Vajont: una faccenda all'italiana
Il disastro del Vajont si verificò la sera del 9 ottobre 1963. Una frana dolosa precipitò dal Monte Toc nelle acque della diga sottostante
Nessuno sapeva cos’era e che c’era quel programma: un documentario di Quark, un film drammatico o un dramma teatrale? Solo dopo avrei saputo che era Marco Paolini e solo dopo mi resi conto della vera catastrofe che era accaduta il 9 ottobre 1963, fino ad allora la conoscevo come il crollo del diga del Vajont, nulla di più, in fondo non ero nemmeno nato.
Ricordo bene quella sera, ascoltavo parole chiare, dirette, senza fronzoli. Accuse, scuse, suggestioni, tutto in diretta. Da quel teatro naturale che era la diga, tutta illuminata di blu, senza tante scenografie, solo con una lavagna nera che riportava date, numeri e schizzi, tutto scritto a chiare lettere con il gesso, come per non farti perdere nulla, per far comprendere a tutti quali erano le vere responsabilità legate a quei 1910 morti.
Per oltre due ore e mezzo, fino alle 22.39, ora di quel disastro, sono rimasto seduto su quel divano, ancora con le braghe in mano e gli occhi fissi al teleschermo. Sbalordito e commosso, sia dalla potenza rituale di quell’attore, sia da quella “verità”, tutta italiana, offuscata sino a quel momento.
Ancora oggi, ogni qualvolta rivedo il DVD, come stasera, mi viene la pelle d’oca e mi sale rabbia...
...in silenzio ascolto...solo dopo mi accorgo che ho trattenuto il respiro...
mi era piaciuta questa pacata denuncia o meglio questo ulteriore tentativo di far chiarezza nei troppi misteri italiani e mi piace che si continui a parlarne anche attraverso la rete, per mezzo di questa nuova voce quanto libera che sono i blogs.
Me la ricordo benissimo, un grande momento (uno dei pochi) di televisione, Paolini superlativo quella sera, fantastico, non fosse per la tragedia che stava raccontando. Devo dire che mi ero accorto che stava raccontando di una tragedia appunto, dopo molto tempo perchè era anche di una comicità unica, incredibile ma vero,............... da vedere e rivedere.
Grazie per averlo riproposto.
Paolini io l'ho scoperto 4 anni fa quando per caso durante un weekend dolomitico ho avuto la possibilità di recarmi sul Vajont e quindi Longarone e dintorni,,,maestoso e allo stesso tempo straziante..solenne sotto certi punti di vista poichè erano trascorsi esattamente 40 anni,,inutile dire che di sera ho fatto una full immersion sia di Paolini sia del film che era appena uscito,,,certo che poi se ti addentri meglio al pensiero del suddetto e analizzi le varie catastrofi naturali(o forse no,,)italiane si puà perdere un attimo e riflettere..alcuni numeri che ho sottomano:terremoto del Belice(agrigento)1968-500 morti 100 mila senza tetto, stanziati 6 miliardi di euro per la ricostruzione.non ancora completata!!!!!!!!Irpinia 1980-2735 morti 45 mila senza tetto.stanziati 35 miliardi di euro,la maggior parte finiti nella mani della camorra!!!!!!san giuliano 2002 30 morti di cui 27 bambini 3 mila sfollati stanziati 300 milioni di euro...la ricostruzione è completa ma TUTTI GLI IMPUTATI PER QUESTA TRAGEDIA SONO STATI ASSOLTIIIIIIII.
chi sarà colpito la prossima volta?...forse dovremo essere un po' tutti come Paolini...
Dicavi......hai ragione, ma non esageriamo a piangerci sempre addosso in Italia eh, succedono queste cose dappertutto nel mondo, treni che deragliano ogni 3x2 in Germania o in G.B., ponti che crollano in America, piuttosto che a Tokio dopo un terremoto (paese più sismico del mondo, all'avanguardia nelle tecnologia antisismiche ) .............suvvia eh, tutto il mondo è paese. Con questo non voglio certo giustificare inadempienze di uni o altri, sia chiaro, però credo sia ora di smetterla di dire......... "queste cose succedono solo in Italia"..........., non è vero.
Sciascia diceva: 'Il nostro è un paese senza memoria e verità, ed è per questo che cerco di non dimenticare'.
Un pezzo di una forza straordinaria ed io non lo conoscevo! E' strabiliante come riescano a coniugarsi leggerezza e dramma in esso, ottimo Paolini. Grazie, per averlo postato e avermi dato, in questo modo, occasione di conoscerlo.V.
