58 - 27 Febbraio 2025
I Veglioni all'Orfeo
Era il tempo in cui Bedonia disponeva di una sala adibita a cinema-teatro
Il cinema-teatro Orfeo fu costruito nel 1948 in un "angolo verde" di Bedonia, in quello che allora era il Foro Boario, terreno che i Bedoniesi chiamavano "a Ciosa". Quel nuovo cinema, realizzato dal signor Lorenzo Tonelli (papà di Renzo), già proprietario di due sale a Borgotaro, andò a completare il desiderio di un uomo che voleva dare un tono di modernità all’intera valle. Questa nuova sala portò una ventata di freschezza al paese, in particolare durante gli spettacoli della domenica pomeriggio, tanto da vedere biciclette parcheggiate un po’ ovunque, segno tangibile del gradimento di quella novità tanto attesa.
Maria Pina mi racconta anche che, prima di allora, per il “cinematografo” si andava al vecchio e sconsacrato Oratorio dei Disciplinati, dove venivano proiettati, in gran parte, film comici e drammatici. Un luogo un po’ dimesso, con il pavimento inclinato e una piccola platea, dove si vedevano film in bianco e nero con Stanlio e Ollio, Amedeo Nazzari, Yvonne Sanson, e tanti altri che facevano ridere o piangere, come ad esempio Catene, Il bacio di una morta o Malinconico autunno: “Quando uscivano dalla sala, c’era sempre qualcuno che chiedeva com’era il film… e noi, sorridendo, rispondevamo con entusiasmo: bello, bello, ma ó piansöju tüttu u tènpu”.
Il nuovo cinema Orfeo, però, non era solo una sala per il grande schermo. Era anche un punto di riferimento per le filodrammatiche locali e per le esibizioni delle corali del paese, tra cui si ricordano, con affetto, le esibizioni della bravissima soprano borgotarese Carla Baduini.
Durante gli anni Cinquanta, la sala dell'Orfeo, con il suo ampio parquet sgombro dalle poltrone, si trasformava in un luogo di danze e allegria in occasione dei veglioni di Carnevale e Capodanno.
Per il Carnevale, gli uomini indossavano l’elegante costume “Domino” e le donne sfoggiavano abiti eccentrici, cuciti appositamente per l'occasione. Le mamme delle ragazze erano felicissime di questa loro opportunità, tanto da confezionare abiti da sera stravaganti e al contempo raffinati, in modo da valorizzare al meglio la bellezza e le grazie delle figlie. A San Silvestro, invece, le signore e le signorine, elegantissime nei loro abiti lunghi, erano sempre accompagnate da uomini in giacca e cravatta. Ogni coppia sembrava uscita da una vecchia fotografia in bianco e nero, pronta a vivere una serata fatta di sogni e divertimento.
In entrambi i veglioni, al rintocco della mezzanotte, le danze si fermavano, e quasi tutti filavano fuori per accomodarsi nelle osterie del paese. C’era anche chi andava all’albergo San Marco, ma non tutti potevano permetterselo: lì il conto era un po’ più salato che in altri locali.
La maggior parte prendeva posto nelle osterie, dove il piatto di anolini fumante era l'ideale per riprendersi dall'euforia del ballo. Pochi ordinavano anche il secondo, ma tutti si concedevano un dolce: cacio bavarese o croccante. Poi, verso l’una, tutti ritornavano all’Orfeo per un altro ballo e continuare a festeggiare fino alle due, quando la serata si chiudeva. La via del ritorno era accompagnata da delicate risate e da qualche chiacchiera riparata nel bavero del cappotto, puntualmente alimentata da qualche strana coppia formatasi in contesto danzereccio.
Solo qualche ometto poteva essere visto barcollare un po', ma era solo l’effetto di una serata di puro piacere. La serenità di quei momenti si respirava in ogni angolo del paese, dove la vera magia non stava nei festeggiamenti sfavillanti, ma nella semplice essenza di una comunità che si ritrovava per condividere un allegro momento di spensieratezza.
Per la cronaca, il cinema Orfeo, venne poi ceduto agli inizi degli anni ’70 alla famiglia Lagasi, di Genio e Nilo, e continuò ad ospitare sporadicamente alcune manifestazioni teatrali, come ad esempio i firossi ideati da Arturo Curà o da Renato Cattaneo (con il gruppo Val Zirana); mentre dal 1978 al 1985 venne gestito da Gino Vaccari e Giuliano Bernabò, ed anche con questa gestione continuarono, oltre alle proiezioni, le sarete danzanti e gli spettacoli teatrali-musicali; tra questi voglio ricordare due manifestazioni organizzate nel 1981 dalla Pro-Loco di Bedonia (Presidente Zeffiro Squeri): quella con il Dj Claudio Cecchetto, per l’uscita di "Gioca jouer", e l'incredibile concerto jazz di Sam Rivers.
Calato il sipario definitivamente, alla fine degli anni '80, venne trasformato in un fabbricato abitativo e commerciale (oggi sede dell'ufficio postale).
Francesca Danzi
27/02/2025Quanti film con i miei.... erano veramente patiti di cinema. A mia mamma piacevano i film americani, a mio papa' un po' tutto. Allora non c'era la TV.
Con le scuole a vedere Stanlio ed Olio si andava nell'ex chiesa in discesa... quanti bambini eravamo.
Nilo e Genio li ricordo di più, vendevano anche dolciumi. Sono ricordi belli belli. Grazie