Masanti: 25 aprile 1998. Sono circa le 16 di un tranquillo pomeriggio di primavera, quando la piccola Alice Favolino, di quattro anni, di Milano, che si trova a Masanti di Sotto con la madre e un'amica di famiglia per un periodo di vacanza, cade all'improvviso nel “Lago del Profondo" e sparisce nelle acque fredde e impetuose del torrente Ceno.
Scattano immediatamente le operazioni di ricerca della bimba, insieme a quelle di soccorso nei confronti della madre di Alice, Maria Grazia Frevonesi, che si era buttata in acqua per cercare di recuperare la figlia, dovendo poi aggrapparsi ad una roccia affiorante per non essere lei stessa travolta. Nell’impossibilità di portarla in salvo con l’Elisoccorso, viene raggiunta da due volontari e condotta a riva semiassiderata.
Arriveranno poi sul luogo i Carabinieri di Bedonia, i Vigili del fuoco di Borgotaro, l'elicottero del 118 e quello dei Vigili del fuoco di Genova, i sommozzatori dei Vigili del fuoco di Bologna e quelli dei Carabinieri di Genova; naturalmente, con la presenza continuata dei militi della Croce Rossa di Bedonia. Dopo cinque giorni di ricerche infruttuose e di minuzioso scandagliamento del Ceno, gli uomini dei vari corpi dell'esercito, le autorità locali, il capo di gabinetto della Prefettura di Parma e il padre della bimba, Enzo Favolino, si incontrano a Bedonia per decidere nuove strategie da adottare per ritrovare Alice, e ipotizzano il parziale prosciugamento del “Lago del Profondo”.
Arrivati a quasi due settimane dalla scomparsa, si tenta così di deviare il corso del torrente attraverso una complessa operazione e l'utilizzo di pompe idrovore arrivate da Treviso. Purtroppo anche questo tentativo fallisce.
Trascorrono altre due settimane di ricerca infruttuosa ed angosciante... È il 23 maggio, alle 10,30 del mattino, quando la salma della sfortunata piccola viene ritrovata, incastrata fra le rocce, sotto una modesta cascata, centocinquanta metri a valle rispetto al punto della caduta in acqua.