Siamo nel periodo compreso tra le due Guerre Mondiali, esattamente al 23 ottobre 1932 - X Anno E.F.. Leggendo l'articolo pubblicato sul Corriere Emiliano - il quotidiano che, durante il periodo del "Ventennio", si fuse con la Gazzetta di Parma - si può comprendere in quali condizioni di isolamento versava il nostro comprensorio appenninico. In questo caso, l'attenzione è rivolta al Comune di Bedonia, ovvero un centro scarsamente collegato da strade carrozzabili, con molte frazioni prive di acqua corrente e con un'insufficienza di opere pubbliche.
Nel testo che seguirà, si delinea un quadro dettagliato degli interventi temporali messi in atto per soddisfare le reali esigenze del Comune bedoniese, anche attraverso i nomi degli Amministratori e dei tecnici dell'epoca. Allegate al testo, alcune fotografie illustrano le opere e le persone menzionate nell'articolo: il geometra comunale Carlo Rapetti e il podestà Avv. Piero Bellentani. È anche visibile un bassorilievo in marmo che era stato rinvenuto, insieme ad altri, nei magazzini del Comune di Bedonia, ed era una delle tante "formelle" utilizzate per rivendicare la paternità delle opere pubbliche.
È risaputo che il territorio del Comune di Bedonia, in gran parte montuoso, è il più vasto della Provincia di Parma. Le sue frazioni, dislocate tra le Valli del Taro, del Ceno, della Sissola e della Leca sono la dimostrazione più evidente della verità suindicata. Da quella di Alpe, il villaggio più elevato della Val di Taro, a Romezzano, che sorge fra i monti Penna, Orocco e Tomarlo, a Cornolo, sulla sinistra del Leca, alle falde del Ragola, a Scopolo sulla destra del Ceno.
Orbene, si trattava e si tratta di far penetrare in questi paesetti, sperduti tra le forre del nostro Appennino, un poco di civiltà, allacciandoli coi centri maggiori di vita, allo scopo di migliorarne il benessere: viabilità ed igiene.
Sono questi i problemi più rispondenti alle necessità degli indigeni a cui, con grande cura, solerte attività s'è dedicato in questi anni, con nobilissimo ardore, il podestà avv. Piero Bellentani e l'Amministrazione Comunale da lui presieduta, con l'alto interessamento di S. E. il prefetto Rizzatti. E la soluzione non ha che in ben minima parte, inciso sui tributi locali, dando così agli abitanti una riprova di oculata e saggia amministrazione.
Attualmente sono in corso di esecuzione: la strada di Carniglia, dalla provinciale sino alla chiesa; quella che mette in comunicazione l'importante frazione di Casaleto con Illica; strade compiute con prestazioni di giornate obbligatorie delle popolazioni interessate, con un minimo contributo da parte del Comune.
Si è poi iniziato il tratto stradale Revoleto-Drusco; e non è mancato il vivo interessamento dell'Amministrazione Comunale, presso la Provincia di Parma per l'attuazione della strada di “Serie 190”, per il cui rapido compimento ha ottenuto buone promesse.
Così sono stati di recente eseguiti gli acquedotti di Monti, Cavignaga, Calice, Nociveglia, Drusco; e si i provveduto alla riparazione degli acquedotti di Alpe e Liveglia. Sono in progetto per la loro immediata attuazione, quello di Carniglia, di Setterone, di Tomba, di Selvola, di Cornolo.
Acquedotti che, con uno sfruttamento delle sorgenti sulle alle pendici del Segalino e del Pelpi, dovranno poi servire sia all'impinguamento dell'acquedotto del capoluogo, come all'approvvigionamento idrico delle frazioni di Montevacà, Bozzi, Roncole, Castagnola, a destra del Pelpirana e di quelle di Prato, Coste, Libbia, Fontanabona, in sinistra del Pelpirana.
Al camerata avv. Bellentani, che coadiuvato dagli altri amministratori e da valenti tecnici quali l'ingegnere Gainotti e il geom. Carlo Rapetti, è riuscito ad attuare, con minimi mezzi, una discreta mole di pubblici lavori se può giungere gradito il plauso, che pur passa, degli amministrati, più gli varrà, a conforto delle difficoltà superate, la concreta e fattiva realizzazione delle opere che restano.