Fondere in saecula saeculorum
A fondere i nostri tre Comuni ci provò anche Mussolini nel 1928, ma invano
La prima volta ci provò il Governo fascista nel 1928, ma nemmeno Mussolini riuscì in quell’intento già lungimirante, tant’è che nel 1929 la Prefettura di Parma scriveva al comune di Bedonia che il termine per procedere alle trasformazioni era scaduto e che pertanto la pratica andava considerata “Chiusa”, poi ritentarono nel 1942, ma anche in quel caso ci fu il “Nulla di fatto”.
Da quel primo tentativo è passato quasi un secolo e ancora oggi, per la terza volta, stiamo ancora tentando di far ragionare le Amministrazioni comunali e i cittadini, ma i timori, i campanili e le opportunità politiche da sfruttare sono sempre le stesse: “In saecula saeculorum”.
Fusione oppure Unione dei piccoli comuni valtaresi
Un recente provvedimento del Governo, recepito dalla Regione Emilia-Romagna, promuove le fusioni o le unioni tra i piccoli comuni confinanti tra di loro, incentivandole con aiuti di natura finanziaria. Le unioni sono previste per gestire in forma associata i servizi più importanti. Ma i Sindaci cercano in ogni modo di mettere paletti a queste opportunità, cercando di fare nel miglior modo gli interessi delle comunità da loro amministrate, ma ritardando così eventuali decisioni in merito.
In questi giorni è diventata definitiva la fusione tra due Comuni in Provincia di Parma, Sissa e Trecasali, accomunati nella loro storia da secoli di vicinanza e di interessi comuni.
Anche in Valtaro si cerca di aderire a questa opportunità, ma con tanti distinguo. Si sta costituendo una unione dei comuni della vecchia Comunità montana, la quale verrà chiusa il 31 Marzo 2014.
Si tratterebbe di mantenere i servizi in comune che già svolgeva la Comunità montana per conto degli Enti che ne fanno parte. In pratica una riedizione dell’Ente soppresso sotto altre spoglie.
Ma per ora hanno aderito a questa soluzione soltanto Borgotaro, Varano, Compiano, Tornolo, Varsi, Bore, Terenzo e Pellegrino. Il capoluogo di questa unione sarà Varano Melegari, ormai diventato un centro importante e dinamico, mentre a Borgotaro resteranno gli attuali importanti servizi, in primis il distretto socio-sanitario dell’ospedale.
I Comuni di Bedonia ed Albareto hanno votato per un accordo di convenzione tra di loro e quelli di Compiano e Tornolo, che verrebbe così a creare una inedita maxi aggregazione nell’alta val Taro ma, come abbiamo visto, Compiano e Tornolo hanno però optato per un’altra soluzione.
Auspicabile una fusione tra Bedonia, Compiano e Tornolo.
A mio parere per l’alta Val Taro la soluzione ideale sarebbe di costituire una fusione tra i Comuni di Bedonia Compiano e Tornolo ed un'altra tra Borgotaro ed Albareto, con l’eventuale aggiunta di Valmozzola. Le popolazioni di questi due proponendi nuovi Comuni sono accomunate da secoli di storia, di usanze e di dialetto.
I servizi vitali offerti da Borgotaro e Bedonia alle popolazioni dei dintorni, i mercati, le sagre e le fiere che vi si svolgono sono un elemento di aggregazione per tutti i residenti.
Aggiungo che, per quanto riguarda Bedonia, Compiano e Tornolo, il loro territorio è stato nei secoli storici unito in una entità chiamata Giurisdizione di Compiano, istituita dai Landi durante il loro dominio e mantenuta dai Farnese del Ducato di Parma al momento del loro acquisto dello Stato Landi nel 1682.
Soltanto nel 1806 i francesi di Napoleone inglobarono tutto il territorio del Ducato nel loro Impero ed istituirono gli Enti territoriali secondo la loro organizzazione. Il territorio della Giurisdizione di Compiano fu diviso negli attuali tre Comuni; risale quindi a quella data la divisione attuale.
Nei secoli di storia comune gli abitanti dell’alta Valtaro hanno condiviso usanze, dialetto e tradizioni, non sarebbe quindi traumatica una loro unificazione.
