Riapre la nostra chiesa
Si è anche provveduto a restaurare le diciotto panche in noce e a riportare al loro primitivo splendore le porte laterali, il tutto risalente al XVIII secolo.
Per realizzare questo nuovo impianto di riscaldamento è stato necessario sostituire la pavimentazione esistente in piastrelle, realizzata nel 1922 dall’Arciprete Mons. Paolo Checchi. Il nuovo pavimento in “marmo di Carrara” bianco e grigio bardiglio, è stato studiato secondo lo stile ligure “a scacchiera” per la navata, le cappelle laterali e la sagrestia; mentre nella zona presbiterale è stato recuperato il motivo a parallelogramma, che fu sostituito nel 1967 per aderire alle norme canoniche emanate dal Concilio Vaticano II, che avevano imposto anche la rimozione della balaustra seicentesca. Quest’ultima, nonostante la raccolte di firme per un suo nuovo posizionamento, non è più stata ricollocata per volontà della Sovrintendenza dei Beni Culturali in quanto “incompleta” in alcune sue parti.
Durante i lavori di rimozione del pavimento è venuta alla luce una realtà sotterranea della chiesa composta da singole stanze utilizzate fino al XVIII secolo per le sepolture dei battezzati, ora sarà possibile intravederne una piccola porzione per mezzo di un cristallo a pavimento.
La chiesa era stata precedentemente interessata anche da altri massicci interventi, tra cui la manutenzione della torre campanaria, il rifacimento del tetto della chiesa e il tinteggio esterno dell’intera struttura.
I lavori fino ad oggi svolti sono stati indubbiamente imponenti (650.000 Euro), resta tuttavia ancora molto da fare. La grande volta a botte affrescata nel XIX secolo ha bisogno di un’urgente consolidamento e restauro finalizzato a conservarne le pregiate qualità pittoriche, così come gran parte delle cappelle laterali gravemente danneggiate da infiltrazioni precedenti provenienti dal tetto.
Da non dimenticare poi il pregiato Coro seicentesco e il grande organo costruito nel 1893 da Giuseppe Cavalli, che ormai da troppo tempo giace silenzioso in attesa di poter fare udire nuovamente la sua potente e armonica voce.
Come già detto i lavori sono stati imponenti e proprio per questo motivo l’impegno di seguirli da vicino, e così a lungo, è stata un’assunzione di responsabilità immane, va quindi riconosciuto all’intero Comitato “Pro-restauro” la più sincera stima per quanto hanno fatto e faranno, con una particolare gratitudine verso il giovane Presidente Filippo Dell’Amico che è riuscito a coordinare, con una passione senza precedenti, l’intero sviluppo del restauro: dalla reperibilità dei finanziamenti, al rilievo delle quote, all’assistenza del cantiere, al vetro rotto della sagrestia. Mi sento quindi in dovere di ringraziarlo a nome dell’intera popolazione di Bedonia per quanto ha fatto e sono certo farà ancora, permettetemi a questo punto una battuta: "Caro Filippo, già ti sento in odor di santità”.
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