Venezia

Aprile 2010
 
Sono tornato a Venezia.
Che non tornavo in Piazza San Marco era da una gita in seconda media, un paio di anni luce fa. Ho così notato che gli anni passano, le generazioni si susseguono, ma la natura dei bambini non cambia. Mia nipote Camilla mi ha fatto sorridere, ha quasi la stessa età di quando andai io a Venezia, sì perché ho potuto notare che ciò che oggi mi appare kitsch allora era una meraviglia, infatti anche lei era attratta dalla palla di vetro con la neve che cade sulla laguna; dalle gondoline a mò di soprammobile; dal campanile che cambia colore con il tempo; dalla penna con dentro la gondola che galleggia; dagli animaletti in vetro di Murano…
Quello che invece ha colpito me stavolta è stata Venezia di notte. Semplicemente meravigliosa.
Passeggiare lungo i suoi canali, tra i sestieri, fra calli e ponticelli, senza la confusione dei tantissimi turisti, dona un senso di pace e malinconia. A mezzanotte è praticamente deserta. Solo qualche gondola fuoriesce all’improvviso, silenziosa come la coppietta che ha a bordo.
Sì, è malinconica Venezia di notte, misteriosa e affascinante, proprio come una bella donna settecentesca, vestita di raso, imbellettata e dalla parrucca baldanzosa, che ti prende per mano e nel buio ti conduce tra le sue grazie.