NEMMENO IO NON SAPEVO CHI ERA PAOLINI E TANTO MENO SAPEVO CHE ERA CROLLATA UNA DIGA FACENDO 2000 MORTI....... PERO' ORA LO SO!
PER FIASCOTTI
VIII Commissione - Resoconto di marted' 27 luglio 2004
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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
Marted' 27 luglio 2004. - Presidenza del presidente Pietro ARMANI.
La seduta comincia alle 10.05.
Sul calendario dei lavori della Commissione.
Pietro ARMANI, presidente, comunica che, a seguito della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 21 luglio 2004, è stato predisposto il seguente calendario dei lavori della Commissione per il periodo dal 26 al 31 luglio 2004:
CALENDARIO DEI LAVORI PER IL PERIODO DAL 26 AL 31 LUGLIO 2004
Marted' 27 luglio 2004.
Atti del Governo:
Proposta di ripartizione dei fondi di cui alla legge n. 350 del 2003, per la prosecuzione degli interventi di ricostruzione nelle zone della Valle del Belice colpite dal sisma del 1968 (esame atto n. 398 - rel. Germanà).
Commissioni riunite VIII e IX
Sede referente:
Disposizioni per la prevenzione e la lotta all'inquinamento luminoso (seguito esame testo unificato C. 697 Calzolaio, C. 1831 Vendola, C. 1906 Cossa, C. 2231 Zanella e C. 2403 Lupi - Rel. per la VIII Commissione: Dell'Anna; Rel. per la X Commissione: Cialente).
Commissioni riunite VIII e IX
Atti del Governo:
Schema di decreto legislativo concernente il recepimento della direttiva 2002/30/CE in materia di contenimento del rumore negli aeroporti della Comunità (esame atto n. 394 - Rel. per la VIII Commissione: Paroli; Rel. per la IX Commissione: Ferro).
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Mercoled' 28 luglio 2004.
Commissioni riunite VIII e IX
Atti del Governo:
Schema di decreto legislativo concernente il recepimento della direttiva 2002/30/CE in materia di contenimento del rumore negli aeroporti della Comunità (seguito esame atto n. 394 - Rel. per la VIII Commissione: Paroli; Rel. per la IX Commissione: Ferro).
Atti del Governo:
Proposta di ripartizione dei fondi di cui alla legge n. 350 del 2003, per la prosecuzione degli interventi di ricostruzione nelle zone della Valle del Belice colpite dal sisma del 1968 (seguito esame atto n. 398 - Rel. Germanà).
Proposta di ripartizione dei fondi di cui alla legge n. 350 del 2003, per la prosecuzione degli interventi di ricostruzione nelle zone della Valle del Belice colpite dal sisma del 1968.
Atto n. 398.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame.
Basilio GERMAN¿ (FI), relatore, intende preliminarmente sottolineare che la previsione di nuovi stanziamenti in favore della Valle del Belice, a circa quaranta anni di distanza dal sisma, non deve affatto meravigliare l'opinione pubblica, considerato ad esempio che, per danni simili a quelli occorsi in occasione del terremoto del Friuli nel 1976, le zone della Sicilia orientale interessate dagli eventi calamitosi del 1968 hanno ricevuto un terzo dei finanziamenti destinati alle province friulane colpite. Pertanto, pure a fronte di ritardi e sprechi nell'opera di ricostruzione del Belice, che certamente non possono essere negati, occorre tuttavia riconoscere che i comuni delle zone interessate hanno il diritto di ricevere ulteriori finanziamenti, necessari al completamento dell'attività di recupero avviata sin dalla fine degli anni '60.
Passando al provvedimento all'esame della Commissione, ricorda quindi che l'articolo 7-bis del recente decreto-legge n. 80 del 2004, convertito dalla legge n. 140 del 2004, ha previsto l'abolizione della Commissione parlamentare per il parere al Governo sulla destinazione dei fondi per la ricostruzione del Belice, che in base alla legislazione vigente era competente ad esprimersi sulle proposte di ripartizione dei fondi destinati alle zone della Valle del Belice colpite dal sisma del 1968. Contestualmente, il citato articolo
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7-bis ha previsto che il predetto parere sia ora reso dalle Commissioni parlamentari competenti per materia.
Nel rilevare la sostanziale inutilità della Commissione bicamerale istituita sino alla scorsa legislatura, osserva che, proprio in ragione dell'innovazione normativa nel frattempo intervenuta, è stata quindi assegnata alla VIII Commissione la proposta, trasmessa al Parlamento in data 22 luglio 2004, per la ripartizione dei fondi destinati alla prosecuzione degli interventi di ricostruzione del Belice, di cui all'articolo 4, comma 87, della legge n. 350 del 2003 (legge finanziaria 2004).
