Un viaggio trionfale

Nel 1936 venne realizzata e poi recapita a Piacenza una statua della Madonna di San Marco, un episodio tanto curioso quanto storico
Quello che seguirà è un episodio sconosciuto ai più. Accadde ottantasette anni fa, per la precisone domenica 3 maggio 1936. Si tratta di un "vuoto popolare" davvero curioso, poiché riguarda la statua della Madonna di San Marco, la Sacra Effigie nel tempo molto venerata dai credenti delle valli del Taro e del Ceno: "Quando si parlò di regalare al grandioso Tempio del Corpus Domini, che superbo s'innalza lungo la Farnesiana, una statua, riproduzione della nostra Madonna di San Marco, Madre della Consolazione, un'onda di giubilo invase tutti noi", così l'"Araldo" dell'epoca.
 
Per il trasferimento della statua lignea da Bedonia a Piacenza, venne organizzato un vero e proprio corteo trionfale, tanto da considerarlo eccezionale, sia per l'impeccabile preparazione organizzativa, che per le diverse centinaia di fedeli confluiti ad ogni sua tappa. Oggi, una simile acclamazione potrebbe essere paragonata, senza esagerare, al clamore che otterrebbe una visita papale.
 
La vicenda è narrata dettagliatamente su "L'Araldo della Madonna di San Marco" del giugno 1936: circostanza descritta con dovizia, in ogni minimo particolare, come una sorta di "bollettino di viaggio", e a cui vengono dedicate ben 15 pagine e 41 fotografie (vedi in allegato).
 
Su un autocarro, messo a disposizione dalla Ditta Quinto Chiappari ed appositamente allestito, venne collocata la statua della nostra Madonna, in un tripudio di fiori, festoni e illuminazione "a batteria"; il tutto creato e sistemato con "senso artistico e devoto" dal sig. Giovita Salini.
 
Il resto del corteo era formato da due torpedoni, tra cui la nuovissima aerodinamica della Ditta Carpani, su cui presero posto alcuni seminaristi, il rettore don Mario Pagani, il vice-rettore di Piacenza don Vittorio Parmigiani e i professori don Silvio Ferrari, don Pietro Delchiappo e don Luigi Filiberti; poi la "Balilla" concessa dall'on. Primo Lagasi, con a bordo i professori Finati e Cavanna; infine, la vettura del sig. Parmigiani di Tarsogno, su cui presero posto le autorità: il vescovo Ersilio Menzani, l'arciprete mons. Paolo Checchi, il podestà Lino Carpani e il segretario politico Livio Raggi.
 
"Mancano cinque minuti alle 14, quando tutte le auto, allineate in bell'ordine lungo Via Garibaldi, rombano ed attendono la partenza. Finalmente, alle 14 precise, l'imponente corteo di automobili si muove tra gli applausi e le acclamazioni di... ‘Evviva Maria!'. È un istante che non si cancellerà mai più dalla storia di Bedonia!".
 
Il percorso si sviluppò -e "L'Araldo" dedica una nota descrittiva ad ogni sosta- attraverso le seguenti località: per prima Isola di Compiano e poi Barbigarezza, Pieve di Campi, Bertorella bivio per Campi, bivio di Albareto, Borgotaro, Pontolo, bivio per Baselica, Roccamurata, bivio per Branzone e San Martino a Valmozzola, bivio per Belforte, Gorro e Bergotto, Rocca Prebalza, Lozzola, Berceto: "Le auto ora si lanciano veloci per la strada nazionale della Cisa, strada resa impareggiabile dal Governo Fascista"; per poi scendere verso Piantonia, Fornovo, Collecchio, Pontetaro, Duomo di Fidenza, Salsomaggiore e Scipione, Castelnuovo Fogliani, Alseno, Fiorenzuola, Roveleto di Cadeo, per giungere finalmente a Piacenza alle 22.10.
 
Per non togliere curiosità al testo ufficiale dell'epoca, mi limiterò a questa breve premessa riassuntiva. Invito pertanto gli interessati a leggere l'intero documento (qui allegato in PDF), da cui si coglie un vero e proprio giubilo verso una tale iniziativa mariana, oltre a un'attenta descrizione di quella giornata ed ai riferimenti "indispensabili e dovuti", considerato che ci troviamo in pieno "Ventennio".  Leggendo, si può infatti notare, proprio per dare risalto al testo e quindi all'evento, una ridondanza di aggettivi e un generoso uso di superlativi, così tanto da ricordare la voce narrante dei cine-giornali dell'Istituto Luce, il potente strumento della propaganda di regime.
 
In chiusura, mi è d'obbligo segnalare che ad aver riportato alla luce questa curiosa celebrazione religiosa è stato il dott. Flavio Armani, a cui vanno i complimenti per averla "scovata" e, nel contempo, anche a Stefano Orsi per l'elaborazione grafica delle rare fotografie, dandoci così la possibilità di riviverla nel migliore dei modi.

Hanno collaborato a questo post:

PDF: le pagine dell'Araldo

Le rare immagini scattate durante il corteo



3 Commenti
  1. Adriana Boselli

    Nel 1946 , don Giuseppe Boselli , ha fatto collocare una copia della Madonna di San Marco nell'oratorio di Macerato (Comune di COLI - Piacenza) realizzata a sue spese dagli artigiani di Ortisei

  2. Giacomino Gandi

    Avevo già letto e visto il “viaggio” perché anticipato da Stefano. È senz'altro un evento straordinario per i tempi e forse anche per oggi, visto il traffico caotico e le nostre strade ci vorrebbe più tempo. Chi lo sa... I nostri vecchi lo hanno dimostrato in più occasioni di avere il senso di fare le cose "ben fatte", soprattutto con i pochi mezzi che avevano a disposizione. Bravi!!

    Una nota da osservare, sempre in merito alla nostra cara Madre della Consolazione, è che è rappresentata con la sua effige in molte chiese (forse in tutte, anche attraverso un quadro,) della Valtaro e Valceno ma anche in quella di Patigno di Zeri, un luogo, se non ricordo male, dove andava spesso Don Costa accompagnato da Flavio (chiedi anche a lui).

    Ci sarebbero tante altre storie da raccontare, ma i tempi sono cambiati, così come la fede e per le generazioni future (forse già anche nella nostra) tutti questi aneddoti saranno come nebbia… peccato. Confidiamo comunque e sempre di avere la protezione materna della nostra carissima Madonna di San Marco.

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