Un americano a Scopolo

La bellissima storia di un emigrato che ritorna in visita al suo paese d'origine
Ogni vecchia fotografia ha sempre una storia da raccontare. Anche questa scattata a Scopolo nell’estate del 1958 ne ha una e potrebbe essere tranquillamente inserita in uno dei tanti film del neorealismo italiano. 

Tutto inizia con il ritorno al paesello d’origine dell’oriundo "Gianin dì Gai" (Gianni dei Galli), uno dei tre fratelli Taravella emigrati a inizio secolo con la famiglia, destinazione New York dove aprì con la moglie, una certa Mendogni di Masanti, una drogheria.

Per festeggiare il suo rimpatrio vacanziero, dopo un mese di baldoria e prima di ripartire, volle riunire tutti i sui conoscenti presso la trattoria Pambianchi, l’invito fu esteso al Sindaco di Bedonia Gianni Moglia, all’assessore di Scopolo Lino Chiappa, al capo degli operai comunali Ugo Medioli, oltre al parroco Don Vittorino Cuppola che per l’occasione ufficiò anche una messa. Per non farsi mancare nulla volle anche la banda, ma quella di Bedonia era stata nel frattempo sciolta, allora chiamò quella di Borgotaro che si esibì davanti al sagrato della chiesa.


Quel pomeriggio giunse in paese un ambulante proveniente da Cavignaga, Mister Taravella lo notò e pensò bene di comprargli tutto il carico di frutta e verdura per donarlo agli abitanti di Scopolo. Tra quei beneficiari c’era anche un bambinetto, a lui toccò una banana. Il giovane Emilio, fiero e soddisfatto di quel suo “bottino”, era la prima volta che ne vedeva una, scappò a casa per gustarsela in santa pace… non si sa se per fame, per gioia o per la non conoscenza di quel frutto esotico, ma di quella banana si mangiò pure la buccia.
Eh sì, fu una giornata indimenticabile, proprio per tutti, anche se a quel punto mancava solo una cosa, una fotografia da poter incorniciare: "Chiamate il fotografo...".

La fotografia scattata al termine di quella bella giornata...



17 Commenti
  1. Brontolo Né

    Caro Gigi,
    il tuo bel racconto mi ha fatto ricordare una giornata trascorsa in famiglia, non si tratta di bucce, ma di noccioli, non ha investito una comunità, ma solo una famiglia, la mia, e mi piace fartene partecipe.
    Il pranzo di Natale, si sa, è sempre stato qualcosa che unisce, in cui ci si ritrova, si riuniscono i parenti, così facevano i miei nonni che riunivano intorno a se tutta la famiglia, ed io, che amo le tradizioni e le conservo, amo riunire a casa mia la famiglia allargata e ci tengo a far bella figura, perché la festività sia lieta. Vengono i genitori i cognati i figli i nipoti i fidanzati, ma al tempo di questo aneddoto i nipoti erano piccoli.
    Avevo comprato una bella varietà di frutta esotica, tra cui qualche avocado che avevo già predisposto, tagliati a spicchi in un vassoio, assieme ad altra frutta in bella mostra di se.
    Degli avocado erano rimasti i caratteristici noccioli a pera che non avevo gettato,ma riposto in una ciotola per non far disordine in cucina e così evitare i commenti delle signore.
    Eravamo in sala a scambiarci doni e convenevoli, a raccontar aneddoti che rallegravano l'amosfera già di suo gioiosa, quando dalla cucina si sentirono provenire rumori secchi, strani, inusuali, toc toc, stunc! Passato l'attimo di perplessità ci affacciamno dall'uscio di cucina ... erano i nipoti che armati di martello e pinze, nonchè di fantasia, messo da parte l'inservibile schiaccianoci, tentavano in tutti i modi di aprire quei noccioli scambiati per strani frutti esotici, Zio !? Babbo !? ma queste noci non si aprono? dovete leccarle piano come gelati dopo un po capirete come fare... ne presero uno per oguno di loro e così iniziò la lappatura dei noccioli!
    E tra le risate di tutti capirono che i noccioli non son noci! Ma anche che nella vita ci si può trovare a dover leccare noccioli duri, meglio però se in allegria tra le persone che ti vogliono bene ed il Santo Natale del 1990 fu un un bel Santo Natale.

  2. ValeBD

    Lo sai che mi piace molto ascoltare questo genere di storie, mi appassionano e mi piace anche sapere il finale.... che fine fece l'americano??

