Girando per la Val Noveglia si ha la sensazione di varcare la soglia del tempo, un po' come chiudere gli occhi e riaprirli in un'altra epoca, come può accadere solo per magia. Oggi ho avuto la conferma che è rimasta quasi come allora, con il calendario e gli orologi fermi agli anni '50, a quando il tutto scorreva lento: le case erano popolate con i loro terreni ben tenuti, gli animali infondevano vitalità alle stalle e con le strade frequentate da carri trainati da buoi o muli carichi di legna.
Una condizione di "isolamento" che fino agli anni '90 poteva raffigurare la morte civile ed economica di questo lembo dell'Alta Val Ceno bardigiana, mentre oggi, e per fortuna, l'essere rimasta così inalterata, rappresenta una vera e propria salvezza. Proprio per queste sue ricercate peculiarità è stata scelta da decine di persone per trascorrervi le vacanze nella loro "seconda casa", ma anche per viverci e lavorarci stabilmente, magari fondando le proprie energie su coltivazioni biologiche o strutture ricettive come Agriturismi o Bed & Breakfast.
Ripassando tra quelle strade che segnano una verde e armoniosa vallata, oggi contrassegnata da pennellate di colori autunnali, ma anche di nuovi cartelli che indicano innumerevoli sentieri naturalistici, ho potuto notare decine di abitazioni "vive", proprio quelle che negli ultimi vent'anni sono state vendute e poi ristrutturate "resuscitandole" così dall'oblio: muri di pietra stuccati a calce e tetti ristabiliti con le "ciappe" d'arenaria, ma anche finestre con le tendine tirate da una parte e con i camini fumanti come ciminiere di bastimenti.
È stato un toccasana per l'anima rivedere persone salutarmi con il sorriso, esprimere gratitudine per quanto gli era stato proposto e per le promesse mantenute, tutte consapevoli di trascorre momenti di vita in un luogo rivelatosi poi realmente intatto e "sano". Una prerogativa questa che sempre più persone ricercano, quasi in modo esponenziale, soprattutto dopo questi ultimi diciotto mesi di "sconquasso" planetario post pandemia.
Arrivato al paese di Noveglia mi fermo per un caffè al bar. Intorno a me distinguo alcuni simboli appartenenti ad un passato ormai remoto, quasi a rafforzare le sensazioni provate tra le curve lasciate alle mie spalle: l'insegna della "Teleselezione", la "Buca per le lettere" e la "Fermata" della corriera. Crediamoci sempre alle favole, a volte accadono per davvero.
Remo Ponzini
22/11/2021Ho letto con grande interesse il servizio che ha caricato l'Esvasante. Il ritorno nelle nostre valli ci fa presagire che sia in atto una inversione di tendenza molto positiva che porterebbe in auge le innumerevoli frazioni dei nostri cinque comuni montani. Non voglio farmi eccessive illusioni ma possiamo dire che, quantomeno, vediamo l'alba sorgere luminosa all'orizzonte.
Ci sono in essere iniziative fruttifere che hanno puntato sul benessere dell'aria e del risanamento di case ma anche su piccole imprese legate all'agricoltura con la produzione di prodotti caseari ed altro. Ci vorrà del tempo ma la mia fiducia appoggia sul fatto che le grandi città, che hanno accolto milioni di persone in cerca di lavoro, siano altamente inquinate e che quindi esista il desiderio diffuso di tornare a vivere in ambienti salubri.
Il tutto porterebbe benefici anche ai piccoli negozi che stanno soffrendo per la scarsità di clientela e per il decremento della popolazione. Occorre che ognuno, nel suo piccolo, faccia la sua parte. C'è un detto che recita: " I veri traguardi non sono scritti su cartelli, sono semplicemente i luoghi dove ci porta il nostro coraggio".