Caro gigi , ho smesso di guardare i film di Moretti da quando mi volevano far credere che ' palombella rossa' fosse un bello, non giudico la tecnica, ma critico la sua ossessione nel mettere nei suoi film sempre e comunque una componente politica che nella maggior parte delle volte ... stroppia ... e rende il film ...palloso !
Il colore predominante della home foto spiega il tutto
O FINALMENTE UNA VOCE FUORI DAL CORO
BENE HAI FATTO A DIRE LA TUA
HA SEMPRE FATTO PARTE DEGLI INTOCCABILI
MA VOGLIAMO RENDERCI FINALMENTE CONTO CHE ALL'ESTERO IL NOSTRO CINEMA E' RAPPRESENTATO DA MORETTI ?
Una volta Mario Monicelli (ogni tanto andate a rivedervi qualcosa di un regista davvero straordinario...) visionò un Film di Moretti... il commento fu : "Nanni, spostati che voglio vedere il film..."
Ah ah, io ho sempre seguito il mio istinto, e forse a torto ma... non ho mai visto un film di Moretti
Ma va?
Un plauso per l'aver osato toccare l'intoccabile.
Premetto per onestà di non aver visto il film (ne ho visti altri di Moretti e mi sono bastati).
Chiediamoci come possa aver preso ben 7 nastri d'argento:
Miglior regia a Nanni Moretti
Miglior soggetto
Miglior fotografia
Miglior scenografia
Migliori costumi
Miglior produzione
Nastro d'argento europeo a Michel Piccoli
Tu fai mente locale al film e cerca di collocare questi premi.
Giornalisti/artisti un conclave di prostitute, soprattutto i primi che per deontologia dovrebbero essere più imparziali.
Ciao
Carissimo Savonarola, lo so. Me l'ero immaginato quando mi avevi anticipato qualcosa che mi avrebbe fatto sobbalzare. Ed ecco la tua feroce sparata contro Moretti e il suo film. Rispondo mica poi tanto scandalizzato.
Se oggi uscisse "Fellini 8 e mezzo" o "L'Eclisse" di Antonioni credo che nessun ragazzo italiano dai 40 in giù si prenderebbe la briga di andarlo a vedere. Infatti, rimanendo a casa nostra, quando quell'eroe di Tonelli programma un bel film ( a proposito, quanti hanno visto il recentissimo lavoro di Cronemberg tutt'ora in sala? Sabato scorso al Farnese eravamo in SETTE! ) non ci si va o si predilige la commediaccia o la brodaglia pseudo avveniristica e fumettara. Con questo voglio dire che ognuno è liberissimo di scegliersi i libri o i film a seconda dei propri gusti, però non ci si abbandona al linciaggio facile di un autore senza avere visto poco o nulla di lui....
Da parte mia, se la cosa ti può interessare, "Habemus Papam" è un'opera curiosa e intelligente dove l'ironia riesce a non intaccare il dramma vero di un cardinale che non si sente preparato per essere papa.... Il film è un coraggioso passo dentro il vero cinema di oggi ( vedi "Il Divo" di Sorrentino ), un cinema a vasto raggio in cui lo spettatore può scoprire di tutto: la poesia, il sarcasmo, il sogno, lo stravolgimento, il dubbio, l'angoscia eccetera.
E' un "calderone"? Ebbene, sì. Anche "Guernica" di Picasso fu visto come un calderone incomprensibile: oggi viene considerato da tutti un assoluto capolavoro.
Anche "Roma città aperta" era stato ignorato dal pubblico dell'immediato dopoguerra e siglato da una delle frasi più infauste della nostra storia, quando l'allora ministro Andreotti era sbottato dicendo che un film del genere metteva in cattiva luce l'Italia intera ( " I panni sporchi si lavano in casa!" ). Gli esempi non si contano ( vedi le stroncature e i processi subiti dai romanzi e dai film di P.P.Pasolini ) perchè l'arte ( e il cinema, quello vero, è arte! ) non è mai percepita subito dal pubblico soprattutto da un pubblico ormai devastato dai reality e dagli effetti speciali, il quale rifiuta a priori qualsiasi impegno: questo pubblico "guarda" e "non vede" ( e i vari interventi letti qui sopra ne sono un esempio ).
