Cronaca di un giorno speciale
Tra il personale e gli anziani in attesa di essere vaccinati
Le classi chiamate in questi i giorni al vaccino sono quelle di persone nate negli anni '30 e '40: all'appuntamento c'è chi è arrivato prima, chi in ritardo di dieci minuti, chi ha sbagliato fila, chi non riesce a stare in piedi e si siede, magari spostando la sedia un po' più in là, o chi si è fatto accompagnare da un famigliare. Insomma lo specchio di una situazione in cui sono avvolte tutte le fasi per affrontare al meglio questa pandemia.
Il personale e i volontari del centro vaccinale fanno la loro parte e l'arma messa in campo è quella praticata da tutti e la più idonea con gli anziani: la gentilezza e l'empatia. Tutte le persone sono accolte e accompagnate all'interno con il sorriso, fatte sentire a loro agio e, quando serve, sdrammatizzando il momento con un po' di galanteria... "Buon giorno Cecco, ma come la trovo bene, un giovanotto" oppure "E lei signora Elide cosa ci fa qui, oggi è il turno dei nati nel 1934".
Poi ci sono le persone giunte lì in anticipo, chi anche di due ore. Queste cercano di non sostare sotto al gazebo d'accoglienza per non intralciare, scelgono un posto sempre all'ombra, nonostante l'aria del mattino sia ancora frizzantina, ma non al sole, lì c'è il rischio di scaldarsi troppo, prima dell'ingresso misurano la temperatura corporea e se questa è alta, son guai: "Non vorrei rischiare di essere rimandata a casa", dice Ada alla sua vicina di sedia.
In ogni caso, i tempi di attesa per i vari passaggi si aggirano attorno ai 30 minuti, fra la sosta esterna e l'ingresso. Il responsabile del centro Avis di Borgotaro-Albareto, Valentino Delmaestro, mi conferma con soddisfazione che in questa struttura, dal 23 febbraio al 31 marzo, sono state effettuate circa 3.000 vaccinazioni e che stanno procedendo celermente, senza intoppi di sorta.
Quel che si può "toccare con mano", guardandosi attorno, è un contesto dove appare evidente la fragilità degli anziani, oltre alla sensazione che il partito del "Io non mi vaccino" non abbia avuto così tanto seguito, lo si comprende dai discorsi che si scambiano le persone, specialmente all'uscita: "Prima non ero tanto dell'idea, ma adesso che mi hanno chiamata non potevo tirarmi indietro", oppure "Medico e infermieri sono così gentili e competenti per non credergli".
Ora si può veramente dire che la situazione stia notevolmente migliorando e così le partite di Burraco che torneranno nuovamente all'ordine del giorno.
Ho provato l'esperienza accompagnando nonna. Sono persone straordinarie e piene di disponibilità ma anche professionali e umane. Il nostro mondo del volontariato si è sempre distinto per disponibilità e supporto. Bravi e complimenti a tutto l'enturage (anche da nonna)
Anchio ho fatto vaccino la settimana scorsa. Ero un po' agitata e preoccupata, così per sollevarmi un poco ho ripensato a quando, diciottenne, non vedevo lora di poter prendere la corriera insieme alle mie amiche per raggiungere il Borgo e poter incontrare i nostri "corteggiatori". Allora (anni 50-60) tantissimi ragazzi di Borgotaro venivano a Bedonia e nascevano relazioni leggere e alcune anche durature.
Pensando a tutto ciò mi sono preparata al meglio, per come è possibile a 83 anni: ho messo il fondotinta, un leggero trucco agli occhi, vestita di tutto punto e sono partita. Arrivata non ho trovato il vecchio corteggiatore, ma persone sensibili, gentili, professionali e un ambiente accogliente, veramente rasserenante che mi ha tranquillizzato e tolto ogni paura. Grazie a tutti i volontari e a Borgotaro!
Cara Maria Pina, con le sue soavi parole di corteggiatori ne troverà quanti ne vorrà!
Che spirito, che carattere, brava, brava!
Buona giornata.
Archaeopteryx