  3. Gigi

    La storia non so se ha un lieto fine oltre a quello narrato, nel senso che da quel 1958 non ha più fatto ritorno a Scopolo, quella fu l'ultima volta... data l'eta sarà senz'altro passato a miglior vita, ma credo che quella giornata non l'avrà dimenticata.
    A sto punto ti posso raccontare anche un'altra storia.
    Ovviamente per quel mese di vacanza ci sarebbero altri aneddoti da raccontare, come quello della sua partenza. Alcuni suoi compaesani lo portarono al porto di Genova per imbarcarsi e nonostante fosse già con un piede sul bastimento trovò ancora 5.000 Lire in tasca, allora decise di scendere e andarono tutti al bar a spenderle, ovviamente quella "bicchierata" costò molto meno e allora comprò per quegli amici diverse bottiglie di liquore fino a fare cifra tonda... Gran personaggio dev'essere stato il nostro Mister Tavarella!

  4. Giulia

    Mia bisnonna si chiama Maria Taravella...
    Ci sono mille storie così divertenti e tristi allo stesso tempo!
    A questo proposito mi ricordo che mio nonno mi aveva raccontato di essere andato a La Spezia da uno zio medico, molti anni fa, quando ancora era bambino... lì mia zia voleva dargli una banana per merenda, ma lui non conoscendo il frutto e non sapendo come fare per mangiarlo lo aveva rifiutato... ma avendo poi visto come i suoi cugini lo gustavano se ne era pentito... così prima di tornare ai Pilati di Scopolo invece di farsi comprare da suo papà il solito coltellino di cui era appassionato si fece comprare una banana...

  5. Giacomo

    Storia incredibile, non inusuale quando di mezzo c'è la vecchia emigrazione.
    Nella foto, alle spalle del sacerdote, Mario Previ (padre di Pier Luigi) ottimo suonatore di "cornetta".

  6. Cristina Vincenzi

    Ciao Gigi,
    questa mattina aprendo Esvaso ho trovato questa bella sorpresa "sul mio Scopolo".
    Ho letto tutto d'un fiato il post e tra commozione e felicità ho ritrovato nomi e personaggi cari alla mia famiglia e alle mie origini, grazie di cuore per questo regalo inaspettato, ma molto desiderato.
    Aspetto te ed Elena ai Pilati.
    Con affetto
    Cri

  7. Marilena

    Non conosco nessuno dei protagonisti però mi sono emozionata, ho rivissuto tante parole raccontate dai miei nonni.

  8. Minerva

    Ci sono miriadi di storie collegate a persone che vengono raccontate troppo tardi. Di solito accade quando queste persone non ci sono più e non si ha modo per approfondirle.
    Io avevo i nonni che sono emigrati negli USA intorno agli anni 20 con famiglia al seguito. Non li ho mai conosciuti ma la loro storia la conosco a menadito.
    Tutte le storie di emigrazione sono storie fatte dignità prima di tutto, vicende di persone forti che non hanno avuto paura di sfidare luoghi sconosciuti. Tutti dovremmo ricordarle di più.

  9. Remo Ponzini

    Molto toccante il ripescaggio di questi reperti di un passato che fu. Pure io fui partecipe di un episodio analogo con lo zio Peppino Caramatti proveniente da San Francisco. Costui, emigrato nel 1900 e già anziano verso la fine degli anni 50, in una sua visita in Italia ci radunò (parenti, amici, conoscenti) presso l'albergo/ristorante Pansa Mora, gestito dalle sorelle Barbieri, dispensandoci un pranzo luculliano che ho ancora impresso nella mente.
    Accumulò una fortuna colossale producendo, fra l'altro, anche l'whisky ai tempi del proibizionismo. Aveva un figlio (l'unico) che possedeva uno yacht di 52 metri.
    Per noi italiani, non ancora investiti dal bum economico, questi racconti, che tracimavano di sfrontata opulenza, ci lasciavano sbigottiti.
    Allora ero in Seminario ed indossavo l'abito talare ma la mia fuoruscita era alle porte.

    Ritornando al caso specifico, ho riconosciuto in quel bimbo alle prese con la banana, Emilio Chiappa, conosciuto ai più come "Bigon". Presumo che questo nomignolo gli sia stato appioppato quando divenne un acerrimo tifoso del Milan nelle cui file militava un centravanti con questo nome. E se lo porta ancora appresso.

