Guido Sghia: barba, capelli e politica
Personaggio bedoniese che dei suoi 94 anni, 74 li passò in barberia, oltre a due decenni impegnati nella politica locale
L’attività iniziò nel 1922 con il papà Alfonso, poi affiancato dal fratello Franco, più grande di Guido di cinque anni. Vent’anni dopo, nel 1943, quando Guido aveva quindici anni, dovette farsi coraggio e mandare avanti la “baracca” con le sue sole forze, passando da garzone a barbiere nel giro di una notte: il papà e il fratello erano stati deportati dai tedeschi verso un campo di concentramento.
Da quel momento toccava a lui aprire e chiudere la saracinesca. Pur temendo il giudizio dei clienti, in fondo era solo un semplice aiutante, si fece coraggio e si buttò, ma grazie alla loro comprensione tutto filò liscio: “Dai Guido, prova a farmi la barba” oppure “Inizia a tagliare i capelli a me”.
La drammatica vicenda famigliare terminò poi a lieto fine poiché, dopo esattamente un anno, i due reclusi, che erano riusciti fortuitamente a fuggire dalla prigionia, tornarono a casa salvi, sani un po’ meno, ma certamente stupiti di trovarsi davanti un “barbiere” a tutti gli effetti.
All’immancabile aperitivo della domenica mattina (vedi video allegato) o in qualche cena, Guido ci ricordava spesso gli anni del dopoguerra attraverso tanti aneddoti vissuti nella barberia: “In quel periodo si andava dal barbiere solo per le occasioni importanti, il matrimonio o per andare a morosa, oppure per la Comunione o la Cresima dei figli, se no il “taglio” avveniva in casa, solitamente fatto a “scodella”. Anche farsi fare la barba era un lusso, quasi sempre accadeva al sabato sera o la domenica mattina, ma una volta al mese, non tutte le settimane… diciamo che non c’era la fila fuori dalla porta. Infatti il barbiere era quasi sempre anche sarto, proprio come mio padre e mio fratello, senza contare che a Bedonia c’erano anche altre quattro barberie oltre la nostra”.
Nella metà degli anni ’70 trasferirà la “bottega” al piano terra della sua abitazione in via Aldo Moro, attività che proseguì, interrottamene, fino al 2017. I calcoli sono presto fatti: dei suoi 94 anni, 74 li ha trascorsi con il rasoio tra le mani, a far sedere i bambini sul famoso “cavallino” e con indosso il camice bianco e forbici e pettine infilati nel taschino.
Per capire quanto era dedito al suo lavoro e rispettoso verso la sua clientela, riporto un aneddoto.
Nel 2005, assieme a Carla e Paolo, andammo in Argentina a trovare sua sorella Anna e tutti i suoi nipoti. Il giorno prima della ripartenza, la compagnia Lufthansa, ci comunica che il volo per l’Italia era in “overbooking” e la possibilità di soggiornare a Buenos Aires, a loro spese, per altri tre giorni. Noi tutti felici, tranne Guido: “Ma non se ne parla neanche! Ditegli che ripartiamo come previsto, devo essere a Bedonia perché sulla porta ho messo il cartello che la bottega riapre martedì 13”... ovviamente ce lo disse in dialetto bedoniese per essere ancora più incisivo. Nulla servì a convincerlo che Giocondo Ponzini poteva anche aspettare a lavarsi i capelli (vedi video allegato), Lino Barozzi o Pompeo Lagasi a tagliarsi la barba (vedi foto allegate), don Renato Costa a farsi il “tagliando” -come chiamava lui barba, capelli e basette- e poco contava che eravamo dall’altra parte del mondo… così salutammo tutti e ripartimmo!
La sua barberia andava però oltre a “barba e capelli”, è sempre stata una sorta di fucina politica, lì si discuteva con passione sia dell’andamento nazionale che di quello locale, e quando c’erano le elezioni amministrative sembrava proprio di essere al bar!
