Il mulo e la guerra

Nel centenario della Grande Guerra: la tradizione del mulo nell'Esercito Italiano e l'utilità moderna
Si è parlato di Alpini, di guerra e di questo straordinario aiutante che è stato il mulo.
Il fatto che il mulo sia indissolubilmente legato alla prima guerra mondiale e al ruolo che ha avuto assieme al suo conduttore alpino è ormai risaputo. Con questo incontro avremo modo di comprendere il ruolo di questo prezioso animale nel contesto storico, ricordando nel contempo episodi legati alla “Grande Guerra”.
Il termine “mulattiera” già da solo evoca un tratto di strada che non si può percorrere se non a piedi o con l'aiuto di questo animale. In varie parti d'Italia, un animale simile al mulo, l'asino, viene sempre più riscoperto per trekking per adulti e bambini e se ne afferma la valenza anche educativa.
Per quanto riguarda il mulo, in bassa Romagna è presente un’azienda che lo utilizza per tenere pulito il bosco e il sottobosco. Non potrebbe essere anche per la Valtaro una fonte di reddito ecosostenibile?
Non so se da noi ci sono persone che sono appassionate a queste attività, perché sicuramente il contatto con un animale prevede una passione per la sua cura, ma se ne può parlare: credo sia fondamentale per portare nuove/vecchie pratiche che potrebbero aiutare nello sviluppo sostenibile del territorio.
Riccardo Balzarotti, laureato in scienze agrarie, appassionato di arte/storia e delegato per le Guardie d'Onore al Pantheon (era presente in sala il gonfalone della delegazione di Parma), è stato relatore di questa conferenza accolta con interesse in tanti luoghi prima che a Bedonia. E' stato senza dubbi un appuntamento inusuale, illustrato attraverso parole, immagini e video, oltre alla presentazione del suo ultimo libro "I muli e la guerra".
Un interessante spunto di dialogo e di riflessione su passato e futuro.

FOTO: l'incontro del 24/10/2015



4 Commenti
  1. Paul

    Bonjour ha la mule plus solide qu un cheval idéal pour la montagne idées à développement du Val Taro conpagne des bergers sans oublier l 'âne le père de la mule, promenades avec halte dans un gîte,ou refuges la mule portant des provisions comme avec les soldats avant. Bel hommage à ces bette de somme utile encore développement et renouveaux ici en Provence et ailleurs en France idée à creuser.
    Saluti

  2. Dolores

    Il mulo, nelle nostre montagne, nel passato, è stato un aiuto indispensabile per il sostentamento, per molte famiglie. A "quei tempi" senza mutua e pensione, si viveva principalmente "dalla vendita" del vitello. Il guadagno serviva a comprare ciò che non si poteva produrre nei campi.
    Il mulo era un compagno dei 'mùratè' per portare grossi 'bicci' e parte per parte del suo 'bastu', dai monti. Su e giù dal mattino presto a notte fonfa. Servivano anche a trasportare la merce dei viandanti, quando non c'era la strada se non quella attraverso i boschi. A Scopolo, c'era Ciappetta coi suoi Mandrì e Balù e la cavalla bionda Rosa e la nera Pina ed erano sempre legati da una corda: uno dietro l'altro. Ai Pilati c'erano i muli dei Cavozza e si sentiva il loro cadenzato zoccolare, sui ciotoli del paese. A Romezzano viveva il mio bis-nonno materno: Desiderio che trasportava vino e olio, nei passi vicino la Liguria e spesso per non pagare 'il dazio', urlava alla sua mula: DAI PINA! e lei scalciava tanto da far desistere 'pù d'un-na vòta' il riscossore. Ma arrivavano anche i muli dei viandati come Megunèlu e Fracasso col loro carico di mercanzia e ortaggi, nelle loro gerle.
    Nella 1° Guerra Mondiale poi, come sappiamo, erano compagni fedeli dei nostri poveri alpini lungo le ripide e impervie mulattiere del Nord d'Italia, portando nella 'sòma' l'artiglieria e viveri.
    Animale infaticabile, forte, ora 'usato'per proggetti moderni, ma ancora indispensabile dove è impensabile arrivare con la meccanizzazione.

  3. Dolores

    Mi tornano in mente molti racconti di mio nonno-soldato e di reduci con i 'loro'muli, coi quali hanno vissuto 'vita grama', sotto le intemperie delle alte vette italiane, con fame, freddo, sotto i bombardamenti e tanta, tanta tristezza pensando 'a cà' e se avrebbero potuto riportare a casa la pelle...
    Chissà quante e quante volte il loro muso ha asciugato le loro lacrime amare e li ha alleggeriti dal peso dei passi che non riuscivano a fare....
    Ho pensato alle loro immani pene e a quelle che ognuno ha nella vita e allora, 'esvasando' un po' dal tema, mi è tornato alla mente un messaggio di speranza (anonimo), di cui è protagonista la MADRE del MULO.
    Un giorno un cavallo cadde in un pozzo e il suo padrone, non riuscendo a tirarlo fuori e pensando che ormai era vecchio e il pozzo quasi secco, chiamò alcuni amici per farsi aiutare a sotterrarlo vivo. Ad ogni badilata che colpiva il cavallo, si sentivano i suoi disperati nitriti di paura e disperazione, poi ad un tratto smise di piangere. Gli uomini stupiti, sporgendosi nel pozzo, si accorsero che il cavallo, ad ogni pala di terra che riceveva sulla schiena, se la scrollava di dosso e ci saliva sopra, fino ad arrivare sulla cima del pozzo e salvarsi.
    * La vita ti getta addosso molta terra, di tutti i tipi, soprattutto se tu sei già dentro il pozzo.
    * Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima.
    * Possiamo uscire dai buchi più profondi, se non ci daremo per vinti.
    * Adoperiamo la terra chi ci tirano, saltandoci sopra per fare un passo verso l'alto: la terra può essere la soluzione e non il problema.

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