Camogli - Liguria

12 Gennaio 2014 - Camogli / San Rocco

Alle undici e mezzo sono salito in macchina e all’una ero già davanti ad un piatto di Pansotti con le noci e a un bicchiere di Rossese. Nonostante questa vicinanza non ero mai andato a Camogli. A Camöggi, come la chiamiamo anche noi.
Prima d’ora l’avevo solo intravista dall’alto, scorgendo il suo faro e l’arenile, ma scendendo giù tutto cambia. La curva del golfo accompagna subito l’occhio verso la chiesa e quel paio di case strette a lei, quasi a proteggerla dalle mareggiate, che a giudicare dai segni, anzi dalle "sberle" che battono su quella facciata, sono solo da immaginare.
Poi, girandosi, una scala di colori pastello domina il litorale, sono le case di Camogli, altissime e messe lì come se dovessero sorreggersi l’una all’altra, tutte costruite alla stessa maniera, ricordano tante scatole di fiammiferi: "Ma l’appartamento al settimo piano, senza ascensore, costerà anche lui 500.000 Euro?".
Sul lungo mare, tra gallerie d’arte, souvenir e ristoranti, c’era una libreria… sul banchetto dei libri locali, quelli aperti per attirare l’attenzione dei passanti, ce n’era uno che parlava delle origini del nome: Ca' Mogli, dal dialetto genovese "Cà de muggé" (casa delle mogli), derivante dal fatto che gli uomini erano sempre per mare e le donne dominavano il paese dalle finestre, aspettando il ritorno dei propri mariti.