La legge del 1928 e la richiesta di unificare Bedonia Compiano e Tornolo.
Anche il Governo fascista aveva suggerito, negli anni ’20 del Novecento: "Una revisione generale delle circoscrizioni dei Comuni prevedendo l’ampliamento o la riunione, o comunque la modificazione del territorio comunale". Questo con Decreto legge n. 383 del 13 marzo 1927, che dava facoltà di proporre al Governo queste revisioni entro due anni dalla pubblicazione del Decreto.
Il podestà di Bedonia Pier Luigi Lagasi, con delibera del 1 giugno 1928, proponeva l’aggregazione a Bedonia dei comuni di Compiano e Tornolo. Faceva presente che le popolazioni dei comuni vicini già da tempo si recavano spesso a Bedonia per usufruire dei servizi che non si trovavano dalle loro parti, per esempio la Pretura, diversi sportelli bancari, l’Esattoria consorziale, due notai, due farmacie, numerosi negozi ben forniti e il Seminario vescovile. L’aggregazione avrebbe eliminato agli abitanti di Compiano e Tornolo l’inconveniente di doversi recare nello spesso giorno al loro Municipio per alcune pratiche e a Bedonia per tante altre.
Il podestà Lagasi faceva presente inoltre che gli abitanti delle frazioni di Compiano e Tornolo avevano migliori mezzi di accesso e minor distanza per recarsi a Bedonia. Citava i villaggi di Cereseto, Dugara, Trario e Farfanaro che erano collegati al loro capoluogo Compiano tramite una mulattiera, ma che la mulattiera per Bedonia era meglio mantenuta perché serviva ai Bedoniesi per recarsi a Bardi.
Lagasi chiedeva anche che Campi e Pieve di Campi, recentemente aggregate da Compiano a Borgotaro assieme all’ex comune di Albareto, tornassero a far parte del nuovo comune di Bedonia. Chiedeva inoltre l’aggregazione a Bedonia del villaggio di Pelosa dal comune di Varese Ligure, data la sua vicinanza a Santa Maria del Taro e la scomodità di raggiungere il suo capoluogo.
Bontà sua, il podestà Lagasi concedeva che Cereseto, Farfanaro, Dugara e Trario potessero essere aggregate al più comodo per loro comune di Bardi.
Concludeva segnalando che il nuovo comune avrebbe avuto una popolazione di 15.298 abitanti secondo il censimento del 1921, mentre coi dati del 31 dicembre 1927 gli abitanti sarebbero stati circa 17.000.
A tal proposito, si può rilevare che la popolazione totale a fine 2012 dei tre Comuni di Bedonia, Compiano e Tornolo è di 5.818 abitanti, un terzo di quanti erano novant’anni fa!
La prefettura di Parma chiedeva al Podestà di Bedonia una approfondita relazione tecnica sulla questione. La relazione, accompagnata da diverse cartine con segnati i confini dei tre comuni unificati, era prontamente preparata dal tecnico comunale Geom. Carlo Rapetti ed inviata al Prefetto in data 20 giugno 1928.
Non v’è traccia nell’archivio comunale di Bedonia delle reazioni di Compiano e Tornolo alla proposta di fusione del podestà Lagasi. Probabilmente avranno lasciato cadere, perché contrari, questa opportunità.
Il 5 giugno 1929 la Prefettura di Parma scriveva al comune di Bedonia che il termine per procedere alle modificazione delle circoscrizioni comunali era scaduto e che pertanto la pratica andava considerata chiusa.
Nel 1942 da Bedonia si ritorna alla carica per una fusione con Compiano e Tornolo.
Il 5 aprile 1942 appariva sulla Gazzetta di Parma un lungo articolo, chiaramente ispirato dal Comune di Bedonia, intitolato "I Comuni dell’alta valle del Taro", nel quale venivano riportati anche gli stessi argomenti evidenziati nella delibera del Podestà Pier Luigi Lagasi nel 1928.
