Quel povero diavolo di Dante
Bedonia: cambiato il nome del sommo poeta con quello di un medico bedoniese
Non si capisce con quale criterio, oltre al fatto che in quella strada vi abitò l'indimenticato e amato medico e vi risiedano tutt'ora dei parenti del defunto, l'Amministrazione Comunale abbia preso questa decisione.
A Bedonia si costruisce abbastanza, si approvano, anche di recente, dei piani regolatori che prevedono ampie lottizzazioni: una via, una piazza, una struttura, un luogo senza vecchi abitanti da disturbare, non sono certo difficili da individuare. E allora, perché far cambiare documenti e cartacce varie a tutti gli abitanti di una zona? Le prime avvisaglie, nonostante le smentite ufficiali, di un qualche malcontento più o meno anonimo, sono già giunte a vari organi di stampa.
Ma la cosa che mi ferisce di più, e che penso colpisca tanti "foresti", magari turisti, vedendo queste cose da fuori, con un certo distacco, é l'impossibilità di comprendere il perché ragionato della cancellazione toponomastica della figura importantissima, fondamentale, di Dante; padre della nostra lingua e della nostra nazione, addirittura figura insostituibile dell'intera letteratura mondiale. In un mondo che si globalizza, dove si cercano dei tratti distintivi forti, soprattutto a livello nominale, soprattutto a livello di "parole chiave", cancellare dallo stradario il nome di "Dante" non é un atto corretto per le future generazioni e soprattutto furbo per le più elementari strategie di MKT.
Ci si può a questo punto domandare se siamo di fronte ad un rancore scolastico, dovuto a qualche brutto ricordo legato ad un'interrogazione finita male. Oppure se assistiamo una scelta dovuta ad un'indifferenza di fondo per le arti e per l'unità culturale d'Italia.
Si deve per caso chiamare in causa una semplice superficialità valutativa, in termini assoluti?
E' un fine calcolo politico, per caso uno di quelli tanto indecifrabili, tanto cari a qualche vecchia volpe della politica? O cosa? Sarebbe bello comprendere il perchè profondo di questa scelta.
In fondo al politico di turno, tutta questa operazione, indiscutibilmente giusta nei confronti di Italo Berni, ma culturalmente abominevole, magari fatta per avere un po' di notorietà, costa solo un paio di veloci firme su qualche atto.
Al cittadino comune invece, come da italica tradizione, si chiede "solo" qualche infinito casino burocratico: a livello di motorizzazione, di anagrafe, di variazione degli atti notarili, di posta smarrita, di bollette errate, di cartelle esattoriali impazzite. Anche di semplice cambiamento della carta intestata o di indirizzo sulle etichette delle borse da viaggio.