La notte di Santa Lucia
Il ricordo di questa notte e del giorno successivo rimarranno tra i ricordi più belli e indelebili
La Zita, già da una settimana, ci solletica la fantasia con un'autopista Polistil esposta in bella vista, l'Angiolina invece ci invita ad attendere e a deglutire dal desiderio con un cartello appeso: "Mostra di santa Lucia prossima apertura", che sarà sicuramente bella, ma non avrà niente a che vedere con quella mitica della Ida, la "Cervara", questo sì, è il vero paese dei balocchi.
E' lì, infatti, che vanno a finire la maggior parte delle letterine indirizzate alla Santa con l'asinello. L'intero primo piano con tre stanze piene zeppe di giocattoli, proprio di ogni sorta: la lavagna magnetica con l'alfabeto a calamita; le scatole di Rischiatutto, Silvan, Il Piccolo Chimico, Monopoli, Meccano, ma non solo: mattoncini Lego, pianole Bontempi, trenini Lima, telefoni "intercomunicanti", radioline ricetrasmittenti e tanti altri ritrovati della tecnica moderna.
Lo spazio dedicato alle femminucce è ridotto, ma loro si sa che si accontentano di poco. Quando hanno il Dolce Forno per fare da mangiare a Cicciobello sono più che contente, tant'è che alcune trascorrono in quella stanza quasi mezza giornata e con la bocca aperta. Solo che per poter ambire a questi meravigliosi giochi si dovranno fare un sacco di buone azioni, a cominciare dallo studio, se no sarà solamente carbone... e non di zucchero.
In casa girano i primi ammonimenti: "Quest'anno santa Lucia ha tanti bambini da visitare. Sono tutti da accontentare e avendo pochi soldi, sai com'è...". Noi intuiamo e cerchiamo di non esagerare con le richieste: "Dunque le ho chiesto una grossa confezione di pongo DAS, una scatola di tubetti di colori a tempera con i pennelli e un bel pallone di cuoio". Comunque vada, sappiamo già che dei cinque o sei sogni espressi, ne sarà esaudito uno, forse due se faremo trovare al passaggio dell'asinello il pane inzuppato nel latte.
Tutte le mattine ci svegliano puntualmente, ma questa mattina, che vorremmo la sveglia anticipata, la luce tarda ad accendersi. Meglio saltare giù dal letto e in punta di piedi filare dritti in cucina per accertarsi che tutto sia andato secondo le attese. I piedi nudi incontrano sul pavimento le briciole lasciate dall'asinello nel frettoloso rifocillamento, intravediamo anche come buon auspicio la porta del frigorifero socchiusa e il pentolino del latte vuoto. Segno che santa Lucia si è fermata e ha fatto anche lei colazione! Ancora un passo e sopra il divano spiccano ciò che le nostre pupille si aspettavano di vedere: due coloratissimi pacchi contornati da dolci di marzapane, dobloni di cioccolata in carta d'oro e un paio di "carrarmati" Perugina.
La frenesia è alle stelle. Iniziamo ad aprire il primo pacco, il più piccolo: un cinevisore per proiettare le filmine di Paperino. E nel secondo che ci sarà? Avanti. vediamo. Appena scartato si intravede il pianale di un flipper! Che bello! Non manca proprio niente. E' esattamente come quelli del bar, più piccolo ma senza piedi. Non importa, troveremo una soluzione.
Il tempo dell'incanto è volato, non c'è nemmeno voglia di fare colazione. Meglio correre verso la scuola ad accertarci se anche gli altri compagni sono stati accontentati da santa Lucia. Vorremmo portare con noi tutta quella meravigliosa mercanzia, non solo per fare morire d'invidia gli amici, ma per poterci subito giocare nella ricreazione, al posto della solita partita giocata con il cancellino della lavagna. Invece no, ce ne ritorneremo in classe, ancora una volta con le scarpe imbiancate dal gesso e dove incontreremo il solito incredulo che ci vorrà far credere che Santa Lucia non esiste: "Ma come?! A casa mia ci è venuta e ha bevuto anche il latte. La tua è tutta invidia perchè non t'ha portato niente!".