L’autore dell’articolo, partendo dalla descrizione dell’affresco topografico dei dintorni di Bedonia appena dipinto sulla facciata laterale della chiesa parrocchiale, scriveva: "Ci ha suggerito questo studio la sguardo dapprima indifferente, ma poi sempre più interessato, volto nell’estate scorsa ad un quadro topografico grande ed a colori, dipinto sulla facciata esterna della chiesa parrocchiale di Bedonia. Ciò che subito colpisce, esaminando il quadro, sono: la ristrettezza territoriale di Compiano, la stranissima e quasi assurda configurazione del territorio di Tornolo e la grande estensione di quello di Bedonia in confronto agli altri due. A ciò si aggiunga il raggruppamento in una zona ristrettissima dei tre capoluoghi, chiusi in un raggio di poco superiore a due chilometri".
Veniva segnalato che il territorio dei tre Comuni era di Kmq. 373,98 e la popolazione era di 13.454 abitanti.
Come possiamo notare, gli abitanti si erano dimezzati rispetto il 1928, ma erano più del doppio di quelli attuali.
Si parlava delle dieci frazioni passate da Compiano a Bedonia nel 1880, di Campi e Pieve di Campi passate recentemente da Compiano al Comune di Albareto, poi soppresso ed aggregato a Borgotaro e della frazione di Isola passata dal Comune di Tornolo a Compiano a fine Ottocento.
Veniva accennato all’assurdità della località Pelosa appartenente al Comune di Varese Ligure in provincia di La Spezia, che divideva in due il territorio comunale di Tornolo, che sembra una farfalla con le ali dispiegate e con il bruco a Pelosa! Si parlava poi delle varie frazioni dei tre Comuni, delle loro distanze dai capoluoghi, del numero dei loro abitanti e dei servizi a cui potevano accedere, che in pratica si trovavano tutti a Bedonia.
Concludeva che le necessità di queste popolazioni: "fanno risentire a migliaia di individui il peso dell’appartenenza a Comuni i cui capoluoghi sono troppo modesti e lontani da quasi tutti la loro giurisdizione".
Il geom. Carlo Rapetti, letto l’articolo, che forse aveva ispirato lui stesso, scrisse subito una lunga lettera alla “Gazzetta”, facendo la storia del tentativo di fusione del 1928 e parlando della sua relazione tecnica sul tema.
A conclusione della sua lettera, Rapetti scriveva: "I voti del Podestà di Bedonia, per ragioni che è qui inutile riportare, rimasero insoddisfatti. Perciò ho visto con piacere e soddisfazione la pubblicazione della Gazzetta di Parma che riporta in campo una questione che tanto, tanto interessa queste vallate e la cui soluzione nel senso invocato tanto gioverebbe a queste popolazioni".
Anche allora non se ne fece nulla; tra l’altro era una iniziativa non ufficiale e non supportata da leggi che la autorizzassero. Non ci resta che aspettare cosà succederà delle varie proposte attuali di fusioni, unioni eccetera tra i nostri Comuni.
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Quando una questione va avanti, anzi sta ferma, per decine di decenni vuol dire che l'errore sta nell'impostazione del problema.
Evidentemente vi sono interessi contrastanti che più o meno equilibrano le varie opzioni.
Per arrivare ad una soluzione vi deve essere uno, ne basta uno, fortissimo interesse comune, non molti piccoli interessi che in qualche modo forse uniscono, ma uno solo GRANDE preponderante su tutto.
Ancora non è stato "pensato" a questa unica strabiliante motivazione che entusiasmi e che tutti vedano questo comune interesse un vero vantaggio per tutti.
Fino ad ora ho sentito e letto molto, e molte sono le motivazioni la cui sommatoria indica la strada dell'unione, ma è una strada! Occorre una MOTRICE FORTISSIMA che traini su questa strada.
Non so se ho espresso bene il concetto di ciò che penso, ma sono certo che prima che passi un altro secolo a qualcuno si accenderà la lampadina... amen!
Stefano
Un motivo in più per non escludere a priori la possibilità di fondere a tre
Forse bisogna dare una destinazione chiara al malloppo che si risparmierebbe con un comune unico!! Esistono gia' delle proposte?? Quanti soldi si risparmierebbero?? Sono gia' stati fatti dei calcoli??
