chiusa (anni '80).
Attualmente è in corso di ristrutturazione come abitazione.