Da Vernazza al presepe di Manarola
Tra i vigneti dello Schiacchetrà per raggiungere il presepe di Mario a Manarola
Si oltrepassano terrazzamenti con orti, vigne ed ulivi, divenuti nel corso dei secoli veri e propri simboli legati alla pazienza e al sacrificio di quegli abitanti. Il tratto più suggestivo è quello che attraversa i celebri vigneti di Albarola, Bosco e Vermentino per la produzione del prezioso Sciacchetrà delle Cinque Terre. Un vino passito eccelso, conseguenza di quel microclima, frutto di una simbiosi che si crea tra il mare e la roccia, tra il vento e il calore del sole.
L’idea fissa della giornata era però un’altra, arrivare in tempo per l’accensione del presepe di Manarola. Questa ingegnosa idea è nata quasi per caso, da un intuito del manorolese Mario Andreoli, classe 1927, ferroviere in pensione. Fu lui, nel 1961, a dare il via a questo avvenimento ormai entrato, a tutti gli effetti, nella tradizione delle Cinque Terre.
Tutto nacque da una richiesta del padre morente che gli strappò una promessa, quella di ripristinare una croce che sorgeva sulla cima del loro terreno, da lì l’idea di illuminarla con una batteria per auto. L’effetto notturno era meraviglioso, visibile sia dal paese che dal mare. Passare poi da una croce illuminata a un vero presepe il passo è stato breve. Nel corso degli anni i personaggi dedicati alla natività sono aumentati, oggi sono circa 250 e l’effetto che creano è sotto gli occhi di tutti.
Mario, nonostante gli ottantaotto anni suonati, cura ancora l’allestimento di quella che è divenuta una vera e propria opera d’arte “Naif” conosciuta in tutto il mondo. Sono infatti cinquantaquattro anni che, terminata la vendemmia settembrina, si carica sulle spalle quelle sue creazione artigianali, fatte con tondini in ferro e materiale di recupero, per disporle sulla Collina delle Tre Croci e accendere il Natale nel giorno dell’Immacolata. LINK: sito guide escursionistiche
I miei souvenir delle Cinque Terre erano un po' sbiaditi dal tempo (l'ultima volta fu 10/12 anni fa) ma rivederle attraverso le foto scattate, mi ha scatenato una miriade di ricordi stupendi perchè nulla vi è di più bello di quello che mamma natura ci elargisce senza pretendere nulla in cambio. Abbiamo la fortuna di avere queste mirabilie ad un tiro di schioppo da casa nostra ed a volte ce ne dimentichiamo per inedia o per pigrizia. Eppure sono conosciute anche in Patagonia e non c'è turista che venga da noi senza programmare una visita in questi posti da sogno.
Mi sovvengono anche i ricordi tristi della alluvione del 2011 che colpì pesantemente tutto il territorio e, in particolar modo, Vernazza e Monterosso. Fu un evento eccezionale di bombe d'acqua che lasciarono il segno sia il lato mare che quello interno di Brugnato, Borghetto Vara ecc.. Ma purtroppo, considerando la morfologia del terreno, che è a strapiombo sul mare, mi viene da pensare che questi posti paradisiaci saranno sempre a rischio frane ed a esondazione dei fiumi.
Ma spero che qualche dio benigno li preservi e li protegga per tutte le generazioni future.