Tutta colpa del paradiso

Per non dimenticare Francesco Nuti, uno dei protagonisti dei giorni più belli, sia suoi che miei
C'erano ancora i VHS e sono cresciuto attraverso i suoi film. Per tutti gli anni ’80 mi sono rimpinzato, oltre che di Verdone, Troisi, Benigni e Salvatores, anche di Nuti. È stata una persona a cui sono sempre stato affezionato, forse perché aveva gli stessi identici capelli dei miei vent’anni, ma non solo: anche caratterialmente, giudicandolo dalla regia dei suoi film, avevamo qualcosa in comune. Le bellissime storie che raccontava le sentivo anche un po’ mie. Forse è anche per questo che stasera sono qui a parlare di lui, in fondo è stato un pezzo della mia spensieratezza.

Se mi sentisse Arturo Curà, ad assolvere cinematograficamente Francesco Nuti, probabilmente mi affibbierebbe una sfilza di "nomi", anzi mi sembra anche di sentirlo esclamare un “Ohibò!”, accostato ad un vigoroso sbuffo di sigaretta - ma, come gli ribattevo sempre: “I film belli sono anche quelli che ti restano dentro e che rivedresti mille volte”.

A quel tempo le visioni dei film con gli amici erano condivise nel mio solaio, la stanza dei giorni più belli: divani, televisore, lettore di videocassette e angolo bar. Nello stesso periodo, anche mia nipote Barbara fu da me avviata alla bellezza del cinema italiano… e così, con Tutta colpa del paradiso, arrivammo a logorare il nastro. E ancora oggi, quando mi capita di sentire la canzone Lovelorn man, colonna sonora di quel film, mi sale un nodo alla gola.

Allora c’era anche la passione condivisa per il biliardo, una sorta di momento magico che disegnava un po’ la vita di ogni paese: noi al tavolo verde del bar Mellini, lui attraverso film come Io, Chiara e lo Scuro, Casablanca Casablanca e Il signor Quindicipalle. Altri tre film che porto dentro, oltre a Tutta colpa del Paradiso, sono Caruso Pascoski di padre polacco, Stregati e Willy Signori e vengo da lontano. Da lì tutti i film a memoria.

Vennero poi gli anni del declino, prima cinematografico e poi umano. Qualche anno fa, durante una trasmissione televisiva, mi sembra al “Maurizio Costanzo Show”, feci conoscenza della figlia Ginevra, e da allora la seguii sui social, anche per avere notizie sulle condizioni dell’attore, poiché non si sottraeva al dolore -e tanto meno al pudore- che circondavano le tristi vicende accadute al padre. Anche per questo suo modo di affrontare la vita, la ritenni fin da subito, nonostante la giovanissima età, una ragazza “con la testa sul collo”: “Adesso che sono maggiorenne ho chiesto di essere l’unica tutrice di mio padre, perché penso che nessuno meglio di me possa prendersi cura di lui”. Sicuramente questa è stata la sua più grande risorsa del lungo e oscuro periodo terminato poi oggi.

La notizia della sua scomparsa è rimasta un po' nell'ombra per tutta la giornata, i riflettori sono rimasti accesi su Silvio Berlusconi, e una frase che ho letto questa sera, scritta su Facebook dal mio amico Fabio, è stata particolarmente drastica, ma “calzante”: “Dopo tanta sfortuna nella vita, se n’è pure andato nel giorno sbagliato”

Lovelorn man



12 Commenti
  1. Barbara Cavalli

    Ciò che colpisce di Francesco Nuti è proprio il suo triste destino. Un’altra cosa che non capisco è perché i suoi film non vengano mai trasmessi, veramente un peccato. Ieri, al telegiornale, gli hanno dedicato 2 minuti, anche questo un grande peccato. Rimarrà nei ricordi di chi lo ha amato…

  2. ISA

    Quanto mi piaceva "tutta colpa del paradiso"!... e mi piace ancora... lo guardo ogni volta che lo passano...eh sì... anche il giorno per morire gli è capitato male... se ne è andato nell'ombra e nel silenzio... ma il suo sguardo mi strapperà sempre un sorriso