Segnala in proposito che la citata disposizione della legge finanziaria 2004 ha autorizzato, per gli interventi di completamento delle opere nei comuni interessati dal sisma del 1968, un limite di impegno quindicennale di 5 milioni di euro a decorrere dal 2004. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha quindi predisposto, in attuazione di tale disposizione, il piano di riparto in esame, che è il frutto di una proposta elaborata dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche di Palermo d'intesa con i sindaci dei comuni interessati, i quali hanno unanimemente concordato sulle percentuali di finanziamento spettanti ad ogni ente coinvolto, come emerge peraltro dal verbale della conferenza di servizio svoltasi nel gennaio 2004, allegato alla documentazione trasmessa alle Camere da parte del Governo. La proposta di destinazione dei fondi prevede pertanto che il netto ricavo che deriverà dalla contrazione dei mutui, discendenti dal limite di impegno quindicennale di cui alla citata legge n. 350 del 2004, sia ripartito tra i comuni della Valle del Belice colpiti dal sisma del 1968, nelle misure percentuali indicate a seguito dell'intesa raggiunta in sede di conferenza di servizi. In tale riparto, si passa da una percentuale minima dell'1%, pari a 50.000 euro, da attribuire al comune di Campofiorito, ad una percentuale massima dell'11,5%, pari a 575.000 euro, riconosciuta ai comuni di Menfi, Partanna e Salemi.
In conclusione, nel formulare un orientamento sostanzialmente positivo sul documento presentato dal Governo, anche alla luce del pieno accordo che risulta essere stato raggiunto tra i comuni interessati in ordine alla ripartizione dei fondi, propone di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.
Giuseppe LUMIA (DS-U) sottolinea che la vicenda della ricostruzione delle zone della Valle del Belice colpite dal sisma del 1968 è condizionata da due vizi di fondo: per un verso, infatti, vi è la constatazione di un classe dirigente siciliana che, nel passato, non sempre si è dimostrata all'altezza di affrontare l'opera di ricostruzione con il dovuto rigore progettuale e con la necessaria serietà politica; per altro verso, va sottolineato come si continui ad alimentare, da parte di alcuni settori dell'opinione pubblica, l'immagine di una Sicilia legata al 'luogo comune' dello spreco di risorse pubbliche e dell'assistenzialismo, senza voler prendere atto che i finanziamenti ricevuti dalle zone del Belice colpite dal sisma sono nettamente inferiori rispetto agli stanziamenti destinati, ad esempio, ad altre aree del Paese interessate da eventi calamitosi, quali il Friuli o l'Irpinia.
Nel prendere atto delle considerazioni svolte dal relatore in ordine alla Commissione bicamerale per il parere al Governo sulla destinazione dei fondi per la ricostruzione del Belice, intende comunque rilevare come tale Commissione abbia giocato un ruolo importante a livello parlamentare, effettuando stime rigorose sull'entità delle risorse necessarie al completamento dei lavori, denunciando le inadempienze riscontrate e formulando precise previsioni circa i tempi di chiusura dell'opera di ricostruzione.
Osserva infine che, proprio sulla base delle stime esistenti, occorrono ancora 800 milioni di euro per completare l'opera di ricostruzione del Belice; a fronte di tali esigenze, bisogna invece prendere atto che la legge finanziaria 2004 ha stanziato soltanto 55 milioni di euro circa e che i fondi previsti dalla legge finanziaria 2002
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sono mai stati erogati in favore dei comuni interessati. Valutando comunque positivamente che, pur a fronte delle limitate risorse, tra i comuni della Valle del Belice sia stata raggiunta un'intesa sulla proposta di ripartizione dei fondi, preannuncia l'orientamento favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.
Basilio GERMAN¿ (FI), relatore, nel riconoscere come il significativo lasso di tempo trascorso dall'evento sismico del 1968 abbia ormai creato rilevanti problemi operativi per la stessa individuazione dei beneficiari degli interventi di ricostruzione, intende altres' sottolineare che in passato i finanziamenti stanziati sono stati di frequente 'stornati' dal fondo per il Belice, per incrementare altri capitoli di bilancio, destinati probabilmente a spese meno urgenti. Ritiene infine che vada giudicato positivamente l'impegno, preannunciato dai sindaci dell'area del Belice a margine dell'intesa raggiunta sulla proposta in esame, nel senso di valutare in futuro l'opportunità di una modifica dei criteri di riparto dei fondi per i prossimi anni, sulla base delle esigenze attualizzate dei singoli comuni. Anche in ragione di tale interessante prospettiva, ribadisce pertanto la propria proposta di parere favorevole, sulla quale auspica che la Commissione possa convenire nella seduta già fissata per domani.
