Isola di Pianosa

Giugno 2014

L’isola di Pianosa è una sottile, lunga e solitaria linea in mezzo al Mar Tirreno e finché non ci sei a ridosso non riesci nemmeno a percepirla, il suo punto più alto è infatti di 25 metri e la superficie è di soli 10 km².
Peculiarità che l’hanno resa a metà dell’800 un luogo ideale per costituirci la prima colonia penale agricola italiana. Sotto il piano naturalistico è stata questa la sua salvezza, infatti dal 1996 è stata destinata a Riserva Integrale del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, ovvero: divieto di approdo, navigazione, pesca, immersioni fino ad un miglio dalla costa, mentre l’accesso e la balneazione sono autorizzati solo se accompagnati da guide.
Pianosa è disabitata da quando nel 1997 il carcere è stato chiuso, da allora, oltre ai detenuti, hanno abbandonato l’isola anche le guardie, i loro familiari e i pochi civili che lì vivevano.
Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Guardie Forestali e un paio di civili sono gli abitanti che presidiano attualmente l’isola, oltre ad una ventina di detenuti in regime di semilibertà che si occupano della ristrutturazione di alcuni edifici e della gestione di un ristorante-bar.
Senz’altro buoni propositi, ma in realtà è solo una goccia nel mare, le costruzioni sono tante e tutte di pregevole valore architettonico, ma si stanno sgretolando a vista d’occhio e la sensazione è di vederle svanire presto nel nulla. Un vero peccato perché la composizione di tutti gli edifici è ben curata, piacevole e ricca di spunti architettonici, una scelta attuata nel 1870 dall’allora direttore del carcere Leopoldo Ponticelli, persona innegabilmente lungimirante poiché volle rendere apprezzabile ai detenuti anche l'estetica degli edifici, una valutazione gradevole, almeno alla vista, di un luogo da molti definito "Inferno".
La dismissione del carcere ha lasciato un vuoto enorme, forse incolmabile. Tra quelle vie deserte, tutte intitolate ai caduti per mano di mafia, si mormora che esistono diversi progetti per il recupero di Pianosa, ma dallo Stato nessun cenno, nessun programma fondato o fattibile. Fino ad ora si è concretizzata l’apertura dell’Albergo Milena, una piccola struttura d’accoglienza presso l’abitazione dell’ex Direttore del carcere, e la gestione di tutte le escursioni, sia di mare che di terra, affidata obbligatoriamente alle Guide Naturalistiche.
Una certezza è anche l’Associazione per la difesa dell'Isola di Pianosa, costituita dopo la chiusura del carcere per la volontà di alcuni ex pianosini, il loro intento è quello di conservarne la memora storica, promuovere la rinascita e sensibilizzare la condizione del paese soggetto a frequenti crolli, tetto della chiesa compreso.
Tra loro sono in molti a sperare che l’Ente Parco faccia valere la propria forza per salvaguardare queste stupende ricchezze paesaggistiche e architettoniche, un vero "Paradiso" della nostra tanto amata, quanto strampalata, Italia.