"Dentro" a quell'11 Settembre

Uno degli eroici soccorritori era di origini bedoniesi e si chiamava John D'Allara.
Oggi ricorre il dodicesimo anniversario del vile attentato alle "Torri gemelle" di New York. 2.752 persone persero la vita, tra cui 403 vigili del fuoco e poliziotti, uno di questi eroici soccorritori era di origini bedoniesi e si chiamava John D’Allara.
Il suo fratello gemello Daniel è venuto a Bedonia nello scorso 20 agosto assieme alla moglie Angela per conoscere la terra da cui nel 1920 partirono il padre Giovanni, la nonna Amabile Devincenzi e i suoi figli ancora piccoli, oltre a Giovanni anche Cesare e Clotilde.
La famiglia proveniva da Costa di Castagnola e da Montarsiccio e raggiunsero il nonno Giuseppe Dallara, emigrato a New York già da alcuni anni e ormai in grado di mantenervi la famiglia, dopodiché, giunti a Ellis Island, il loro cognome fu trascritto in modo inesatto, trasformandolo da Dallara in D’Allara.

Nato nel 1954, John jr. D’Allara entrò nella polizia di New York nel 1983 e faceva parte del "Emergency Service Units", il servizio di emergenza di soccorso dei grattacieli di New York.
Ha perso la vita alle ore 10,29 dell’11 settembre, quando la Torre Nord crollò.
Quel giorno ha lasciato per sempre la moglie Carol, i figli Giovanni e Nicola, i genitori Helen e Giovanni oltre al fratello Daniel. Soltanto sette mesi dopo la tragedia sono stati ritrovati i resti del suo corpo, identificati con la prova del DNA. Si trovavano vicino alla sua pistola, che ne ha facilitato il ritrovamento.
Per il suo comportamento eroico è stato insignito della Medaglia d’Onore del "New City Police Department" e della Medaglia "Heroes of Valor" dal Presidente George W. Bush.
Nella medaglia si legge: “In riconoscimento di un atto individuale di straordinario coraggio eseguito nell’adempimento del suo dovere in imminente pericolo personale per la vita e la sicurezza”. Questo riconoscimento è stato consegnato nel 2008 al padre Giovanni, che allora aveva 88 anni. John D’Allara ha salvato tanta gente, ma non ha potuto salvare se stesso.

Danny D’Allara ha portato a Bedonia una "Shadow Box", una scatola di ricordi dove ha inserito documenti con la modesta storia del viaggio di suo padre con la famiglia, in onore dei sacrifici da italiani per diventare americani. Nel contenitore vi sono inoltre le copie della medaglia d’onore alla memoria di John jr. e il relativo diploma.

Danny ha voluto donare questo importante ricordo al Centro di Documentazione dell’Emigrazione gestito dal Centro Studi Cardinale Casaroli presso il Seminario di Bedonia, dove è stato ricevuto dal Presidente Corrado Truffelli e dai dirigenti l’Associazione. Qui si è a lungo soffermato visitando con grandissimo interesse la documentazione ivi raccolta ed in particolare le numerose foto e documenti riguardanti i suoi antenati della famiglia Dallara, orsanti e venditori ambulanti sin dal Settecento. Ha poi inserito personalmente la sua “scatola” tra questa documentazione, con grande soddisfazione e commozione.

Angela e Daniel D’Allara, presentati da Valerie e Giancarlo Manfredini, sono stati prima ricevuti in municipio dal Sindaco, il quale ha loro rivolto un caloroso discorso di saluto. Alla cerimonia ha fatto seguito uno scambio di ricordi dell’infausto avvenimento, il gagliardetto del Comune e libri di storia locale del "Centro Studi".

All’incontro in Municipio ha partecipato anche Giovanni Ecanosti di Drusco, che, nel 2001, era in servizio come cameriere al 66° piano della torre sud e che riuscì a salvarsi allontanandosi tempestivamente dal luogo di lavoro prima che il secondo aereo si schiantasse contro il grattacielo, nonostante gli dicessero di rimanere sul posto. Era potuto scendere con l’ascensore sino al 40° piano, poi si era bloccato tutto ed aveva dovuto scendere le scale a piedi da quell’altezza. Assieme alla marea di gente che scappava da quell’inferno attraversò il ponte di Brooklyn e, trovato un battello che andava dalle sue parti nel New Jersey, giunse a casa, dove poté conoscere alla televisione quanto era successo. Ecanosti si trovava in vacanza nella sua Drusco, ed ha così potuto raccontare con tanti dettagli la sua drammatica esperienza in quei frangenti.