Sembra sempre di leggere un paradosso. La nostra parte di appennino è già un insieme di "strade culturali" che collegano i comuni interessati, le frazioni, le borgate e le case sparse in campagna, a formare un unicum di popolazione. In tempi come questi dove le vacche grasse sono passate di moda le divisioni politiche senza nessi non hanno più senso di esistere
Se ne parla dal lontano 1928 (86 anni fa) e siamo ancora al nulla di fatto. Questo è uno dei più desolanti esempi della inefficienza e della inettitudine della pubblica amministrazione italiana. Una sorta di codardia che, anzichè affrontare le problematiche del territorio e della popolazione, preferisce fare come gli struzzi nascondendo la testa sotto la sabbia.
Tutto al'insegna del paradosso gattopardesco che "tutto deve cambiare affinchè nulla cambi".
Non ci riuscì neppure il governo fascista perchè i podestà di quei tempi, dopo un apparente interessamento, l'unica cosa concreta che fecero fu di lasciare la pratica in un cassetto sino alla prescrizione.
Ma oggi come siamo messi ?
"Sicut erat in principio et nunc et semper in saecula saeculorum. Amen".(Oggi ho voglia di pregare)
E' una cruda realtà ma è la realtà.
Si preferisce procedere con i vecchi andazzi della politica.
Si chiude un Ente ritenuto inutile e costoso coma la "Comunità Montana" ?
Ma chi se ne frega. Basta crearne un'altro ed il problema è risolto. Si inventa una sorta di "unione di servizi" a cui aderiscono, per ora, una buona parte di comuni a macchia di leopardo ed il gioco è fatto. E la sede dove la collocano ? A Varano Melegari che dista da Tornolo e Compiano una sessantina di km..
A dire il vero è sorto un Comitato con l'intento di informare l'intera popolazione affinchè si possa addivenire, in un futuro non troppo lontano, alla fusione dei cinque comuni della nostra vallata, ma l'impatto negativo che c'è stato con gli attuali amministratori non sembra preludere e nulla di positivo. Ci si arrocca sullo "status quo" e si lascia che gli "altri" chiacchierino invano.
Io credo che il comitato per la fusione dei 5 comuni dell'alta valle del Taro sia invece un esempio gattopardesco di faccio tutto non faccio nulla. Invece di costruire da fondamenta più sicure e più probabili come l'unione dei tre comuni (Bedonia, Compiano, Tornolo) si propone qualche cosa di irrealistico, di storicamente non pertinente e di geograficamente allucinante. Ve lo immaginate il povero sindaco? Dovrà avere una segretaria particolare che gli smisti gli appuntamenti e le visite alle varie frazioni.
Se ad un membro del comitato parli di questo molto probabilmente ti risponde che però ogni comune avrebbe una proria struttura locale... e allora dove sta il vantaggio, il risparmio?
Il perchè di questo comitato non lo comprendo. So solo che sono fortemente contrario. I motivi sono storici, come anche si vedono da questo blog, sono naturali, geografici, sono di continuità culturale, sono di opportunità per i tre piccoli comuni.
Questo non vuole dire che la strada dell'ottimizzazione dei servizi non sia valida. Difatti, e qui lo scrivo così da marcare l'ipotesi (Claudio Agazzi Ipotesi 1.0.1 del 18 Marzo 2014), si potrebbe procedere con un 3+1+1 mutuando uno scheda da calcio a 5.
Fusione di Bedonia, Compiano e Tornolo (il 3), eventuale partecipazione alla fusione di Albareto se gli abitanti di questo comune propendessero verso i tre piuttosto che verso Borgotaro (il 3+1), intensa collaborazione tra il 3+1 e Borgotaro (3+1+1).
Propongo al comitato, il cui unico scopo non condivido, di aggiornare la propria missione e di inserire anche questa ipotesi nella proria agenda dei lavori per farla approdare ad un referendum che contenga tutte e due le ipotesi. Poi come in uno stato democratico è il popolo che decide.
In questo modo un iscritto in più l'avete.
