L'8 Marzo secondo Roberta

Quando lo scorso anno lessi lo stato di Facebook dell’amica Roberta da “Pietra Ligure”, mi complimentai subito con lei per il piacere di leggerlo e perchè condividevo questa sua riflessione, dopodiché lo copiai. Sapevo che per queste parole, tanto belle quanto schiette, sarebbe venuto il loro momento.
 
Il rametto di mimosa infilatevelo… in un orecchio. Imparate a rispettarci ogni giorno e non crediate di farlo solo perché non ne avete mai picchiata una. Imparate e non darci delle zoccole se siamo indipendenti, a non pensare che siamo stupide se diciamo qualche cazzata ogni tanto, che siamo in preda a tempeste ormonali se ci vedete piangere o ad accusarci di essere pesanti se esponiamo osservazioni intelligenti. Smettetela di dire che in alcuni casi abbiamo le palle, perché noi abbiamo le tette e delle vostre palle non ce ne facciamo nulla se non in una o due occasioni nella vita. Adorateci perché siamo esseri stupendi, tranne che in qualche caso: ma quelle sono ciula, non donne


12 Commenti
  1. Katia

    Grazie Roberta, Grazie GG. Insieme siete riusciti a non rendere banale una giornata dove i luoghi comuni si sprecano, quando sappiamo tutte bene che dal giorno dopo siamo punto a capo. Grazie. Smack

  2. Serena

    Grazie Roberta il tuo pensiero me lo sento addosso.....

  3. Remo Ponzini

    Leggendo l’accorato scritto di Roberta che è, al contempo, un grido ed un atto di accusa nei confronti di una larga fascia del mondo maschile e maschilista che ancora si arrovella a cavalcare posizioni anacronistiche, ci viene spontaneo condividere le sue dimostrazioni intrise di ragionevolezza e di equanimi spettanze. Mi sembra di scorgere nel suo appello un desiderio implorante come se volesse ricordarci e rivendicare quei principi di uguaglianza che sono alla base del vivere civile.

    Ha usato anche modi corrosivi e velenosi dicendo, a noi uomini, di infilarci il rametto di mimosa in luoghi inusuali, ma il messaggio, volutamente sferzante, era volto a farci comprendere che l’ 8 di Marzo è solo una data per ridestare la nostra assopita memoria e che, quello che conta, è il rapporto quotidiano basato sull’eguaglianza e sul riconoscimento di un ruolo che implichi amore vero ma anche e, soprattutto, rispetto e riconoscimento.

    Ricordo benissimo tutto il percorso di emancipazione che si sviluppò dal maggio del Sessantotto in poi. Esplose una rivolta composta da giovani studenti che, dal quartiere latino di Parigi, si diffuse rapidamente in Europa e negli USA. Si contestava il consumismo nascente da un lato e la fine della guerra del Vietnam dall’altro. In questo contesto rivoluzionario trovò una spazio ragguardevole il nascente “femminismo” che, pur mostrando aspetti non condivisibili, ebbe però il pregio di liberare la donna dai gioghi sociali ed ecclesiastici in uso a qui tempi che la relegavano a ruoli di sudditanza.

    Un evviva a questa sconosciuta Roberta ed a tutte le donne.

  4. Dulcinea

    Lo dico da donna. Anch’io come Roberta sento che questa è una giornata strana e pure piovosa.
    Stasera dopo il lavoro, dopo la spesa mi ritroverò con le amiche di sempre.
    Andremo a cena, tante di loro si presenteranno in pompa magna, è la loro serata, forse una delle poche dell’anno, tanto per cogliere l’occasione per lasciare marito e figli davanti alla tv.
    Non andremo a nessun spogliarello maschile, ve lo posso spergiurare, una pizza e poi a casa.
    Posso dirlo? Non vedo grandi cambiamenti nella società di oggi per essere un 8 marzo da onorare.

  5. Renato

    La storia della sconosciuta Roberta non è finita, ahimè, molto bene.
    Ella si sottopose ad intervento chirurgico e divenne uomo: oggi si chiama Renato.
    Vederla passeggiare questa mattina per Pietra Ligure, con la mimosa infilata non nell'orecchio ma là dove intendeva veramente, è stata una pena.
    Evviva le donne!

