Tra i faggi, dove nasce il Ceno

Una passeggiata sul Monte Penna lungo le sorgenti del Ceno
Il Taro e il Ceno sono considerati da sempre “gemelli”, tant’è che ad avvalorare questo detto popolare ci sono pure diverse leggende, tra cui le bellissime dei Maestri bedoniesi Romeo Musa e Giannino Agazzi (in allegato).
I due corsi d’acqua, se pur su versanti diversi, nascono entrambi sul Monte Penna, a quota 1.600 metri, formando a loro volta due differenti vallate, la Valtaro e la Valceno.

Il torrente Ceno incontra nuovamente il “fratello” maggiore nei pressi di Fornovo, dopo aver percorso 63 km e aver bagnato i Comuni di Bedonia, Bardi, Varsi e Varano. Da quel punto il fiume Taro prosegue solo e più energico per altri 53 Km, fino a giungere alla foce del fiume Po, presso Gramignazzo di Sissa.
La prima parte del Ceno è decisamente accidentata e torrentizia, motivi che rendono quel luogo veramente fuori dall’ordinario. È proprio in questo punto che Antonio ha voluto portarmi, in una delle diverse diramazioni che si formano dopo le sorgenti del Ceno.

Lui si è fermato a cercare disperatamente una piccola pianta carnivora nella faggeta, la “Drosera rotundifolia”, io invece non ho resistito al richiamo di quell’acqua cristallina e fragorosa.
Da restarne meravigliati!
Le leggende dei due fiumi Il sito delle Guide Escursionistiche

Foto: lungo le sorgenti del Ceno



3 Commenti
  1. Gian Luca

    La meraviglia del monte Penna e' un qualcosa di magnifico, ogni volta che salgo lassù e' sempre come la prima volta. Conosco i punti dove sgorgano le sorgenti dei due fiumi e sono meravigliosi, danno sempre nuove emozioni. Vorrei essere la'

  2. Maria Pia

    In primavera mi è stato chiesto di proporre qualche meta per la camminata di inizio anno scolastico per i ragazzi dell'istituto superiore "Zappa-Fermi" (IPSIA) di Bedonia. Tra le altre mete, proposi le sorgenti del Taro e del Ceno, certa che non tutti i ragazzi sapessero dove nascono i nostri due principali corsi d'acqua. Così a fine settembre, gli studenti delle prime, con alcuni colleghi e Antonio Mortali (GAE) sono partiti alla scoperta delle acque sorgive dei due "fratelli"... I ragazzi erano soddisfatti, così pure i colleghi, spero anche il bravissimo Antonio. A volte alcune belle scoperte si fanno anche solo "aprendo le porte di casa..."

  3. Dolores

    ..e ritornano i ricordi della fanciullezza, quando di corsa, con la flotta di amici, da Scopolo si percorrevano le scorciatoie per arrivare alla Rocca dei Corvi vicino la Siracula o al ponte di Maria Luigia vicino la Lecca sul Ceno.
    Mentre i più grandicelli si avvicinavano all'acqua più profonda, tuffandosi dalle rocce sporgenti, i più piccoli giocavano coi girini, si divertivano a spaventare le trote e ad acciuffare i gamberi tra la nita.
    Poi tutti a pancia in aria, sui pietroni, in silenzio ascoltavamo lo scorrere impetuoso dell'acqua che si frangeva fra le rocce, in alto, tra le alte fronde vedevamo, nella strada di cielo, le strisce lasciate dagli aerei che sembravano cicatrici e via via si sbiadivano, fino a sparire......
    Mentre i rumori lontani ed ovattati, portavano antichi echi di campanelli......

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