Bedonia può essere orgogliosa di John D’Allara, questo figlio di emigrati bedoniesi che si è comportato eroicamente, soccorrendo le persone in pericolo in un tragico momento per la sua patria e morendo nell’adempimento del suo dovere.

Le foto della giornata bedoniese



8 Commenti
  1. Anche mio figlio

    Anche Mio Figlio e' Eroe Del 9/11/01, il suo nome e' Andrew Scagnelli ha salvato almeno 12 persone.

  2. Piero Rizzi Bianchi

    Nel momento più terribile e oscuro della nostra recente storia, con le forze del Male trionfanti in un abominevole delirio, quest'uomo dal volto schietto e generoso non ha avuto esitazione a scegliere la Luce, fino al totale sacrificio di sé.
    Che egli fosse discendente di Bedoniesi deve riempirci di orgoglio; ma ancor più credo che il suo comportamento dovrebbe diventare un punto fermo, certamente difficile da raggiungere, ma almeno da emulare nella assoluta purezza di spirito: anche per questo porgo il più vivo ringraziamento al fratello Sig. Daniel per il suo dono che ci ripropone una testimonianza tanto preziosa e viva.

  3. Gabriella

    Un' altra storia che non conoscevo e che coinvolge positivamente il nostro paese e la valle intera. Oggi una preghiera per questa eroica persona e a tutte le altre che hanno perso la vita nelle torri

  4. Federica M

    Sai cos'è che mi fa tremare? Che questo non è un film e che i morti e gli eroi ci sono stati. Onore e gloria a queste persone. Grazie

  5. Gigi Cavalli

    Signor/a Scagnelli, ci potrebbe dire qualcosa di più di suo figlio e della sua famiglia, ad esempio origini e attuale residenza? La ringrazio.

  6. Luciana Sangiorgi

    Non ringraziero' mai abbastanza Gigi per le cose che scrive, siano esse notizie, racconti, sfumature o sensazioni. In un momento in cui in Italia hai il vuoto, il nulla, sentire che c'è ancora nell'uomo un eroico altruismo che porta al sacrificio della sua stessa vita, dona speranza. Grazie Gigi.

  7. Remo Ponzini

    Evito di discettare sull'atrocità dell'accaduto per non ripetere le solite frasi contrite e scontate che tutti conoscono.

    Mi soffermo solo sulle infinite teorie di intrighi e cospirazioni che sono circolate in questi dodici anni. Nacquero in contemporanea all'evento ed ogni giorno c'era qualcuno che sfornava la sua verità appigliandosi a presunte crepe della versione ufficiale o altro ancora.
    Ricordo che anche qui su Esvaso ci fu un duello infinito tra il ruggente Ruggero Raggi,amante delle versioni astrattistiche, ed il pugnace e ringhioso PK, che allocato invece sulle dichiarazioni del governo Usa, si dilettava, nel contempo, a demolire i fantasiosi contenuti della controparte.
    Fu un duello interessante perchè entrambi portarono,a suffragio delle rispettive tesi,le opposte verità infarcite da documentazione attinta squassando il web e tutta la stampa internazionale.

    Resta il fatto che, con il passare del tempo, la diatriba su queste opposte interpretazioni si ammosciò ed ora non se ne parla quasi più. Ma non vorrei che si ammosciasse anche il duo Raggi/PK che diedero lustro a quel dibattito molto interessante e ...divertente.

    Dove siete finiti ??? Siete dei combattenti,dei pugnaci. Fatevi sentire perdio !!!

  8. Dolores

    Ringrazio pure io Gigi che col suo Blog ha permesso, non solo di far 'conoscere' persone eroiche, ma coi suoi argomenti sempre coinvolgenti, interessanti e sensibili, 'tiene anche molta compagnia' alle persone lontane dalle nostre Valli Ceno-Taro, che portano sempre nel loro cuore.
    Un grazie anche ai genitori di quegli eroici giovani periti nelle torre gemelle e anche a chi si trovava dentro a lavorare o di passaggio: non avete idea di quanti cognomi italiani portavano.......

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