58 - 02 Marzo 2024
Costantino "Pulcino"
È il racconto di un "personaggio" della Valceno bedoniese che ha vissuto una vita a suo modo
Nel piccolo paese di Bedonia, c'era un uomo di nome Costantino. Ormai settantenne, egli portava sul viso solo le rughe che testimoniavano il tempo trascorso e le battaglie affrontate. Il suo sorriso, ancora accattivante, accompagnato da una folta chioma e gli occhi che raccontavano storie di vita vissuta, proprio come i tatuaggi che si manifestavano con le maniche della camicia arrotolate.
Costantino non si era mai sposato, eppure, nel corso degli anni, il suo cuore era stato il rifugio di molte donne. Tra queste ci fu anche una ragazza cubana, ma una volta giunta a Bedonia, dopo qualche settimana, fece perdere le sue tracce. C’è chi dice che la sposò a Cuba o forse è solo una delle tante leggende che lo hanno riguardato. Tuttavia, non era uomo da legarsi affettivamente, quell’aria da “tombeur de femme” prevaleva su logica e razionalità.
Fin da giovane, quando lasciava l'osteria di famiglia a Casamurata per esplorare le notti mondane di Salsomaggiore o le balere sul lungomare della Riviera Ligure, la sua aura misteriosa e il suo atteggiamento libertino lo rendevano affascinante agli occhi delle signore più mature. Quando invece ritornava a Bedonia, la compagnia che più preferiva, era quella della briscola. Rimangono indimenticabili le lunghe e burrascose partite al bar Masala.
Tra tutte le sue tante partite ce n’è una passata alla storia. Una trentina di anni fa, all’osteria di Montevaccà, giocò in coppia, ma a sua insaputa, con un “Cangrosso”, fermatosi lì con il suo autista per un caffè: “Oh ecco che è arrivato il quarto… siediti qui con noi che ci manca un uomo… dai Pulcino, tira giù quel carico… ma hai capito come si gioca a briscola o no… Pulcino! Guarda che poi ti tocca pagare da bere a tutti... Pulcino!”. Finita l'inverosimile partita, i due uomini distinti, risalgono sulla Lancia Thema blu e ripartono, probabilmente sogghignando per quanto vissuto. Nel mentre entra Rodolfo e dice: “Ma avete visto chi c’era… e cosa ci faceva qui il Prefetto di Parma?”. Ovviamente tra gli avventori scese il gelo: chi diventò paonazzo, chi scoppiò in una grassa risata, mentre il nostro giocatore affrontò la realtà con un’alzata di spalla. Da quel giorno, Costantino, venne appunto soprannominato "Pulcino".
Nonostante la sua scarsa intraprendenza e il disinteresse per il lavoro convenzionale, Costantino si cimentò in qualche breve impiego: venditore di estintori, di materiale pubblicitario e di prodotti surgelati. Anche il Comune gli offrì l’opportunità di un lavoro socialmente utile, ma pure questo gli scivolò di mano. Anni addietro ebbe anche l'idea di presentare il suo curriculum vitae alla locale Banca Popolare. Il testo che mostrò a noi del bar Mellini, prima di consegnare il foglio allo sportello, lo abbiamo ricordato qualche giorno fa con Nicola e recitava più o meno così: “Uomo di bella presenza ed elegante; capacità e competenza in ambito commerciale; abile a rapportarsi con le persone; portalettere per qualche anno, ma per l’occasione anche cameriere e bar-man... offresi con funzione di messo”.
Ora però c’è anche da specificare che questa lettera fu consegnata a maggio, ma tra le note finali evidenziava, in caso di parere favorevole all’assunzione, che la sua disponibilità sarebbe stata dal gennaio dell’anno successivo.
Così, fino alla fine, il nostro Costantino Beati, ha condotto una vita un po’ travagliata, per non dire border-line, "sbarcando il lunario" alla bell’e meglio, tant’è che il suo periodo bedoniese lo trascorreva in un alloggio di favore messo a disposizione dal Comune.
Il ritornello di una famosa canzone di Orietta Berti sembra adattarsi perfettamente a quello che è sempre stato il suo stile di vita: "Finché la barca va, lasciala andare, finché la barca va, tu non remare, finché la barca va, stai a guardare…".
Dolores
02/03/2024Non lo conoscevo di persona, ma di vista... e mi dispiace sapere che non lo vedrò più per le strade di Bedonia. Certamente apparteneva a quei personaggi che per la loro unicità mancherà al contesto del paese.
Non posso dire di essere stata colpita 'dal suo fascino'... come scrive in generale il Gigi... ma sicuramente lo avevo notato. Aveva un portamento altero che poteva sembrare sicurezza del proprio essere. Ora lo immagino in giro, da qualche parte... mentre con passo dinoccolato... in tutta la sua altezza.... si guarda intorno e a scatti.. .cerca qualcuno con cui giocare a carte...
ciao pulcino... buon viaggio nel paese dei sogni...