Considerando la sua passione, appare giusto e quasi inevitabile che abbia partecipato attivamente alla vita politica, sociale e amministrativa bedoniese per molti anni, venti dei quali trascorsi con la carica di Vice-Sindaco nell’Amministrazione guidata da Renato Cattaneo, tanto da guadagnarsi l’amichevole soprannome di “Vice”.
È stato anche membro della Pro Loco, della Casa del Volontariato e dell’Asilo Infantile, oltre che militante nella locale sezione del Partito Socialista, fede ereditata dalla famiglia… E quante storie che ha raccontato con il quadro di Giacomo Matteotti appeso in bottega a fare da protagonista, e forse anche “colpevole” della ritorsione che subirono il padre e il fratello!
Tuttavia, per raccontare il suo trascorso politico, non posso che affidarmi a Maria Pina Agazzi, poiché ha vissuto da vicino, da “First Lady” bedoniese, la correttezza, l’amicizia e la lealtà di Guido con il marito Renato Cattaneo: "Guido Sghia è stato per tanti anni Vice Sindaco con mio marito e Bedonia fu il primo paese della Provincia di Parma ad essere governato dal centrosinistra: Guido socialista da generazioni (il papà Alfonso fu per vario tempo vicesindaco, così come lo diventò anche il figlio Pier Carlo), mentre Renato era di matrice democristiana, anche se dissidente e molto critico verso il partito della DC.
Bedonia, proprio in quel periodo, grazie alle capacità dei due principali componenti della giunta, ma anche per la loro reciproca stima, ebbe il massimo splendore amministrativo, certamente favorevole per il periodo storico in cui si trovarono ad amministrare.
Insieme, hanno fatto veramente tanto per il Comune di Bedonia, dalle innumerevoli opere pubbliche, allo sviluppo lavorativo per mezzo di insediamenti di nuove attività artigianali e industriali: agevolarono l’apertura di cinque o sei fabbriche; portarono a insediarsi Carlo Devoti con la sua Scuola di Sport Barilla; realizzarono la costruzione di piscina, campi da tennis e camping; concretizzarono l’acquisto della Peschiera (ora Parco Cattaneo), impostarono il “Tempo pieno” nelle scuole elementari, oltre ad altre opere pubbliche, piccole e grandi.
Insomma, Guido era una persona saggia, sempre appoggiato e aiutato dalla cara moglie Carla: lungimirante e fedele alla parola data, sensibile ai bisogni dei cittadini. Sono certa che ne resterà un bel ricordo".
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VIDEO: Guido e Giocondo
VIDEO: Guido e il Cinema di Bindelìn
Ciao Guido, ciao Grande Nonno.
Non è semplice essere qui oggi senza più poter ridere insieme o ascoltare i tuoi racconti davanti ad una tazza di caffè rigorosamente con tripla dose di zucchero.
Sei stato un nonno generoso che, fin da quando eravamo bambini, ha sempre avuto la capacità , tra un rimprovero e l’altro ( per lo più meritati) di strappare un sorriso ai suoi nipoti. Ti ho sempre ammirato per la tua dedizione al lavoro… ricordo ancora quando ti venivo a trovare con Francesco nella tua amata bottega per poterti disturbare un po’ mentre lavoravi con il tuo camice bianco e le forbici sempre ben affilate; ogni volta riuscivamo ad uscire sempre con qualche soldo in più in tasca e svariati complimenti da parte dei tuoi clienti che sapevo, come Nonno, ti rendevano molto fiero.
Nei tuoi occhi ho sempre visto la felicità di chi amava la propria vita fino a quando questa non è stata rimpiazzata da un vuoto, il vuoto dato dalla perdita della tua amata Carla. La sua perdita ti ha cambiato, ha cambiato le tue abitudini e il tuo modo di vivere la vita , ma ogni qualvolta ci vedevi varcare la soglia dell’ingresso sorridevi… eri felice e questo rendeva felice anche noi.
Vedi Nonno, oggi tutte queste persone sono qui per te… perché sei stato in grado di lasciare qualcosa di buono ad ognuno di queste come padre, come nonno, come amico o semplicemente come parte integrante di questa comunità.