Come sempre descrizione perfetta...emozione allo stato puro...la rivivo nelle tue parole e ho la fortuna di riviverla nellemozione di mia figlia. Prevedo una notte agitata già da adesso... ma ne vale proprio la pena...per fortuna che passa Santa Lucia... sì perché Santa Lucia esiste e stanotte passerà... domattina tanti bambini avranno la prova della sua esistenza... se non passa o lascia solo carbone o cenere è perché siete stati monelli... peccato se è così, perché avrete perso la magia più bella della nostra infanzia...
Un passo indietro a un dolce passato, tanti ricordi, tanta nostalgia..... Ma nel mio cuore risento quel lontano campanello, che puntualmente faceva suonare mia zia Antonina per farci andare a letto prima...... Chissà se domani mattina ci alzeremo con una bella sorpresa! Santa Lucia è il primo mercante della neve e la notte più lunga dell'anno.
Bellissimo raconto che mi riporta alla mia infanzia che con ansia si aspettava che arrivasse Santa Lucia con qualche dolce e qualche giocattolo..... grazie Gigi Cavalli e Buon Natale da San Francisco!!!
Questa è la notte di Santa Lucia che mia mamma invocava quando mi entrava del pulviscolo negli occhi. Mi abbassava la palpebra e recitava: Bùsca fòra-bùsca drèntu-Santa Lessìa vardèghe drèntu-vardèghe drèntu cou vòsu lanternèn e fòra vignerà u buschèn..... Ed io stavo già meglio.... Ero già a letto dalle 21 dopo aver 'detto' il rosario, mangiato i baletti insieme anche agli zii ai Pariotti e aver 'detto u bèn'.... ma non riuscivo a prendere sonno.
Guardavo la luna filtrare fra il pizzo delle tendine e immaginavo sagome fiabesche riflesse nelle pareti che luccicavano per il gelo. Mi raggomitolavo sotto le coperte scaldate dal mattone avvolto in un panno e con mio fratello bisbigliavamo a Claudio nella sua camera, se il mattino era ancora lontano....
Non serviva ci chiamassero x alzarsi ore e ore dopo. L'odore del caffèlatte filtrava dalle fessure del solaio, la stufa scoppiettava E NOI TRE A PIEDI NUDI, NON SENTIVAMO IL GELO... volavamo giù per le scale e i 'nò-si'spiavano le nostre espressioni, nel trovare i doni sulle nostre scarpette nel davanzale. 1 MANDARINO - 1 MINUSCOLO TORRONCINO - 2 NOCI.....
Poi si andava dagli zii per trovare un'altra scarpetta, come dai nonni, giù, vicino la chiesa.... senza preoccuparci se Santa Lucia aveva mangiato la minestra preparata sul tavolo e se l'asinello aveva bevuto l'acqua dal secchio e mangiato il fieno lasciato sulla finestra....
Sono passati più di 50 anni e mi rimane indelebile questo ricordo che tramando alle mie generazioni, ma anche uno più recente: fino a due anni fa, mia cugina Mariarita, faceva trovare sul tavolino magico di mia zia Giannina, sua madre, dei piccoli pacchettini che lei con felicità pura ammirava per lunghi interminabili minuti, prima di aprirli. Era gioia pura, era sorpresa genuina... come fosse una bambina, ancora con la camicia da notte di flanella coi fiorellini... Guardavo e riguardavo il video che ora non mi arriverà più.... Domani e negli anni a venire, mi mancherà questo appuntamento così tenero ...così puro....
Oddio, è mezzanotte passata....
...spèta che scàpu a ninèn... ne gh'è pù u cèru, a mama e u pupà jèn nà lètu... se rìva santa Lessìa a ne me là-sa gnìnte... ohime che pura.... speremma che ne se desedda gnissòn.... speremma da truvà un mandarèn in ta scarpetta....
Era prorio così... hai raccontato perfettamente come noi, che l'infanzia ormai la riviviamo solo nei ricordi, ci preparavamo a questo piacevole e magico evento.
