Finalmente un po’ di giustizia! Il nostro caro Giovanni ce l'ha fatta: da solo, armato di sola tenacia e senza tante "spinte". Che venisse premiato con il Nobel era nell'aria da tempo, ma ora è una realtà. Adesso quel prestigioso premio lo può stringere orgogliosamente tra le mani (gentilmente offerto dalla Oreficeria di Romano Moglia).
L'ho incrociato oggi in via Garibaldi, vestito di tutto punto, con la solita sigaretta in bocca, la cartella a tracolla e con ben stretto a sé l'autorevole riconoscimento... non sarà pesato meno di una decina di chili. Un’attestazione conseguita grazie alle sue teorie sulla fisica teorica o come dice lui "quantistica".
Dopo qualche minuto lo ritrovo al Bar Lucia, occasione per offrirgli il caffè e rivolgergli qualche domanda, una simile opportunità non capita poi tutti i giorni. Così, mentre mi spiegava come ha ottenuto il riconoscimento, mi ha mostrato fieramente gli appunti con indicata la sua formula, tutta scritta doverosamente in inglese e di suo pugno, oltre alle valutazioni della commissione per il conseguimento dell’onorificenza.
Oltre ad autorizzarmi a pubblicare uno stralcio dei suoi studi (in allegato), mi ha anche dato appuntamento per il giorno seguente, con la raccomandazione di stampare questo articolo per l’autografo di prassi: "A domani allora... grazie!".
Così, dopo i doverosi convenevoli, lo saluto con una forte stretta di mano: “Bravo Giovanni! E adesso non dimenticarti noi… aspettiamo la cena di gala e mi raccomando, non tirare bidoni che mi comprerò anche lo smoking”.
P.s.
Ci tengo a precisare che queste righe non vogliono assolutamente rappresentare una mia personale presa in giro di Giovanni, mi limito solamente a stare al gioco, come lui fa con tutti noi.