Se invece il comitato ha altri scopi o funzioni meno visibili e più recondite allora ritiro volentieri la proposta sopra indicata.
Cordialmente
Claudio Agazzi
Caro Claudio,
Conosco perfettamente il tuo pensiero perchè, nelle innumerevoli discussioni fatte anche su wwwforumvaltaro.it ti sei sempre espresso verso una fusione a tre in modo esplicito.
Capisco che sia una soluzione più percorribile perchè più facile da concretizzare ma quando leggo del calo verticale dei residenti ho l'impressione che resterebbe un comune troppo piccolo.
Sono però d'accordo con te sulla necessità di non bocciare a priori la fusione formato mignon che prospetti.
Una possibilità non deve esclude l'altra.
Ciao.
Quoto Claudio al 100%; quindi non aggiungo altro.
Indubbiamente, si tratta di argomenti ben noti (almeno al sottoscritto: si veda il mio intervento nel "post" del 3-12-2012), che costituiscono l'abc per orientarsi nel panorama storico e umano delle nostre vallate: la loro riproposta in queste "cronache dal Ventennio" non fa che confermarne il valore. Nessun paragone è invece possibile -caro Gigi!- con l'attuale progetto di unione/fusione di tutti i Comuni posti in Alta Valtaro, progetto che quel panorama locale trasgredisce profondamente...
Concretamente parlando, se proprio sarà necessario (e sottolineo il "se") procedere ad accorpamenti a causa dello spopolamento e della indubbia minore vitalità dei centri montani, dev'essere molto chiaro che questo non dovrà avvenire a scapito delle identità locali, o di quanto ne resta: poiché, se così fosse, sarebbe ovviamente la fine di tutto, tabula rasa -e quindi, il "nuovo" che si venisse a creare un puro riempitivo senza valore.
Mi ha fatto pertanto piacere trovare riproposta, e in particolare da Claudio, l'idea di una "riunione a tre": ma, quanto ad eventuali aggiunte/collaborazioni, il pallottoliere lo userei in un'altra direzione... che appunto la Storia stessa ci indica: cioè, non verso Albareto-Borgotaro, ma verso Bardi, che di Compiano e Bedonia fu il "partner" all'interno dello "Stato Landi", il quale aveva un carattere trans-vallivo (montano, appunto...).
Vorrei aggiungere un'altra forte indicazione, che sempre Mastra Storia ci propone, a riguardo del modo in cui tale unione potrebbe avvenire: come, nei secoli passati, la Comunità ebbe sede a Compiano (contea), ma riservò un posto di speciale rilievo a Bedonia (baronia: in quanto reale centro economico dell'area); così ora, cambiati i tempi, e risultando ormai nettissima la sproporzione fra i due storici luoghi, il Comune dovrà ovviamente aver sede a Bedonia, ma con un riconoscimento per la funzione storica esercitata da Compiano. Credo quindi che dovrebbe chiamarsi "BEDONIA CON COMPIANO", con una formula che coniuga felicemente l'unità e la diversità, e che si trova già utilizzata in una ventina di Comuni dell'area lombarda.
Se poi vogliamo spulciare nei vecchi registri, possiamo anche imbatterci in una presa di posizione del Consiglio Comunale di Bedonia, che il 28 aprile 1880 dava il suo appoggio morale alla ricostituzione della Provincia di Chiavari, abolita nel 1859, alla vigilia dell'Unità d'Italia: decisione, questa, molto significativa, che preludeva ovviamente a un'adesione di Bedonia a quella realtà, di cui culturalmente ancor oggi fa parte cento volte più che del Parmigiano. Quindi: Comune di Bedonia con Compiano, in Provincia di Chiavari, nello Stato... ma sì, che sognare "giusto" non ha mai fatto male a nessuno!
Caro Piero,
davanti alla tua sapienza storica faccio sempre un passo indietro volentieri, ti ascolto sempre con estremo piacere perchè ti so studioso attento di tutto quello che è la storia della nostra piccola valle e in particolare di Bedonia.
Io sono un po' più pratico-pragmatico in questa fase e quindi ho avanzato quell'ipotesi (la 1.0.1) :). Devo dire che anche Bardi potrebbe e dovrebbe essere in qualche modo coinvolto. Potrebbe essere tema di discussione.