    I nostri emigranti, quando ritornavano al paese natio, erano orgogliosi di mostrare il successo economico che avevano ottenuto. Una sorta di rivalsa per i tanti sacrifici compiuti per ottenerlo. La destinazione principale dei bedoniesi erano gli USA, quella di frazioni come Setterone l'Inghilterra e poi Francia, Belgio ed America del sud.
    Quante cose ci sarebbero da raccontare ma per ora fermiamoci qui.

  10. Luciana

    Non é un racconto, é una pennellata di nostalgia per le cose passate che ci appartengono, che ci fanno sorridere di tenerezza. Caro Gigi, anche questo é un profumo.LU

  11. Dolores

    Io sono l'orgogliosa nipote del Lino in questione (il 1°vestito di nero a sinistra) che per quel giorno, nella sua solita veste di 'anche' animatore-promotore, aveva organizzato la festa per l'inaugurazione di uno dei 6 altari laterali: di San Giovanni Bosco.
    Gianin dei Gai, per onor di cronaca, non si chiamava Taravella, ma era famoso per i suoi gesti generosi, come quello sopracitato, come quando, una domenica dopo la messa, aveva offerto a tutti i bambini del paese un cono del gelato Gatto che arrivava con la sua Ape, per le feste dei paesi. Un'altra volta invece, quando un'orchestrina, chiamata al paese per rallegrare la sagra, a sera inoltrata voleva chiudere i 'battenti' per stanchezza, LUI con una GENEROSISSIMA offerta, aveva FATTO proseguire la musica fino al mattino, senza far più sentire né stanchezza, ne sonno... ecc.ecc.
    E come tutti gli emigrati che avevano lasciato il paese, ha continuato a ricordarsi del suo paese: SEMPRE!
    E nell'occasione saluto Giulia e Cristina che fanno parte della 'mia splendida gente'. arevèidese

  12. Dolores

    Dimenticavo di dire specificare che Gianin, al centro della foto, si chiamava Giovanni Chiappa fu Andrea, abitanti ai Galli (Gai) ed emigrati in U.S.A. : entrambi offrirono al paese natio, rispettivamente: l'altare di Don Bosco e l'orologio del campanile (1913).
    Grazie Gigi di averne parlato e anche Remo per aver aggiunto simpatici aneddoti che trascriverò nei miei ricordi di paese. ciao

  13. Gabriella Biolzi

    Vorrei acquistarlo ma abito a Bressanone e dovrei avere + dati per poterlo ordinare. Grazie

  14. Dolores

    Sono ancora io a ri-specificare che il Lino è sì il 1° a sinistra, ma della foto piccola e' vicino ha il sindaco Moglia e dietro Don Vittorio. C'è anche un Taravella Andrea (emigrato poi in America e mai più tornato) ed è ritratto tra Gianin di Gai (uomo robusto al centro della foto).
    Nei due ragazzini inginocchiati riconosco Maurizio Chiappa e Claudio Belli, mio cugino.
    Il gruppo di case sullo sfondo, sono denominate 'ROCCA' crollate negli anni '60, ora sono la mèta di 'ràtipenii' (pippistrelli) e di curiosi come me, alla ricerca del tempo perduto.....

  15. Cristina V.

    ...scrivo su questo post, per dirVi che quest'estate un ragazzo dai capelli brizzolati, ha avuto una splendida idea realizzando un DVD amatoriale sul ns. Scopolo.
    Ha raccolto foto recenti e passate di persone e luoghi, ha inserito filmati sulle celebrazioni solenni che ci sono state in questi ultimi anni e su quelle che ogni anno a fine estate, vengono celebrate nelle varie località all'aperto; insomma una vera e propria chicca, piacevole da vedere e d'ascoltare e devo confessarVi che qualche lacrimuccia mi è pure scappata.
    Complimenti a Walter e hai suoi baldi collaboratori per il risultato ottenuto.
    Un saluto affettuoso da Scopolo.

  16. Dolores

    Grazie Cristina, sei sempre TROPPO gentile e si sta bene a chiacchierare con te, anche se il tempo è sempre tiranno per entrambe. Mio fratello ci ha messo l'anima e ha lavorato un anno per prepararlo il più possibile completo. Scopolo, specie per chi ha dovuto lasciarlo, è rimasto nel cuore! Per questo è stato anche inviato ad alcuni nostri emigrati che, almeno per un'ora e mezza circa, sembrerà loro di essere 'A CASA'. Un abbraccio fortissimo a te e al nostro amato paese natìo.

  17. Dario

    Che bello rivedere persone conosciute e dei bedoniesi cari. ho riconosciuto Ugo Medioli e il sindaco Scarpa

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