Ma tornando a Nanni Moretti capisco che il personaggio non brilli di simpatia ma tutto il suo cinema, da "Io sono un autarchico" a "La messa è finita", da "La stanza del figlio" ad "Habemus Papam" è un viaggio impietoso dentro un'Italia moralmente improponibile. Infatti è odiato tanto a destra come a sinistra e basta questo per decidere che sta nel giusto. Potrei continuare analizzando il film sequenza per sequenza ma so che questo irriterebbe più di uno.
Caro Gigi, la tua sparata goliardica può essere divertente ma, stando ai commenti fin qui letti, istiga la "folla" alla ribellione personale e niente di più... esattamente com'è l'Italia di oggi: miope, deculturata e perciò arrogante.
Questa mattina leggendo il titolo del tuo nuovo servizio sono esploso in una sonora ed incontenibile risata.
Ed hai persino scomodato il latino/latinorum per rendere ancor più puzzolente la tua testata. E, come se non bastasse, hai iniziato il tuo articolo con un inequivocabile: DOVEVO TENER DURO !!!
Non ti riferivi certo al Bossi che si vanta (!) di avere la lancia sempre in resta ma a quella cosa meno nobile posta sul lato B che non odora di violetta.
Mi piace la gente che quando scrive produce ilarità. Oggi ti sei superato ed hai fatto sghignazzare l'intera vallata.
Lo sapevi, lo sapevi e lo sapevi ed hai voluto metterci il naso pur sapendo quale fetore ti aspettava ???
Ben ti sta... direbbe l'insigne Arturo Curà.
Vedrai che il gran maestro non ti farà mancare la sua reprimenda per aver esposto al pubblico ludibrio uno dei suoi registi preferiti. Ma dovrà anche ammettere che hai scritto uno dei post più divertenti della tua carriera di scrittore esvasante. Un condensato di battute così spontanee e così spassose da fare sobbalzare anche i depressi più tetri. Ottima anche la " stimolazione " che ti ha procurato... quella dell'avanzamento accelerato del D.V.D.
Lo so, caro Gigi, che sei curioso di conoscere il mio pensiero su questo regista !!!
Posso solo dirti che ci ho provato, provato ed ancora provato ma ...non sono mai riuscito a vederne uno intero.
E pensare che ero convinto di essere un povero negletto... molto incolto perchè incapace di apprezzare questo eccelso artista.
Tu e gli altri mi avete sgravato da questo complesso. Grazie.
Ho letto la news questa mattina, non sarei intervenuto ma vorrei adesso rispondere al signor Curà. Non mi ritengo miope, deculturato, nè arrogante solo per pensarla diversamente da lei e nè per non elevare a mito questo baluardo girotondino, tutt'altro che odiato dalla sinistra.
Caro Maestro
Peccato che i nostri post siano stati caricati in contemporanea. Avremmo potuto fare un battibecco più effervescente.
Sei rimasto l'unico difensore del Moretti e questo ha colpito la fierezza e la dignità delle tue acculturate convinzioni.
Con te ho sempre evitato di esprimere il mio pensiero su questo regista che tu stimi da sempre. Ti lasciavo manifestare i tuoi giudizi limitandomi ad ascoltarti ... un po' meschinamente. Capivo che non riuscivo a capirlo e questa era il mio convincimento. Però i suoi film non sono mai riuscito ad assimilarli. Mi pervadeva la noia e non sono mai riuscito ad entrare in sintonia con quello che voleva dire.
Tu giustamente asserisci che prima di esprimere giudizi sarebbe doveroso conoscere a fondo l'autore ma sarà capitato anche a te di abbandonare una sala cinematografica o di interrompere la lettura di un libro per inedia, insofferenza od altro.
