Le parole non sono di carta
No! Per fortuna c'è ancora chi prende in mano carta e penna e compone versi in cui credere e andarne orgogliosamente fieri. E' ciò che ho pensato ieri sera chiudendo il libro di poesie scritto da una stimata e cara amica. Ida Albianti, la "Prof", ha infatti da poco pubblicato con la casa editrice Battei la sua prima raccolta di poesie.
Tra quelle righe ho ritrovato "vitali" i suoi ricordi d'infanzia, gli affetti più cari, l'amore per la propria Valceno, la dolcezza di gesti o consuetudini dissolte nel tempo.
Basterebbe solo leggere il titolo: Le parole non sono di carta, per comprendere quali siano i sentimenti che Ida ha umilmente racchiuso tra quelle cento pagine.
Ha collaborato a questo post:
Accetto volentieri il consiglio....
Appena avrà letto vi mando la mia impressione
Leggendo questa raccolta mi son commossa, emozionata, ho riflettuto... ma soprattutto son riuscita a "vedere" attraverso le parole, le tue parole, simili a fragili foglie che si staccano dall'albero e al vento svelano segreti. Grazie Ida.
non credo che la poesia sia morta, ha preso, più semplicemente, altre strade e forse ha cambiato le sue regole...credo che la poesia di oggi sia la musica...
Vedere il mondo attraverso una poesia è come tenere in mano un sassolino o osservare tutto il cielo in un batter d'occhio ...c'è dentro l'infinito
Non conosco la poetessa per dare giudizi.
So che la poesia è cibo essenziale per l'anima.
Sfamiamoci tutti, quanto più possibile.
Premetto che non mi riferisco a questo volume....dato che non lo conosco....
Io non ho ancora deciso cosa pensare sul genere "poesia".... ce ne sono alcune che ammiro come bei quadri e che mi aprono un mondo..... ma troppi anni di scuola ad analizzare le strutture metriche e le impalcature che la sostengono il più delle volte me la rendono invisa.... Non riesco a fermarmi all'emozione, ma il mio cervello vaga e cerca figure retoriche, rime, rimandi a poeti passati.... Insomma un caos....per non parlare poi dell'interpretazione..... Ho passato tutti gli anni dell'università a pensare che tutte le ipotesi interpretative costruite sulla poesia antica avrebbero fatto rigirare nella tomba quei poveri autori... Loro non potevano più fermare lo scempio e io non potevo che ripetere vuotamente quanto appreso per superare l'esame.... che tristezza!!!.... Sono triste perchè non riesco più a godermi la poesia....
Caro Esvaso, parli di una cosa meravigliosa, alta, capace di regalare emozioni universali.
Un dono riservato a pochi. La Poesia è una cosa seria, come la Fotografia, la Pittura, l'Arte in generale.
C'è poi chi, con rispetto ed un pò di timore, si avvicina a queste discipline e cerca di cogliere e di regalare un'emozione, con più o meno intensità, con qualche nota stonata, con risultati che coinvolgono chi scrive e pochi altri che hanno la compiacenza di leggere quelle parole.
In ogni caso penso che la poesia sia il respiro più profondo della vita, e non a tutti è dato raggiungerlo.
Sperando di non essere tedioso, voglio raccontarvi come partendo da un'emozione grezza scritta di getto sul blog, attraverso un processo di distillazione, ne sia venuta fuori, prima una lettera che è stata pubblicata (con qualche taglio) sulla rivista Runner's World ora in edicola, e poi una bottiglia di vino che vorrei gustare con gli amici del blog.
Spero che ci sia della sostanza e che invecchi bene.
max
1) Acqua e neve.
La neve, come ogni fenomeno naturale, è affascinante.
Poi arriva l'uomo con le sue necessità: legittime ma dagli effetti disastrosi.