  3. Fabio Corti

    Avrei potuto scriverlo io questi ricordi, magari non così bene, ma ho vissuto lo stesso percorso di emozioni, conosco a memoria almeno cento battute dei suoi film...Caruso, si babbo, strappale le mutande!!! Credo sia la migliore!
    Un genio, umorismo sottile!
    Gli auguro che almeno da morto gli venga riconosciuto il suo talento, e magari qualche passaggio in più dei suoi film.
    Recentemente ho rivisto Stregati, ragazzi che storia nella Genova di notte!
    Grazie

  4. Micol

    Mi dispiace tantissimo di questa notizia e mi secca ancor di più che sia morto con Silvio Berlusconi. Non c’è giustizia divina. Un bravo regista e un bravo attore, ha lasciato film indimenticabili e allegri, malinconici ma dolcissimi, un po' come la vita. Non ti dimenticheremo come abbiamo fatto in tanti.

  5. Sonia Carini

    Vero, gli hanno scippato la scena. Capisco la notorietà e l'autorevolezza di Silvio Berlusconi ma nessun canale (a nessuna ora) si è degnato di programmare un suo film, tuttavia i suoi titoli sono ancora oggi piacevoli e apprezzati da un ampio pubblico. Si sarebbe chiamato riconoscimento, accostato al rispetto artistico e invece: madonna che silenzio c’è stasera!

  6. Marino

    Ottavina a sette sponde, ottavina reale, grande

  7. Claudio Bertani

    I Giancattivi li ho avuti ospiti alla mia prima discoteca della Valtaro lo Snoopy Club. Ricordo di aver cenato con loro allo Scozzese. Mangiammo i tortelli di erbette. Non li conoscevano e li gustarono molto.
    La loro esibizione fu straordinaria. Ricordo che li pagai 300.000 lire. Una cifra abbastanza alta a quei tempi. L’ingresso era 1.000 lire. Allora erano quasi sconosciuti ma poi singolarmente si rivelarono dei grandi.
    Ciao Francesco. Fai buon viaggio

  8. Ornella

    Ho adorato i suoi film e in particolar modo porto nel cuore Stregati girato nella mia Genova. E fai buon viaggio, sappiamo che sei in buona compagnia.

  9. Andrei a Filotto

    Di stecche da biliardo ce ne sono di due tipi: di legno e di alluminio. lo preferisco l'alluminio. Oddio, la stecca di legno ha più cuore, più anima, è più passionale,
    sanguigna. Infatti quando colpisci la palla con la stecca di legno senti che fa: "Toc". Si sente che è un "toc" più "toc", capito? Mentre la stecca di alluminio sta lì, è più fredda, non ti da troppa confidenza. Sta lì e ti guarda ma soprattutto pensa: "vediamo questo cchè fa!". Però se riesci a conquistarla non ti molla più. Per spiegarti meglio: la stecca di legno ha il suo cuore, mentre quella di alluminio vuole che il cuore ce lo metta te.

    Francesco Nuti, un genio.

    Dal film "Io Chiara e lo Scuro"

  10. Nicola Cattaneo

    Ai tempi di Non Stop e La Sberla i Giancattivi erano una cosa favolosa, Nuti ha azzeccato e ha poi sbagliato film con grande continuità... la storia con Carol Alt poi "scappata" con Troisi anche lui mancato molto presto, lo ha sconvolto forse, e in parte demolito... anche per la rivalità con l'altro... una vicenda umana davvero triste, però di lui resta davvero, nonostante le ultime sue cose abbiano innumerevoli anni, un ricordo davvero vivo e divertito di chi come me di anni ne ha ormai davvero più di 33... (cosi facciamo gli auguri anche a un altro mito di quei tempi... Francesco Guccini che ha festeggiato il compleanno pochi giorni fa...) e ancora oggi infatti quando ne parlo o vedo qualcosa di lui, di Benvenuti e di Athina Cenci, non so perchè ma sorrido dentro... grazie

  11. Mati

    Film bellissimo sempre ricordato da papà. Mi sarei aspettata di vederlo su qualche rete televisiva per rispetto dei fans di Nuti e per chi come me non ha avuto la fortuna di guardarlo al cinema.

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