In pratica siamo passati da zero a due compagnie teatrali, Bedonia non si può certo lamentare, ma ciò nonostante stanno entrambe conquistando il successo del pubblico e vedere i teatri gremiti è sempre un gran bel risultato.
Domenica 6 Gennaio è stata la volta, anzi l’esordio della Nuova Compagnia delle Pieve, “nuova” perché nei mesi scorsi c’è stata una scissione, ecco perché ora ve ne sono due.
Non sta a me sindacare i motivi che hanno portato al distacco, però alla notizia ricordo di essere stato sorpreso e dispiaciuto, temevo che tutto finisse in una bolla di sapone, invece il "teatro bedoniese" è andato avanti e si è pure rafforzato…
Ho seguito entrambi gli spettacoli delle Compagnie, quello natalizio della “Lupus in Fabula” e quello dell'Epifania della “Pieve” ed ho riscontrato che alle rappresentazioni sono sempre presenti gli attori di una o dell’altra compagnia, mi sembra un bel gesto di cortesia, chissà che un giorno “pace” possa esser fatta, almeno sperarlo non costa nulla.
Ora posso dirlo, non sono compagnie “concorrenti”, hanno due metodi di recitazione differenti, Lupus in Fabula adotta lo stile classico teatrale, quello affidato a testi e commedie di successo, quindi più diretto; quello della Pieve, a giudicare da questo loro primo spettacolo, sono più orientati al teatro minimalista, dove si tendono a colpire di più sensi con scene semplici quanto d’effetto... riuscire a intrattenere piacevolmente una platea per oltre un’ora con dei palloncini gonfiabili e con pezzi di tulle colorati non è un risultato tanto scontato.
La regia di Mauro Mozzani non lascia dubbi, la sua esperienza lavorativa in campo teatrale si fa sentire eccome, svolge infatti la sua attività nel celebre “Cirque du Soleil” e la “filosofia” legata alle loro esibizioni, una straordinaria miscela di surrealismo e romantiche atmosfere, è stata emblematica anche in questo esordio bedoniese.
Tre i testi portati in scena, differenti tra loro, i primi due: "Piccoli blu e piccolo giallo" e "Federico", mentre il terzo narrava il mondo a rovescio dei Kappa, figure mitiche della tradizione nipponica.
Devo dire la verità, questo terzo atto è stato letteralmente rovinato dall’audio praticamente al minimo e da un insieme di bambini che scorrazzavano liberamente sotto il palco, andando così ad influire nei microfoni direzionali con il risultato di rendere incomprensibile i testi degli attori e il buon andamento dello spettacolo, in pratica, come altri, ho preferito non vederlo finire.
Piccola nota negativa a parte sono rimasto compiaciuto di questa nuova performance, credo, anzi sono certo che la Compagnia ci riserverà altre piacevoli sorprese, lo “stampo” c’è tutto.
Remo Ponzini
16/01/2013Non ho avuto modo di assistere a questa rappresentazione perché assente da Bedonia e quindi, per conoscerne l’andamento, mi sono aggrappato alla descrizione del nostro Gigi e delle molteplici foto di Alessandra e Pietro.
Può apparire senz’altro proficuo avere due compagnie teatrali in una comunità così piccola come la nostra. Oggi siamo qui ad esultare per questo dono piovuto dal cielo, non per grazia divina, ma per la dedizione di tante persone che si sono prodigate con passione e generosità. Ma una simile munificenza non sarà facile poterla conversare nel tempo. Possiamo auspicarlo, certo, ma non credo sia realistico.
Già dalla scorsa estate mi erano giunte voci, evidenziate anche da Gigi, di incomprensioni, di divergenze che erano sorte all’interno della compagine e che poi erano sfociate in una frattura apparentemente insanabile. Non ho mai compreso le reali ragioni di questo sfascio e, tuttora, ne sono profondamente amareggiato. Non voglio neppure entrare nel merito della diatriba perché non mi compete. Mi limito a constatarne le conseguenze.
Personalmente ho degli ottimi rapporti amicali sia con il regista fondatore sign. Aldo Craparo che con il sign. Mauro Mozzani (incolpevole) che ha assunto il ruolo a frattura o frittata avvenuta. Sono due persone stimatissime che meritano apprezzamento e gratitudine. Abbiamo la fortuna di averle nel nostro paesello e quindi vediamo di beneficiare della presenza di entrambi.
Da queste persone che calcano i palcoscenici da molti anni abbiamo solo da imparare. Sappiano tutti che nella greppia della cultura di denaro ne circola ben poco. Abbeveriamoci del sapere che ci elargiscono con generosità e vediamo di trovare una via per una rappacificazione che sarebbe opportuna sia per i diretti interessati che per l’intera collettività. Ci sarebbe un parco attori più ampio e si eviterebbe di adattare le opere alle risorse umane disponibili snaturandone il contenuto o costringendo i registi ad equilibrismi precari.
Avrei preferito commentare la rappresentazione ma ci ha pensato il Gigi a vedere e provvedere.