Sono balzati fuori improvvisamente
Tra loro c'era il capo indiano, riconoscibile dal lungo copricapo, gli altri erano guerrieri con una sola penna e l'arco teso. Dopo averli fatti passare uno ad uno, di mano in mano, ho 'srotolato' il tempo.
Sono cresciuto con l'idea che l'indiano fosse il cattivo e il soldato solo una vittima di questi "selvaggi". Hollywood è stato davvero geniale! Ricordo quando li disponevo a cerchio per trarre in imboscata i Cavalleggeri americani. E' così che li facevo 'vivere': sempre sulla difensiva, alzando barriere, armandoli di archi e frecce. L'angoscia di finire tra le grinfie dei soldati era ben visibile sugli sguardi e negli atteggiamenti. Le speranze si erano affievolite, i desideri bruciati insieme alle loro tende e le aspirazioni finite nella polvere della prateria.
Le buone intenzioni dei vari Generali Custer, nonostante si fossero seduti più volte attorno al falò e con il calumet della pace tra le mani, non avevano mai dato risultati affidabili, i "visi pallidi" finivano sempre per non mantenere quei solenni giuramenti.
Credo sia questo il motivo che li spinge ancora oggi ad essere diffidenti del futuro. Se dovessi riprendere in mano quei 'soldatini' sono certo che ora giocherei in modo diverso.
Sai che gli alberi parlano? Si, parlano tra di loro, e a te, se li ascolti. Ma gli uomini bianchi non ascoltano. Non hanno mai voluto ascoltare le nostre parole indiane, e temo che non ascolteranno neanche le altre parole della natura. Io stesso ho imparato molto dagli alberi: a volte li ho sentiti parlare del tempo, degli animali, altre del grande spirito. Tatanga Mani, Stoney Non abbiamo ereditato la terra dai nostri genitori ma l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli. Sapienze Indiane