Sapevo che saresti venuto qui a flagellarci. Ti dirò che nel tuo intervento, contrariamente a quanto mi attendevo, sei stato composto e conciliante. Non ci hai fatto mancare le tue sferzanti argomentazioni ma hai evitato di trattarci come dei buzzurri o degli illetterati. Hai saputo contenere i tuoi istintivi ribollii e questo ti onora.
Alla prossima diaspora, o Prode.
Ciao.
I veri artisti sono sempre stati capiti dopo, sarà un bravo regista, ma a me i film di moretti proprio non piacciono, e ho cercato di guardarne molti, con scarsi risultati !
Ciò non toglie che se vengono finanziati....
Qualche ragione per cui Nanni Moretti infastidisce non solo Gigi.
1. E' un regista fuori schema, personale e non ligio alle mode del mercato.
2. E' un osservatore persino maniacale non solo delle "sue" magagne ( la psicanalisi fa capolino ad ogni sequenza ) e di quelle del nostro paese e perciò scomodo.
3. Non produce "fiction" popolari: e azzarda analisi spietate ( "IL CAIMANO" ) condite da un sarcasmo feroce. Insomma parla molto di sè, come sempre avviene nei maestri veri da Bergman a Fellini, da Visconti a Pasolini, per parlare della società in cui viviamo più o meno consciamente.
4. E' un regista colto (ahi, ahi!) e intelligente ( ahi, ahi, ahi!) che sa parlare in modo rigoroso e con un suo stile specifico: quindi, piaccia o no, è un Autore che, malgrado la qualunquistica espressione di una bloggista, fa onore al nostro cinema ( la signora vada a Parigi e s'accorgerà quanto i francesi lo apprezzino ).
5. Moretti sa "fare il cinema" e non solo perchè lo dico io, e sicuramente non entra tra quegli "autori" che per fare incassi corrono incontro ai gusti del grosso pubblico abituato, come dicevo, a "guardare senza vedere" ( certe commediole recenti e i cinepanettoni. )
6. Il punto più ostico delle opere di Moretti sta nella sua visione in gran parte tutta "di testa" e in tempi dove ( lo vediamo tutti i giorni ) la "testa" è stata soppiantata dalla "pancia" per non dire altro, posso capirne il rifiuto che su questo blog pare tristemente unanime. E che, ti pareva?, è inficiato da posizioni pseudo/politiche che con l'analisi di un film e del suo autore hanno poco da spartire.
Premetto che il giudizio non è politico.
Amo il cinema di Moretti. Ho imparato ad amarlo dopo uno dei film più belli che abbia mai fatto: "Caro Diario". Da allora non me ne sono perso uno e mi sono riguardato più volte anche i film più vecchi. Sono opere che entrano molto nel suo personale. Che è fatto dalle sue manie, dalle sue passioni temporanee, dalle sue passioni civili e dalle sue passioni politiche.
Non è un regista semplice. Non è Dino Risi nè tantomeno Monicelli (anche se io amo entrembi). Ma non è neppure Fellini o Visconti. Il cinema di Moretti è morettiano. Si introduce nella critica spietata del suo mondo che è il mondo della sinistra. Spesso da buon sinistrato (come direbbe Berselli) entra nel nostro mondo e lo critica. Basti pensare a Palombella quando impazzisce durante una tribuna elettorale in tv o a Aprile quando rimbrotta contro D'Alema in un dibattito sulle elezioni del 96, peraltro vinte dall'Ulivo.
Non ci sta sempre simpatico a noi di sinistra. Troviamo odiose spesso alcune sue battaglie. Ma è il nostro mondo e noi spesso siamo così. A chi non l'avesse visto consiglio "La Cosa". Un documentario sulla svolta della Bolognina che va a curiosare nei dibattiti delle sezioni in cui emerge uno spaccato originalissimo della sinistra italiana.