Ci tengo a dirti, a nome di tutti i tuoi nipoti, che tu e la nonna siete stati due esempi… due persone uniche che porteremo per sempre nei nostri cuori.
Ciao Sgudi, dai un bacio a Carla da parte nostra.
Quando sposo' la Carla, insieme alla Giovanna Condorno, facemmo le damigelle con l'abito della comunione. Qualcosina mi e' rimasto impresso, ricordo una bellissima coppia.
Le foto belle Gigi con i bedoniesi che si fatica a inquadrarli, ma poi riguardando vengono alla mente.
Io provo anche malinconia x queste persone che sono mancate... Ha raggiunto Carla...
Un emblema del paese, per anni vice sindaco e soprattutto sempre sul suo "posto di comando" nel negozio di parrucchiere per uomo
Grazie di cuore per questo splendido riconoscimento che aiuta a ricordare chi era il mio grande Papà.
Ho avuto la fortuna di avere due grandi genitori e mi fa molto piacere che vengano ricordati e valorizzati nelle loro doti umane anche da tante altre persone.
A me resterà il ricordo del mio primo taglio di capelli seduto sul cavallino e con mia mamma alle spalle a dire Guido faglieli belli corti
Grazie per l'emozione che mi hai fatto vivere sentendo mio papà raccontare le avventure della sua giovinezza. Per me, i miei genitori, Guido e Carla sono state due persone eccezionali.
Sentite condoglianze ai discendenti di Guido e Carla, due ottime persone indimenticabili. Tra le foto allegate ne manca una molto bella, scattata più di mezzo secolo fa al Bar Italo. C'erano partendo da sinistra:Ninetto, Guido, Emma Piombo, Italo Serpagli e sua moglie Giulia (du Cicchutellu) e il loro figlio Peppino, bambino. Io ne avevo una copia che ho dato alla Ilde di Pizzi (Biolzi) anni fa. A me pare che sia già apparsa in Internet, messa non ricordo da chi.
Peppino Serpagli
Caro Peppino, ciao.
Ne approfitto per ringraziarti dei tuoi preziosi commenti, sempre puntuali, dettagliati e che raccontano sempre qualcosa di nuovo.
La foto a cui ti riferisci, quella del Bar Italo con un giovane Guido Sghia tra gli avventori, l'avevo usata per raccontare la storia del bar:
https://www.esvaso.it/1302/il-bar-italo/
Grazie ancora... l'estate è ormai vicina, quindi, a presto.
Come ho già detto ai suoi adorati figli, una persona che ha dedicato tantissimo tempo per il bene della sua Bedonia che ha tanto amato. Grazie di cuore Guido. Ci mancherai.
Io ero una bimba... andavo dalla parrucchiera con la mamma... ma papà portava i miei fratelli da Sghia e si sedevano sul cavallino... e tornavano a casa con I calendarietti profumati... calciatori per i bimbi... donnine per i papà
Mio padre.... per una vita... .♥️... quante volte l'ho sentito dire mentre si guardava allo specchio.... "devu naa da Sghia"... se ne sono anche andati vicini ...ora lassù si faranno un sacco di chiacchiere... ♥️
Guido Sghia è stato il primo barbiere di mio figlio e lo è stato per tutti gli anni della sua infanzia. Gli avevo scattato una foto seduto sul famoso cavallino mentre Sghia era intento a tagliargli i capelli. Ricordo che rimase commosso quando mio figlio gliene diede una copia per ricordo. Quella foto, Sghia la teneva attaccata allo specchio in mezzo alle decine di banconote e cartoline di tutto il mondo che lo tappezzavano, e lì è rimasta fino alla chiusura del negozio. Che bei ricordi!
Quante volte… ero tanto felice di salire sul cavallino... e mia mamma che diceva a Guido “Glieli facciamo a zero” e Guido che rispondeva “Sotto zero signora?"... Che bei ricordi