  6. Fausto

    Scusate se mi intrometto, ma devo assolutamente dire una cosa...

    Meritate di essere festeggiate ogni giorno ed ogni singolo momento della vostra vita, ma non svilite il gesto del dono di un fiore, quello è solo un gesto e rappresenta chi lo compie.

    Forse alle persone che non gradiscono, in realtà, non è gradita la persona che lo compie.

    Io sarò un tradizionalista, ma la gioia che vedo nel volto di chi riceve un pensiero non mi farà mai smettere di compierlo.

    Un bacio grande a tutte voi, e questa sera godetevela in santa pace.

    Ps. anche domani :)

  7. Princy

    Condivido quello che ha scritto Roberta, parole sante, però mi trovo d'accordo anche con Fausto.. personalmente ricevere un fiore dalla persona che amo può solo farmi piacere,anche perché loro non ci festeggiano solo l'8 marzo! ;-)

  8. Arturo Curà

    Per l'anniversario della Festa della donna ( quest'anno in tono non particolarmente eccitante viste le situazioni di un Paese sbandato )ho letto i vari commenti ma, arrivato alle parole di Renato ("la storia della sconosciuta Roberta non è finita, ahimè, molto bene.... etc") ho provato tristezza autentica. Non so se queste parole siano uno scherzo orribile per la loro voluta volgarità o se raccontavano la cruda realtà di questa ragazza di Pietra Ligure.
    Mi sono sembrate proprio parole da "paese moralmente sbandato".
    Comunque, senza alcun tipo di retorica, viva la donna!!!

  9. Gigi

    Arturo, intervengo proprio per chiarire il commento di "Renato" e quindi per rispondere al tuo dubbio.
    Renato ha giocato con se stessa, nel senso che è Renato è Roberta, non sto qui a spiegarti il motivo di questo "scambio" d'identità, ma credimi, era diretto più a me che hai lettori, nel senso che lei sapeva che avrei capito. Tutto qui.
    Confermo che l'amica Roberta è ancora come l'ho conosciuta, ovvero intellligente, spiritosa e sempre una bella donna.

  10. Renato

    Grazie GG

    Mi scuso con Lei signor Arturo, se ho urtato il Suo sentire. Intendevo scherzare con GG e non ho riflettuto sul fatto che altri avrebbero potuto leggere e non capire (perché effettivamente incomprensibile esclusi me è GG). Spero mi vorrà perdonare.
    Roberta

  11. Brontolo Né

    Uomo Donna, Donna Uomo ma che importanza ha! Finisce sempre bene quando un individuo si realizza ed entra nel suo corpo od il suo corpo avvolge o contiene il suo essere.

    Proprio questa sera, parlando con una amica di 76 anni, si è scusata con me per i suoi modi un po' bruschi e sbrigativi dicendo, ma sai Stefano in realtà io mi sono sempre sentita per gran parte un uomo, ma non sono poi stata male in questo corpo, solo che mi rendo conto che i miei atteggiamenti non sono proprio femmiili.

    L'ho abbracciata e gli ho detto capisco! lei mi ha detto che non posso capire; ho risposto : e cosa ne sai tu di me, io sono un vero uomo in tutti i sensi e mi piacciono le donne, ma ragiono spesso come loro e le capisco.

    La natura ha deciso che i sessi per generare figli siano due, ma per il resto non ci ha nemmeno pensato ed ha lasciato ampia facoltà alla casualità e spesso funziona bene , anzi meglio ! alte volte si creano dei marasmi interiori difficili da risolvere in un continuum psicofisco che va da uomo-uomo a donna-donna senza soluzione di continuità.

    Nulla è codannabile (eccetto le perversioni coltivate per il solo gusto del piacere) ma capibile, sostenibile, da comprendere ed accettare per il solo fatto che esiste.

    Il problema sta nel fatto che è faticoso rinunciare ad un po' di se stessi per capire l'altro, dunque il problema è in chi deve capire e non in chi deve essere capito, il secondo vivrebbe benissimo se non avesse da combattere una solitudine interiore indotta.

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