C'era una volta la fusione dei Comuni

7 dicembre 2012: il convegno promosso da questo blog per sensibilizzare cittadini e amministratori su una scelta che poteva essere rivoluzionaria
Le pezze al culo le avevamo nel 2012 e le pezze al culo le abbiamo oggi. In questi nove anni nulla è cambiato, anzi, non è vero, la situazione si può dire peggiorata. Non si può sapere se per volontà dei cittadini o dei Sindaci dell'Alta Val Taro, di certo c'è stata la volontà politica di "far cambiare tutto per non per far cambiare niente". Sì perché quella che doveva essere una svolta amministrativa, rivoluzionaria, progredita e inevitabile per la nostra parte di Appennino, non c'è stata. Oggi ci sono ancora cinque Sindaci anzichè uno, forse è questa la vera e unica chiave di lettura di un fallimento che pesa come un macigno.

Mi riferisco all'iniziativa della "Fusione" dei cinque Comuni per trasformarli in una sola "ragione" amministrativa. Se non fosse stato per un "ricordo" di Facebook, nemmeno mi ricordavo più di quanto impegno ci avevo messo e di quante parole avevo scritto, assieme a centinaia di lettori, per far emergere, tra i cittadini valtaresi e gli Amministratori di allora, la consapevolezza o meglio, la necessità, di fondere i Comuni di Borgo Val di Taro, Bedonia, Albareto, Tornolo e Compiano. In allegato l'excursus di allora.

Una scelta positiva avrebbe significato avere più "peso", sia per il governo regionale, sia per quello nazionale, invece ognuno ha scelto di correre per sé, per la propria disperazione, per salvare il salvabile, elemosinando contributi, ma solo per far sentire che esistiamo anche noi, che assecondano le nostre flebili richieste, ma con il "contentino" si va poco lontano.

La forza politica-amministrativa unica della Val Taro, pur rimanendo una sciocchezza in confronto con le grandi realtà cittadine della via Emilia -il nostro bacino di utenza di circa 15.000 persone è sempre più piccolo di un solo quartierino di Modena o Bologna- sarebbe risultata molto più efficace rispetto alle istanze presentate da un piccolo Comune di 1000 abitanti. Solo i politici vogliono farci credere che contiamo qualcosa: vedi immagine esplicativa della copertina.

Mi ricordo il convegno pubblico che organizzai, in quella nevosa serata del 7 dicembre 2012 al "Palafungo" di Albareto, con i cinque Sindaci della valle e il gentilissimo Sindaco di Monteveglio (BO) Daniele Ruscigno, foriero di realtà economiche sorprendenti procurate ai suoi cinque Comuni, poi furbescamente fusi in quello diventato Comune di Valsamoggia.

Nonostante il sostegno dell'allora Consigliere Regionale Gabriele Ferrari, sui reali benefici economici che tale scelta avrebbe comportato per le casse comunali, leggi "Più servizi ai cittadini", quattro sindaci su cinque risultarono irremovibili, con scusanti "sbalorditive", che in confronto l'arrampicarsi sugli specchi risulterebbe una minima metafora. Solo Diego Rossi si espresse favorevolmente.

Da quella serata sono passati nove anni e se valuto la scelta che è stata intrapresa da quei Sindaci, posso tranquillamente asserire che non solo non è cambiato nulla, ma che nel frattempo nasciamo da un'altra parte e le nostre altre realtà come ospedale, servizi, trasporti sono solo peggiorate, per non parlare poi della piscina coperta, ormai un miraggio al pari del traforo del Passo del Bocco.
LINK: articoli e commenti sulla "Fusione"

LINK: articolo riportato da RTA-Videotaro



1 Commenti
  1. Sandro Sbarbori

    Gli accorpamenti dei comuni piccoli, se ben gestiti, possono solo portare vantaggi ai cittadini, soprattutto in termini di costi gestionali. Non si tratra di una perdita di identità, è solo una razionalizzazione dei servizi

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