Pietro ARMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 10.20.
Ciao GG leggo sempre con grande piacere il tuo blog, il tuo modo di scrivere è piacevole di quelli che ti distraggono da una giornata andata storta o ti rendono ancora più partecipe di una giornata andata bene, è uno modo scrivere nel quale un po' mi riconosco e che assomigliava al mio di un tempo e oramai perduto. Spesso le tue riflessioni si incrociano con le mie e mi ci riconosco dentro, e non solo per gli argomenti della nostra zona ma anche quelli generici, il Vajont è uno di questi, io non ne sapevo nulla fino a qualche anno fa, poi complice alcuni amici che ci vivevano vicino ne sentii parlare e poco dopo ci fu la serata di Paolini e poi il film, è veramente impressionante provare a immaginare cosa sia accaduto quella notte! Se non lo hai già letto ti consiglio il libro di Mauro Corona, per me un eccellente scrittore tra l'altro proprio nativo di Erto, che nel suo libro pubblicato l'anno scorso " il fantasma di pietra" racconta il vajont in una veste diversa.V
per BRAVODICAVI
BRAVISSIMO, bel copia-incolla, (chissà che fatica) ............ma scusa e allora???????????, che cavolo vuoi, ma hai letto (e capito sopratutto) quello che ho scritto????????????????????????
RILEGGERE E CERCARE DI CAPIRE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ciao GiGi...
devi sapere che io la tele la guardo davvero raramente... eppure quella sera ricordo di aver visto quella trasmissione...
Anch'io non sapevo che ci fosse mai stata una disgrazia del genere e, non ridere, ma... per essere sincera, quando parlavano del Vajont, prima di vedere quella trasmissione, pensavo si trattasse di un posto in America (so che è il Wyoming, ma forse per assonanza la pensavo li quella diga...).
Cmq... si... anch'io rimango basita ogni volta che mi vengono aperti gli occhi su delle realtà del genere... (un po' come mi capitava con la trasmissione con Carlo Lucarelli).. a sentir raccontare quelle 'storie' vere, mi viene da una parte tristezza per le persone che ci sono andate di mezzo e, dall'altra, rabbia per quello che tutti sapevano e che poteva essere evitato...
E mi è successo anche ieri sera: Paolo ha girato su rai tre, c'era una trasmissione dal nome TerraECibo (mi sembra)... sono scioccata ancora adesso da quello che hanno raccontato... cose veramente dell'altro mondo!!!
Mi sa che devo smettere del tutto di guardare la tele!!!
Mi chiedo... tutti quelli che fanno finta di niente e permettono con la loro negligenza e il loro menefreghismo che possano accadere tutte 'ste tragedie, 'ste disgrazie e 'ste prese per i fondelli... ma.... riescono poi a dormire di notte?!?
Un abbraccio. Sere
Mi associo alle tue emozioni Gigi, una rappresentazione come questa dell'attore Marco Paolini sarà di difficile replica, la televisione di oggi è cambiata e con lei le vere emozioni di un Paese. La serata specifica di Rai 2 la ricordo indelebilmente.
Quanto pesa un metro cubo d’acqua?
Un metro cubo d’acqua? Mille chili, una tonnellata. Una tonnellata va bene?
Le frane le misurano a metri cubi. Il metro cubo è l’unica cosa che resta fissa, perché poi la densità, il peso, cambiano.
Il 9 ottobre 1963 dal monte Toc, dietro la diga del Vajont, si staccano tutti insieme 260 milioni di metri cubi di roccia.
Vuol dire seicento volte più grande della frana della Val di Stava.
Duecentosessanta milioni di metri cubi di roccia cascano nel lago dietro alla diga e sollevano un’onda di cinquanta milioni di metri cubi. Di questi cinquanta milioni, solo la metà scavalca di là della diga, solo venticinque milioni di metri cubi d’acqua… Ma è più che sufficiente a spazzare via dalla faccia della terra cinque paesi: Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè.
Duemila i morti.
La storia della diga del Vajont iniziata sette anni prima, si conclude in quattro minuti di apocalisse, con l’olocausto di duemila vittime.
Marco Paolini