Concordo con Fabio...le tradizioni vanno ricordate, tramandate, rispettate...
Nei miei ricordi a Scopolo, nell'alta Val Ceno, ho anch'io 'a mè 'butèga' che aveva di tutto: "dàre stringhe au risu, dai vèideri ai dadi, dai ciòdi e u lùstru pre scarpe, ai didà, dai curnetti àra conserva"....quella di Pambianchi.
Avevano cominciato Pinèn coa Majetten.na, che pesava minuziosamente la merce coi suoi pesi nella bilancia a due piatti e chiudeva un occhio segnando la spesa dei più umili, nel suo quadernetto... Mentre lui, più allegro e burlone, faceva anche parte (insieme al mio bis-nonno materno, Pinòn), di un gruppo di famosi norcini, chiamati per questo anche in Lombardia dalla ditta Negroni. Poi fu la volta del figlio Drèa e Gina che 'mandavano avanti' anche l'osteria e trattoria dove offrivano anche i loro salumi conosciuti non solo nei dintorni e il vino del loro pergolato. Poi è stata la volta di Giuseppe e Clara. Tradizione tramandata da padre in figlio, in un ambiente familiare e disponibile ad ogni richiesta anche di aiuto..... Spingendo la porta d'entrata, un campanello segnalava la presenza e subito venivi avvolto dal profumo dell'ambiente: un misto di odori e fragranze, di forme e colori e la rossa affettatrice Berkel, cominciava ad affettare a 'cuppa e a pansetta'....
Ora in quella grande casa col pergolato nella piazzetta fiorita, l'emporietto non esiste più, ma rimane a ricordo indelebile del passato, una luvèra appesa al muro con la cassetta della posta e 'u bronzèn' che suona ad ogni presenza che entra e l'accoglienza affettuosa che non è cambiata col tempo....
Chi non è cresciuto con un Amor di Steckli nella vita?? Ci mancherà la gentilezza di Ugo, grazie per lo splendido sorriso ogni volta che venivamo da lei
Molto speciale aggiungo i figli lo sono anke loro sempre sorridenti e instancabili e Maria dolce mite sempre pronta ad aiutare cuore grande ♡♡♡
Lo ricorderò sempre.... Fin da bambino la mia nonna mi portava da te per mangiare i mitici amor.....ciao esempio di professionalità di umanità e di semplicità...un abbraccio enorme alla famiglia...
Mio nonno il lunedì era solito andare a Borgotaro (abitava a Bertorella dove c'ero sempre anch'io) e mi chiedeva sempre "cosa ti porto?" la risposta era sempre la stessa "il cannoncino di Steckli".
Onelio è stato il vero esempio di come si dovrebbe essere dietro un bancone! sempre gentile, educato e con un sorriso per tutti. E questo esempio lo ha trasmesso ai figli.
Un signore e che amor.
Non ho avuto l'onore di aver conosciuto Steckli, o forse non ricordo, perchè le mie 'gite' a Borgotaro erano molto limitate da piccola, ma mi unisco a voi nel salutarlo e nel rimpiangerlo, perchè il passato è nel nostro cuore.
Ogni volta che venivo a Borgotaro i primi accuisti erano i favolosi dolci della pasticceria "dau svisseru"..... Poi ho trovato il suo torrone a San Francisco nel negozio Ferrari Delicatessen.... Il torrone piu' buono che ho mangiato!!!
Lo ricordo e se non sbaglio dicevano "dagli Svizzeri". Tutto questo perchè mia nonna era di Rovinaglia e mia mamma ha abitato in San Rocco.... sono mezzo del burgu!
BRAVO Gigi... Fai sempre degli OTTIMI servizi... Durante i miei giri in Val Taro anni fa sono entrato in questa pasticceria e ho mangiato due paste quadrate ( non mi ricordo più come si chiamavano ) erano BUONISSIME !!!!
Il negozio in via Principale era ORDINATO... BEN CURATO... e mi ricordo la gentilezza dei proprietari. Complimenti... si diceva.. dagli Svizzeri come ha detto giustamente l'Alpino Busi. Io sono di Bedonia e mio padre era Alpino della JULIA... Campagna di Russia...
W GLI ALPINI ...ONORE AGLI ALPINI.
Complimenti Gigi, mentre leggo le tue righe, mi sembra di ritornare in negozio quando da piccolo dopo la messa della domenica in S. Antonino era tappa d'obbligo il cabaret di paste degli "svizzeri"
Un altro pezzo di storia borgotarese ci saluta silenziosamente e se ne va...
Pian piano la vita ci sottrae le persone a noi care,
inizialmente il loro vuoto ci pare incolmabile.
Saranno il ricordo di molti e le testimonianze di chi li ebbe a conoscere in vita
a dare la forza di proseguire.
Per questo sicuramente Paola e Giovanni sapranno come comportarsi domani,
anche se la tristezza ed il vuoto di questi primi giorni li starà avvilendo
la mamma Maria e "da lassù" il babbo Onelio sapranno loro dar forza e coraggio...
Fabio
15/02/2017Come sempre Gigi, molto attento a dar voce a tradizioni e semplici gesti.. Quasi con nota di malinconia per cose che apparivano normali o scontate... Affinché non rimangano solo poche le voci verso queste tradizioni... o ancora trovarsi a scrivere cera una volta... mi auguro che sempre più persone di appassionino a le antiche e semplici tradizioni affinché non si crei solo un ricordo ma un eccellenza, che oggi giorno viene sempre più ricercata da fette della popolazione il cui animo si eleva a premiare chi si propone genuino... Anche nell'innovazione senza però stravolgere... Strizzo l'occhio e incrocio le dita nella speranza che tutti quelli che invece si ostinano a distruggere si informino e traggano delle conclusioni illuminate, su cosa vuol dire amministrare un patrimonio pubblico... Con possibilità di trasformarsi in eccellenza.. Sarebbe un gesto d 'onore soprattutto per le generazioni future...