I ragazzi di Graiana

Quattro ragazzi stavano tornando a casa, ma a causa di una forte nevicata persero l'orientamento. Le salme verranno ritrovate il mese dopo. Era il 13 gennaio 1922
È passato ormai un secolo, da quella tragica vigilia di Natale del 1921, quando i fratelli Angelo ed Antonio Pasini di anni 12 e 13, la sorella Elvira, di anni 18 e Briselli Guido di anni 12, trovarono la morte durante una terribile bufera di neve mentre percorrevano il sentiero per Graiana Castello, nel comune di Corniglio, felici di trascorrere la vigilia con i propri cari.

Elvira era a servizio come domestica presso una famiglia di Parma, i ragazzi invece, come garzoni, accudivano il bestiame presso una fattoria a Costa di Lisara, trasformandosi durante l’estate in pastori.

Erano le stesse famiglie, allora numerose, che mandavano a servizio i ragazzi e le ragazze, presso famiglie più benestanti, non avendo i mezzi per un loro dignitoso mantenimento. Talvolta per mesi non rivedevano i loro cari e dunque è da comprendere la loro impazienza nel voler ritornare alla propria casa, per trascorrervi le festività natalizie.

Partiti da Ravarano, dopo una breve sosta a Fugazzolo di Sopra, alla destra del Baganza, decisero di riprendere il cammino nonostante le avverse condizioni del tempo. A nulla valsero gli inviti a fermarsi in paese, dove i compaesani avrebbero garantito loro ospitalità e un pasto caldo, per rimettersi in cammino il giorno successivo. Era tanto però il desiderio di rivedere i propri cari, che decisero di continuare, adducendo il fatto di conoscere perfettamente il sentiero, di essere ben equipaggiati e di avere anche un ombrello per proteggersi.

La neve continuava a cadere sempre più fitta. Il manto nevoso coprì il bosco, nascondendo il sentiero e ogni riferimento che favorisse l'orientamento. Smarrirono così la strada e cercarono protezione sotto un grande faggio. Il freddo però non lasciò loro scampo e morirono assiderati.

L’assoluta mancanza di strumenti di comunicazione, ritardò la notizia della tragedia. Solo due settimane dopo un incontro fortuito a Berceto, tra un membro della famiglia affidataria e un parente dei ragazzi, fece emergere la terribile verità. Furono subito allertati gli abitanti dei paesi vicini che esplorarono ogni angolo del bosco. Con l’aiuto del cane Fido, il 12 gennaio del 1922, furono trovati ancora abbracciati sotto un grande faggio e trasportati in corteo dolente al piccolo camposanto di Fugazzolo dove riposano insieme.

A rendere ancor più doloroso il ritrovamento, il fatto che a pochi minuti dal luogo del dramma, i ragazzi avrebbero potuto raggiungere un’antica casa in località La Vecchia e così salvare le loro giovani vite. La notizia della tragedia, corse veloce nelle valli anche attraverso la narrazione dei cantastorie. Furono inoltre composte poesie e canzoni per mantenere viva la loro memoria. Anche in Val Taro, i nonni, nei giorni delle feste natalizie, raccontano la tragica odissea dei  quattro ragazzi di Graiana Castello.

Alla storia di Elvira, Angelo, Antonio e Guido, lo scrittore Antonio Lucchi ha dedicato un bellissimo libro: “Tragedia sui monti di Graiana. Natale 1921, su quei monti la morte passò”.

Il luogo della tragedia e il libro



4 Commenti
  1. Paolo Agnetti

    Storia che non conoscevo e ancora struggente nonostante sia trascorso un secolo

  2. Roberto

    Chi si straccia le vesti per il cambiamento climatico, addebitandone la responsabilità all'uomo e ai progressi da lui ottenuti con l'ingegno e il lavoro, chissà se (potendo scegliere) preferirebbe vivere nelle condizioni di cento anni fa. Alla faccia della coerenza, ne dubito...

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