A Pierangelo Bertoli

Nessuno ne parla, eppure è stato uno tra i più grandi cantuatori italiani
Oggi "andrò" a Modena, mi piacerebbe parlare del cantautore Pierangelo Bertoli. Non posso occuparmene da bedoniese perchè non era di Bedonia, non posso neppure farlo da parmigiano perché non era di Parma, lo farò allora da emiliano perchè era di Sassuolo.

Il motivo del mio interesse è che vorrei dar voce della sua scomparsa, avvenuta, per chi non lo sapesse ancora, lunedì 7 ottobre. Lo voglio fare perché ho riscontrato che nessun organo d’informazione, all’infuori di qualche sito internet musicale e di alcuni quotidiani, si è occupato della scomparsa di un grande cantautore italiano. Voglio pensare che il motivo sia legato ad una sua volontà postuma, in vita era persona schiva e, televisivamente parlando, certamente non presenzialista, non era di sicuro un idolo delle più giovani e non "chattava" con i sui fans. Ma non voglio nemmeno pensare che i "media" non se ne siano occupati perchè paladino e messaggero di idee “contro” o ancora peggio per non far trasfigurare un velo di tristezza al di là del video "regno del perfetto e del bello", per le sue condizione di salute, lui, della sua carrozzella, ne andava fiero, l’aveva persino messa, anzi imposta, nella copertina di un suo disco.

E’ stato certamente promotore fin dagli anni settanta di problematiche ancora oggi attualissime. Molti non avranno condiviso le sue idee, ma non per questo lo si può mettere in disparte. Credo che sarebbe sempre indispensabile “levarsi tanto di cappello” verso coloro che lottando, denunciando, spesso nella impopolarità generale, sbandierano al mondo il desiderio di manifestare sempre il proprio punto di vista, anche quando è scomodo, perché la guerra, i test atomici, l’ingiustizia verso i meno abbienti e il potere arrogante dei potenti sono tutti temi che prima o poi, al di là del proprio credo politico, sfiorano tutti.

Con l’occasione ricordiamo un suo concerto a Borgotaro in Sala Imbriani, era il 1976 alla presentazione del suo primo album “Eppure soffia”. Ma per capire chi era basta leggere alcuni passi di una sua famosa canzone, il suo autoritratto.
"A muso duro" inizia cosi: "E adesso che farò, non so che dire, e ho freddo come quando stavo solo, ho sempre scritto i versi con la penna e non ordini precisi di lavoro. Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani e quelli che rubavano un salario, i falsi che si fanno una carriera con certe prestazioni fuori orario. Canterò le mie canzoni per la strada ed affronterò la vita a muso duro, sono un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro".

Ascoltando queste parole oggi ho l’impressione che quando le scrisse, alla fine degli anni settanta, intravedesse già il futuro e non solo il suo, perché, continuando la canzone, termina proprio così: "E non so se dopo avrò gli amici a farmi il coro o se avrò soltanto volti sconosciuti, io canterò le mie canzoni a tutti loro, e alla fine della strada potrò dire che i miei giorni li ho vissuti".


4 Commenti
  1. Giacomo

    Eppure il vento soffia ancora....parole alle quali ricorro quando qualcosa non va. Ieri ho postato l"intero ritornello. Avevo bisogno di sentirmelo alle spalle, il vento. Quello che soffia e spinge...

  2. Piero Rizzi Bianchi

    Da "ragazzo anni '70", posso dire di essere stato un fruitore assolutamente imparziale e per nulla fanatico del mondo cantautorale. Con una sola eccezione, appunto il nostro Pierangelo: lui trasmetteva, con la sua persona e le sue canzoni, il vero calore umano, non quello delle melenserie ma quello della dirittura di cuore. Ad onta della contrapposizione ideologica (sulla quale, in quegli anni... neppur io scherzavo), è stato il mio punto di riferimento nel genere, l'unico per il quale mi scaldassi e l'unico che presi la briga di andare a sentire dal vivo.
    Con la sua musica ha dato una grande lezione di vita il cui valore non è stato per nulla scalfito, ma anzi risalta maggiormente quanto più ci incamminiamo nei nostri declinanti tempi...

  3. Anta

    Caro gigi, a muso duro e l'avvelenata di guccini sono tra le mie canzoni preferite....
    ma anche l'autobus è meravigliosa!
    grazie. ora me le vado a sentire

  4. Dolores

    Bertoli mi piaceva molto:con la sua voce calda e profonda, infondeva FORZA e coraggio da vendere e i testi delle sue canzoni 'entravano dentro' lasciando il segno, come le parole di Giacomo: coraggio, volente o nolente, tutto passa sai?
    ....un abbraccio

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