Bellissimi questi ricordi,
anche io e mio fratello da piccoli siamo statiad aspettare Santa Lucia ai Pilati... Ricordo che si andava a letto presto e si doveva tenere gli occhi chiusi ...se no Santa Lucia non ti portava niente. Si preparava un mazzetto di fieno per l'asinello e se c'era qualche biscotto e il latte caldo per la nostra Benefattrice... Non vi dico la preparazione della letterina con scritto i nostri sogni e desideri ...Rifatta come minimo 10 volte e non c'era il bianchetto come ora per cancellare.. erano di solito 2 o 3 buchi nella carta di quaderno. Dove saranno mai finite tutte quelle letterine.... Nella nia vita ho fatto diversi traslocchi ma la scatola delle lettere non l'ho mai trovata. Si vede che mamma Lelia e papa' Alberto le avevano nascoste bene...
L'emozione che ricoerdo ancora adesso era il suono del campanellino che i ragazzi piu' grandi facevano suonare sotto la finestra... mi batte il cuore ancora adesso. Era l'ora di andare a letto... E la sorpresa al mattino... scalzi in cucina a vedere se sul tavolo c'erano i regali.. Una felicita' indescrivibile.
Un anno ho trovato il passeggino e una bellissima bambola seduta dentro (non c'era ancora il Cicciobello.sono troppo vecchia) ..e mio fratello un camioncino di latta che fischiava e girando una farfalla sotto faceva muovere una scimmietta ...
Mia sorella e' arrivata dopo 6 anni ma anchelei e' stata beneficiata di regali di Santa Lucia. A lei si che e' arrivato il Ciccibello ,,le varie BarbY...la macchina da scrivere Olivetti verde..ma gia da grande perche' studiava Ragioneria.
Sono cose che ci fanno bene al cuore ...ora non e' piu' cosi'...
I nostri figli o nipoti ridono come matti a sentire queste storie.. non importa ..Io sono contenta di averle vissute...
Passata Santa Lucia, bisognava affrettarsi ad andare a prendere "u geneiveru" (ginepro) per fare l'albero di Natale. Solitamente ai miei tempi s'andava a prenderlo a Terrarossa (paremi che ora la chiamate Costa Lisèra), passando per il Cristo, o "au Marasan". Se non sbaglio, poi hanno proibito il taglio dei ginepri.
Più che i regali di Santa Lucia (soldatini di piombo o mattoncini di legno, antenati di Lego) ricordo i mandarini (allora una costosa rarità) che ci portava poi Gesù Bambino (non ancora americanizzato in Babbo Natale) per Natale.
Auguri auguri Peppino Serpagli - Milano
E vaiiiiii coi ricordi.... Dai... Coraggio.... Inserite... È bellissimo! Grazie Gigi.....
Cara Dolores, lei ha ricordato un indumento che portavo anch'io da piccolo: la camicia da notte di flanella, che s'indossava in tutta fretta dopo aver tolto il "prete" e la focolina dal letto e prima di infilarsi sotto la strapunta. I miei probabilmente compravano il tessuto dalla Lisetta Mallero in Via Trieste a Bedonia. E i suoi dove lo compravano? Ancora auguri
Peppino Serpagli -Milano
Eh Peppino...non ho più nessuno che può dirmelo ormai....e da poco tempo, ma probabilmente la stoffa l'avranno comperata dalla Lisetta....solo che poi avrà fatta tanta strada. Prima usata per la mamma e poi riciclata in miniatura, come succedeva con tutto quello che usavano qualche anno fa, senza sprechi e fino all'ultima pesòra.Come le lenzuola matrimoniali( ad una piazza e mezza piuttosto) per esempio: quando diventavano 'lìze'al centro, per l'usura, ma anche per le energiche sbattute nei lavatoi o sui pietroni vicino il canale, le rivoltavano nei bordi e poi diventavano lenzuolo singolo e poi 'fudretta', poi asciugapiatti ed infine straccio per lavare i piatti, spolverare o come presina.
Ma se continuo non finisco più e vi annoio....
Ma prima di lasciarvi ve ne racconto un'altra:
Un sera eravamo in un bel gruppetto a far firòsu in casa dei nonni che avevano aperto la loro scatola di fotografie per passare una serata diversa, quando mio cugino Severino, aveva esclamato sorpreso, guardando le scarpette alla bebè che indossava mio fratello in una minuscola fotografia:- ma culle jèn uguali are mè ...
Una risata contagiosa ci aveva preso di sorpresa tutti e i nonni ci avevano spiegato:-
Eh caru u mè fiò...Jèn state de tà surèla Grasièla, du Giàni, da Mariarosa, de te, da Dolores e pà du Walter......