Ma qui si parla di Habemus Papam. L'ho trovato bellissimo. Anche se sicuramente non il migliore dei morettiani. Ma va ad indagare nella società italiana da un punto di vista tutto di Moretti. L'inadeguatezza moderna di una persona, prima che di un cattolico. I dubbi e le ansie del mondo in cui viviamo. In questo senso faccio fatica a capire le vostre critiche più politiche.
Mi è piaciuto. Anche se è il punto di vista di un ateo e come nella "Stanza del figlio" (che reputo il suo capolavoro) non c'è fede e non c'è redenzione, ma solo la visione materialistica delle cose.
Da cattolico praticante credo sia un altro punto di vista e mi aiuta a capire un mondo che non è il mio, ma che rispetto. Michel Piccoli poi è perfetto, ma anche i comprimari lo sono da Renato Scarpa al cardinale sudamericano.
Un bel film e come sempre una perfetta colonna sonora ricercata e in asse con la pellicola. Anche se io ero molto scettico dopo l'abbandono di Piovani. Questo Piersanti alla seconda collaborazione dopo "Il Caimano" è molto bravo anche se credo che il buon Nanni metta lo zampino anche sulla musica.
Insomma dopo "Il Caimano" che mi aveva molto deluso ho trovato "Habemus Papam" molto bello e un altro film italiano che ci fa riflettere. Credo che il cinema italiano stia vivendo un bel periodo. E credo sia anche questo un po' merito di Moretti che negli anni non felicissimi del nostro cinema ha prodotto belle pellicole apprezzate anche all'estero, ma ha anche allevato bravi registi come Molaioli, Sorrentino e i più vecchi Calopresti e Lucchetti.
Grazie Nanni.
Stupendo il suo inizio discorso con premessa non politica.
Mi chiedo se lei sarebbe riuscito a snocciolare un discorso uguale, acculturato, penetrante, direi radical chic, se il regista fosse stato un altro..... ad esempio un Martinelli, si quello di Vajont! E' pur sempre un italiano seppur meno premiato forse perche' ha fatto pochi girotondi! Forse perche' non apertamente schierato?
Cerchiamo di essere veri e dire in modo chiaro: "Riconosco che sia un regista di nicchia e di difficile comprensione ma mi viene da difenderlo perche' e' colorato come me."
Siate veri e meno politacanretorici! Con o senza cinema in bianco e nero o a colori!!!!!
Ho visto il film di Nanni Moretti "Habemus Papam" al cinema parecchio tempo fa; mi è piaciuto talmente tanto che me ne ero completamente dimenticato.
Ora dopo l'articolo di Gigi - qualcosa mi è tornato in mente e precisamente otto-virgola-cinquanta-centesimi- di euro veramente spesi male.
E mi è tornata in mente anche - nella seconda parte - la lunga tediosissima sequenza della partita di volley, per attribuire alla quale (partita) qualche valore simbolico e/o allegorico bisogna - a mio avviso - fare un esercizio intellettualoide - direi - di grande acrobazia e spregiudicatezza.
Mi permetto una chiosa sul rapporto Moretti/francesi. Intanto il film in Francia non è stato accolto molto bene. Moretti gode della simpatia di una specifica parte della critica cinematografica francese mentre il positivo rapporto col pubblico - spesso citato - è molto discutibile.
I francesi in generale amano i film italiani ma solo se parlano e descrivono un 'Italia povera corrotta, arretrata mentre rifiutano di apprezzare e considerare buoni i film dove l'Italia è descritta moderna, progredita, tecnologicamente avanzata ecc ecc. E questo atteggiamento è trasversale rispetto al regista e/o agli attori.
Se qualcuno sentisse l'esigenza di cogliere l'occasione di rivedersi il film dedicato al nuovo Papa, io rammento quella che fu la mia visione!
Brontolo Ne
17/10/2011Solo per farti sapere che ho letto il tuo pensiero e che lo condivido al 100% , dire qualcosa in più, od in meno sciuperei l'armonia del ragionamento.