Sul nome non sono molto d'accordo invece perché penso occorra tenere presente dell'identità, dignità di ogni partecipante. Se i comuni sono tre significa che c'è anche Tornolo e non perché ha meno storia di Compiano o perché è meno grande di Bedonia va dimenticato. Anzi questa triplice deve servire ad aiutare prima di tutto chi ha qualche difficoltà in più. Capire i valori che possono essere rispolverati e messi in campo per ognuno dei tre comuni.
Io per il nome sarei più orinentato ad un'estensione comune. Alcuni esempi:
Bedonia in Alta Val Taro
Compiano in Alta Val Taro
Tornolo in Alta Val Taro
Oppure
Bedonia de' Landi
Compiano de' Landi
Tornolo de' Landi
Dove il comune è Alta Val Taro oppure De' Landi.
Si potrebbe istituire un concorso per trovare un nome adatto.
Sede comunale Bedonia ma Compiano come sede del consiglio e un pensiero rivolto a Tornolo con Tarsogno e Santa Maria per trovare una giusta valorizzazione.
Claudio Agazzi (Ipotesi 1.0.2) :)
In attesa d'avere una risposta dal comitato dei 5 comuni un cordiale saluto.
Claudio Agazzi
Ps. Grazi Remo per la tua apertura. Grazie Luigi per l'apporto.
La lode di una persona stimabile non può non essere ringraziata, e ciò mi obbliga a rispondere all'amico Claudio anche in merito alla questione "nome": che non è solo formale, ma sostanziale.
Nessuno vuol mancare di rispetto a questa o quella località, ma dare a ciascuno il suo: e qui bisognerà compiere delle scelte -delle quali il nome, appunto, sarà il riflesso.
Per essere chiari fino in fondo, io credo che una unione tra gli attuali Comuni di Bedonia, Compiano e Tornolo trovi la sua ragion d'essere, il suo perno proprio nella vicenda precedente, e per funzionare (con rafforzamento dell'identità di tutto il territorio) debba seguire il più possibile le indicazioni della storia e cultura locale: la scelta di valorizzare i due reali centri storici del nostro comprensorio montano è funzionale a questo; e, nella prospettiva indicata, non è affatto il primo passo verso un allargamento verso il Borgotarese, ma lo esclude a priori e, auspicabilmente, "per infinita saecula saeculorum"... Amen!
Anche io ho già manifestato a Gigi e a Luciano i miei dubbi sull'azione del comitato. La mia paura è quella che, fondendo o unendo 5 o più comuni, si arrivi a perdere la rappresentatività sul territorio. Se ora si può fermare un sindaco per strada per chiedergli il perché di una mancanza o per suggerire un intervento, allargando troppo l'estensione amministrativa, si rischia di non avere più un presidio fondamentale sul territorio. Questo processo può anche portare alla perdita di identità della popolazione locale. Per questo condivido il pensiero di Claudio (l'opportunità di un accorpamento di Bedonia con Tornolo e Compiano) e le indicazioni storiche di Piero (molto interessanti, come sempre). La motivazione di unire i comuni "perché ora ci sono i finanziamenti" mi sembra di una debolezza estrema!
Più che dell'apprezzamento individuale (che ovviamente fa piacere), sono lieto di queste significative convergenze di opinione con persone dotate di forza interiore e altresì molto ben radicate nel contesto locale: anche se a questo livello non stiamo facendo che dell'accademia, è comunque un'accademia positiva e (chi lo sa?) forse promettente...
Come ulteriore chiarimento sull'organizzazione di un possibile Comune "ex tribus", vorrei far notare solo una cosa: che la netta identificazione di un'area centrale "storica" (Bedonia/Compiano) -la quale, come si è detto, serve a dare dignità e identità all'organismo territoriale- nulla toglierebbe alla possibilità di valorizzare attivamente, con specifiche ed adeguate forme di partecipazione e di corresponsabilizzazione, l'intero corpo territoriale nei suoi nuclei più consistenti e caratterizzati.