Ieri mattina sono andato a correre; la neve aveva interrotto per qualche giorno una delle mie passioni. La pista ciclabile era impraticabile, ho deciso allora di fare la strada della costa fino alla Bertorella. In paese un disastro: cordoli di neve marcia ai lati delle strade, agli ingressi dei viali e dei garage dei cumuli alti e sporchi di fango che impedivano il passo sui marciapiedi. Non proprio uno spettacolo.
Le cronache di questi giorni mi hanno fatto pensare alla "monnezza", ma per fortuna non viviamo quella che si ostinano a definire un'emergenza dopo tanti anni: un ossimoro.
Questa la situazione in paese, dove, quasi tutti vivono la neve come un disagio.
Finalmente, esco dal paese, la strada si presenta come una striscia nera lucente, messa in risalto dai cordoli di neve arrotondati dalla pioggerella della notte e sempre più candidi man mano che mi allontano dal centro abitato.
I prati coltivati, a monte e a valle della strada, sembrano coperte di candida lana che la pioggia ha appesantito facendole aderire al terreno fino a rivelarne le asperità.
Qua e là, i fili d'erba, scampati alla falce estiva, sembrano schizzi accidentali di pennello su una tela bianca e crespa, mentre, i tronchi scuri delle giovani querce sembrano i primi segni decisi di un pittore ispirato. Nel bosco, alcune querce, che conservano il rosso fogliame autunnale, completano la meravigliosa bozza.
Disseminate, a caso, nelle rive scoscese, le bacche delle rose selvatiche sembrano manciate di biglie di corallo che un bambino ha sparso per gioco. Dai roveti più intricati escono in ogni direzione lunghi e verdi tentacoli che artigliano la neve.
Non avevo mai notato che l'inverno avesse tanti colori.
Forse, anche questa, è una delle tante magie della neve.
2) Corsa con la neve.
Ieri mattina sono andato a correre; l'abbondante nevicata aveva interrotto per qualche giorno una delle mie passioni. La pista ciclabile era impraticabile; ho deciso allora di fare una strada diversa.
Appena fuori dal paese, disseminato di cumuli di neve sporca di fango, la strada, bagnata della pioggia notturna, mi si è presentata come un invitante tappeto nero e lucente.
I prati coltivati, a monte e a valle della strada, sembravano coperte di candida lana appesantite dall'acqua; i fili d'erba, scampati alla falce estiva, schizzi accidentali di pennello su una tela bianca e crespa; mentre, i tronchi scuri delle giovani querce, i primi tratti decisi di un pittore ispirato. Nel bosco, altre querce, ancora coperte di rosse foglie autunnali, completano la meravigliosa bozza.
Disseminate, a caso, nelle rive scoscese, le bacche delle rose selvatiche paiono manciate di biglie di corallo sparse per gioco da un bambino. Dai roveti più intricati escono, in ogni direzione, lunghi e verdi tentacoli che artigliano la neve.
Non avevo mai notato che l'inverno avesse tanti colori.
Forse, anche questa, è una delle tante magie della neve. O della corsa.
max
3) Magia della neve
Per giorni ho visto cadere la neve
poi la pioggia, sottile, insistente;
finalmente un raggio di sole mi invita ad uscire.
Corro a lungo, sull'asfalto nero e lucente.
I prati coltivati,
a monte e a valle della strada,
dormono sotto candide coperte di lana
appesantite dalla pioggia.
I fili d'erba,
scampati alla falce estiva,
sono schizzi di pennello sopra un'immensa tela;
e i tronchi scuri delle giovani querce,
i primi tratti decisi di un pittore ispirato.
Nel bosco, altre querce,
ancora coperte di rosse foglie autunnali,
completano la bozza meravigliosa.
Disseminate, a caso, nelle rive scoscese,
le bacche delle rose selvatiche
paiono manciate di biglie di corallo
sparse per gioco da un bambino.
Da roveti intricati escono,
in ogni direzione,
lunghi e verdi tentacoli
ad artigliare la neve.
Non avevo mai notato
che l'inverno avesse tanti colori:
magia della neve.
max