Il messaggio nella bottiglia
Durante una riesumazione è stata rinvenuta una bottiglietta di vetro con al suo interno una lettera
Il 12 febbraio 1922 decedeva Giuseppe Bracchi detto “Biundöu”, nato a Borgotaro il 29 agosto 1855, di professione “mediatore” e padre di diciotto figli.
Mercoledì scorso, causa lavori cimiteriali nel cimitero di Borgotaro, è stata riesumata la salma e all’apertura la scoperta di una bottiglietta in vetro della “Carlo Erba”. Al suo interno un foglietto giallo arrotolato, reso, purtroppo, illeggibile dal tempo.
È però risaputo che la moglie, Luigia Stefanini (1855-1928), facesse uso di quello sciroppo, si desume quindi che sia stata lei a collocarla accanto all’amato marito.
Cosa ci potrebbe essere stato scritto su quel foglietto: la promessa e l’assicurazione che avrebbe provveduto a mantenere unita la loro grande famiglia? La speranza e la certezza che si sarebbero ricongiunti in cielo? Oppure un sentimento che per timidezza o pudore non aveva mai avuto il coraggio di esprimere in vita?
Non possiamo saperlo e mai si scoprirà. E' giusto così, anche se passato un secolo. Magari era proprio un desiderio voluto, quello che nessuno potesse mai leggere quel suo ultimo e segreto messaggio d’amore.
Lasciatemi credere che siano state solo parole d'amore, i loro visi non sanno mentire.
Le parole che non ti ho detto
Wow come mi piacciono questi messaggi dal passato!!!! di qualsiasi natura siano secondo me trasmettono sensazioni, vibrazioni, stati d'animo... una fotografia in 3 dimensioni di un momento di tanto tempo fa..... mi piace immaginare la tenerezza della moglie che posa la boccetta accanto al marito... chissà... una tenerezza, un lasciare una parte di sé...
Accidenti che bella scoperta.. mi fa pensare alla storia di un film che avevo visto dove si ritrovava un messaggio in una bottiglia poi finito in mano a un giornalista.. e da lì si costruiva una storia d'amore..
Perchè lettera d'amore, non poteva stramaledirlo??
Una bella storia con latmosfera dei tempi andati. Ci vuole percettività per afferrare le lettere di altri, trovarci il simbolo per farle nostre. Sai cosa ti dico? per fortuna che abbiamo ancora queste piccole sfaccettature altrimenti la vita quotidiana sarebbe solo attorniata di tristezza
Sbaglio o la signora Luigia assomiglia un po' alla Elena Bracchi Cavalli? Ha la stessa bocca. Mi è solo sembrato di intravvedere una vaga somiglianza o anche altri hanno avuto questa mia intuizione?
Penso che il fulcro di tutta questa storia, che può essere solo di amore e dedizione, siano i diciotto figli che hanno generato. Sto pensando all'immenso coraggio di questa coppia ed alle problematiche di ogni sorta che uno stuolo così numeroso di bimbi possa aver procurato.
Si dice, anzi si diceva, che i figli fossero gioia e vita ma se penso al travaglio che deve aver vissuto questa madre, la mia mente fibrilla e perde la connessione.
Avrebbe senz'altro meritato di essere santificata senza alcun bisogno delle testimonianze miracolistiche la Chiesa richiede. Che avrebbe potuto fare di più ?
Ecco perchè ritengo che in quel biglietto, ormai disciolto in cent'anni di sepoltura, non potesse racchiudere che un condensato di amore.
... queste storie fanno bene al cuore e alla mente, specialmente in un momento come questo, dove non si ha più rispetto della propria donna o del proprio uomo.
Donare un messaggio al proprio caro che lo accompagni per l'eternità, ritengo sia un gesto di grande nobiltà.
Il foglietto era un messaggio per incontrarsi un giorno, fuori dal tempo, tra una stella e l'altra, uniti, questa volta, davvero per sempre.
La penso anch'io come la maggior parte di voi: era un messaggio d'amore che gli tenesse compagnia lungo il viaggio. Il suo sguardo è triste, o forse solo stanco di una vita di fatica.
Forse ha scritto quello che a voce forse non è mai riuscita a dire.... forse