Tanto per rimanere nel discorso di cui sopra ...e a me viene da pensare: o che erano tanto 'buone' o che erano tenute da conto talmente tanto bene ...che forse le scarpette di vernice nera alle bebè....forse girano ancora....
Non perchè la Santa porta il mio nome ma questa serata la porterò dentro fino all'ultimo respiro e così cercherò di trasmetterla a mia figlia. Grazie per condividere con noi queste tue emozioni e storie d'altri tempi-
...che bei racconti avete fatto tutti voi a cominciare da Gigi con la descrizione di quei momenti si ha avuto la sensazione di rivivere quella magica notte.. come sarebbe bello avere la possibilità di tornare indietro nel tempo a quella sera in cui lucidata la scarpetta a nuovo, preparato il latte e il fieno per l'asinello si andava a letto e con il fiato sospeso si aspettava il mattino. Poi dopo un sonno agitato ci si alzava di corsa per vedere cosa c'era nella scarpetta e alla nostra epoca non c'erano i grandi giochi di adesso ma una bambolina un torroncino e gli immancabili mandarini di un sapore così buono... non potevano non venire dal paradiso. Ora a distanza di tanti anni i ragazzi di oggi hanno i migliori regali, le cose più innovative ma non proveranno mai l'emozione e la gioia che abbiamo provato noi, non avevamo molto ma proprio per questo apprezzavano tutto. Si per questo e altro sono contenta di essere nata in quell'epoca
Ho letto con vera emozione questa storia che in molti abbiamo provato quando eravamo bambini. Sensazioni che rimaranno dentro per sempre. Ora sono mamma e per mia figlia vorrei che vivesse la mia felicità di allora. Ieri sera quando l'ho vista lavare la carota per l'asinello ho pianto dall'emozione e non ho vergogna a dirlo visto il periodo che stiamo vivendo ma al cuor non si comanda
In questa serata di Santa Lucia mi ricordo Lino di Giovita, le statuine del presepio prese tutte da lui, ma un po' per anno e i regali da Santa Lucia li guardavo nella sua mostra e poi speravo arrivasse quello che avevo chiesto. Ma anche da Modesto aveva delle palline per l'albero che mi piacevano, ne ho ancora qualcuna....
Modesto. Noi abitavamo proprio di fronte. La mia mamma mi prese un piccolo camion rosso. Ancora adesso penso ai sacrifici che deve aver fatto. Allora erano tempi diversi...
Ricordo molto bene la Zita e la Cervara, ripensando a loro e ai loro negozi sento nostalgia per quei giocattoli poco tecnologici ma che sapevano tirare fuori la fantasia e la creatività di noi bambini!!!
Mi ricordo mio zio Giovita, la mia prima Santa Lucia era arrivata da lui. La conservo con tanto amore.
"Una camicia da notte di flanella per la nonna, un bel vestito di seta e un foulard per mamma, un maglione morbido per la zia, una bottiglia di vino rosso (di quello buono eh) per il nonno, le sigarette per papà e anche per lo zio, un grande osso per il cane. Io invece mi accontenterei del Dolce Forno". Certezze per gli altri, coindizionale per me. Così era la letterina per l'unica Santa Lucia di una bambina che visse a cavallo tra Sud Africa e Bedonia quando aveva 6 anni. Una sola notte ad attendere la santa, per me, ma il cui ricordo mi ha accompagnata per tutta la vita. Il Dolce Forno non arrivò perché non si fidavano (!), ma in compenso la nonna e la zia (con la mamma) triplicarono le feste per quella nipotina che sarebbe tornata presto a Johannesburg: regali, regali, regali e poi dolci e tanti mandarini per Santa Lucia, Natale e finanche l'Epifania. Fecero persino finta (ma tanta finta) che non fossi pestifera e infatti niente carbone. Una tenera parentesi che rivissuta con gli occhi adulti mi fa comprendere quanto sia stata fortunata ad avere nella mia vita le migliori donne che una giovane possa desiderare. Perché in fin dei conti Santa Lucia è anche questo... poter volgere lo sguardo al passato, cogliere il meglio e consegnarlo alle generazioni che vengono dopo di noi. Grazie Gigi.