Il Collegio del Castello di Compiano
Una mostra per rievocare il convitto femminile condotto delle suore ed istituito tra le mura del castello dal 1900 al 1962
Nel corso degli interventi di ripristino delle opere d’arte e del prezioso arredamento, che ho personalmente effettuato, seguendo l’inventario steso dal notaio che si occupò nel 1987 delle volontà testamentarie della Marchesa e del lascito all’Amministrazione Comunale di Compiano, ho avuto accesso alla “cabina-armadio” di Lina Raimondi, dove era stato deposto materiale eterogeneo: non solo parte del mobilio e delle opere della collezione della Casa-Museo, ma anche oreficerie sacre, libri e fotografie legati al periodo antecedente l’acquisto e la trasformazione del Castello in dimora della Marchesa.
Il riordino a carattere filologico è stato quindi alla base dell’idea di omaggiare la storia dell’ex Collegio Sacro Cuore di Gesù, istituito tra le mura del Castello dal 1900 al 1962. Un periodo relativamente recente del quale, nonostante tutto, si era persa memoria.
Quando svolgo il ruolo di guida alle collezioni museali mi accorgo che un aspetto che incuriosisce i visitatori è la trasformazione in destinazione d’uso che ha avuto questo luogo. Affascina l’apertura nascosta in biblioteca che dà accesso alle antiche prigioni, intimorisce il parquet scricchiolante di alcune sale, stupisce la decorazione in stile floreale con motti in lingua latina della volta della cappella.
Era quindi giusto raccontare la parentesi, tra i mille anni di storia, forse più umile del Castello di Compiano; lontana dall’epopea dei principi Landi, o dall’eclettismo sfarzoso che contraddistingue oggi le sale della Casa-Museo. Il Collegio del Sacro Cuore di Gesù fu fondato per volere del Parroco Don Angelo Nazzani, che si indebitò pur di dare alla sorella e alle fanciulle del paese una possibilità di istruzione decisamente all’avanguardia per l’epoca, in un borgo di media montagna in pieno Appennino. Il video a corredo della mostra ricorda la sua bontà, al limite della santità e le sue “gesta” decisamente eroiche in concomitanza della Prima Guerra Mondiale. La copia del suo testamento e la pergamena del 1903, dono dei Compianesi, aprono la mostra e fanno da corredo alla sua fotografia, un tempo esposta in cappella.
Poi arrivano le protagoniste: le suore. C’è chi le ricorda con tanto affetto, chi un po’ meno perché impartivano una retta disciplina. Nel corso di incontri e interviste telefoniche con le ex allieve, mi sono stati raccontati aneddoti, mansioni di ciascuna suora, donate fotografie. Sono state ricordate Suore che hanno vissuto il Collegio durante il rastrellamento del ’44 come Suor Ersilia, grazie alla collaborazione con l’archivio del Cottolengo di Torino, luogo dal quale provenivano le sorelle che gestirono l’istituto.
Sono stata in grado di ricostruire sala per sala, recuperando alcune immagini dell’epoca, quella della cappella, il cui aspetto oggi risulta pressoché invariato, quella del dormitorio grande, il cosiddetto dormitorio di San Giuseppe, del quale a ricordo è stato esposto un letto in ferro, il porta catino e alcuni ometti di legno, sui quali si legge ancora la scritta “collegio” o il nome dell’educanda e una delle aule scolastiche.
La Marchesa Lina Raimondi Gambarotta ha mantenuto molto di quell’epoca. Anche diversi libri di testo, in parte oggi esposti in mostra, che attestano le materie scolastiche impartite, tra i quali “lavori muliebri” ed “economia domestica”, come si legge in una pagella di inizio secolo scorso.
Una pagella con tanto di “logo” come diremmo oggi; carta intestata dell’istituto con il simbolo del Sacro Cuore di Gesù e la dicitura “Collegio Convitto” in Compiano. Un elemento non da poco per l’epoca, così come la stampa di cartoline di interni ed esterni del Castello ad opera di tipografie rinomate come la Rotocalcografia Civicchioni di Chiavari o fotografie di mano di esperti fotografi, quali i due scatti del 14 agosto 1926, in occasione del comizio di Mussolini a Bedonia, ai quali presenziarono anche suore ed educande e scattata da Luigi Vaghi, titolare della più prestigiosa azienda fotografica di Parma del Novecento. Questo materiale è testimonianza di una forma di “marketing” come diremmo in gergo moderno. Così come la pubblicità comparsa nel 1927 sul Corriere Emiliano, in cui si punta sulla “posizione incantevole” e sulla “retta modicissima” del Collegio, con la speranza di aumentare il numero delle iscritte per il nuovo anno accademico.
Grazie alla ricerca in numerosi archivi, pubblici e privati ho trovato numerose immagini delle collegiali nel corso dei diversi anni e della loro uniformi; ciascuna ragazza veniva portata a Borgotaro affinché una sarta confezionasse l’abito. Sono state esposte testimonianze fotografiche e orali delle gite scolastiche, dei festeggiamenti in occasione del Carnevale, o di quella del Sacro Cuore, in cui la cappella veniva addobbata con fiori di campo e le suore preparavano gli “spumini”, cioè gustose meringhe.
La mostra, inaugurata a metà aprile, sta riscuotendo un buon successo di pubblico: incuriosisce i turisti in visita al Castello, implementando l’offerta culturale inclusa nel biglietto di ingresso, ma soprattutto sta riavvicinando tanti locali a uno dei monumenti simbolo della Valtaro. Diverse sono le ex educande, molte delle quali divenute maestre e insegnanti, che varcano nuovamente il portone di accesso per immergersi tra i ricordi della propria gioventù e che soprattutto mi donano la propria testimonianza: ricordi orali che vengono registrati e materiale fotografico e documentario che sta arricchendo l’esposizione e che mi auguro, possa confluire in una pubblicazione e tramandato ai posteri.
Orari di apertura al pubblico
Maggio e Ottobre – sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 17
Giugno e Settembre – venerdì, sabato, domenica e lunedì dalle ore 10 alle 17
Luglio e Agosto – tutti i giorni dalle ore 10 alle 17
Ingresso solo mostra: 2 euro; Ingresso cumulativo 10 euro adulti; 6 euro (ragazzi 7-16 anni, gruppi min. 15 persone)
La mostra chiuderà il 22 ottobre 2023. Si prevede a Ottobre un incontro dedicato alla storia del Collegio con interventi di testimonianze dirette.