Corchia, la perla dell'Appennino

Uno splendido borgo medievale ben ristrutturato, un esempio di recupero di architettura rurale
Possiamo definirla una perla, un gioiello incastonato nel nostro Appennino. La frazione di Corchia è praticamente eclissata dentro alla Val Manubiola (Comune di Berceto) e contornata da castagni secolari e orti ben curati. Che non sia dietro l’angolo te ne accorgi affrontando le curve che la separano dalla strada di fondovalle.
La prima volta che la visitai era in un giorno d’agosto dell’88, ad accompagnarmi Simona, allora neo Architetta di origini bercetesi: “Non puoi non aver mai visitato Corchia, è il tipico esempio del borgo medievale”. La seconda volta è stata oggi.
In questi trent’anni il borgo è cambiato, ad eccezione di alcune case ancora diroccate, è totalmente ristrutturato, con un metodo diligente a conservativo. Sarebbe da portare ad esempio a molte delle nostre frazioni, “distrutte” e snaturate a partire dagli anni 70.

La strada asfaltata termina alle porte del paese, da lì si prosegue attraverso un lastricato con ai bordi case in pietra, porticati, corti interne, archi, balconi fioriti. Certamente singolare è la sopravvivenza di un antico essiccatoio con il suo “Testo” ancora in funzione. Al centro del paese la chiesa originaria di San Martino con un curioso campanile sorretto da un arco, mentre poco distante ne sorge un’altra, nuova, edificata per volontà dei locali emigrati, un omaggio alle loro famiglie, a le loro origini. Molto bello e caratteristico è anche il suo piccolo cimitero, le cui lapidi sono contrassegnate solo da una manciata di cognomi.

Vita dura quella degli abitanti di Corchia di un tempo. Oltre alla zona del Penna, anche questo comprensorio è stato utilizzato durante la rivoluzione industriale per le sue miniere di rame, lo sfruttamento iniziò nel 1865 e si protrasse fino al 1942. Ai piedi del monte Maggio sono ancora oggi visitabili alcune di quelle gallerie (visita su prenotazione).
Da alcuni anni, l’attrazione principale del borgo, non è tanto il locale Museo dedicato al pittore Martino Jasoni o la Sagra della Patona in agosto, quanto la locale trattoria/pizzeria, nota per la sua pizza cotta nel “Testo” (vedi video), altro gioiello da aggiungere al meraviglioso contesto.

VIDEO: la pizza cotta nel testo


FOTO: girovagando per Corchia



6 Commenti
  1. Antonia

    Bellissimo Borgo e si mangia una pizza favolosA

  2. Luisa

    Conosco molto bene Corchia, avevo una casa a Corchia.. paesino molto bello.. e la pizza sotto i testi buonissima..

  3. Hotel Tre Ville

    Visitare corchia significa entrare in un mondo incantato, tornare indietro nel tempo e ritrovare un'atmosfera di pace e tranquillità che ossigena la mente e rinfranca il cuore.
    L'hotel Tre Ville può organizzarvi escursioni e soste per il pranzo.

    info@hoteltreville.it www.hoteltreville.it
    #parma #tourism #italy #visitparma #foodvalley #hoteltreville

  4. Veronica

    Veramente un sogno a occhi aperti. Tra quei viottoli mancano due personaggi mitici del nostro cinema italiano: Benigni e Troisi nel film 'Non ci resta che piangere'

  5. LILIANA

    NOSTRO NONNO ME NE PARLA SPESSO IL PAESE FA PARTE DEI SUOI RICORDI D'INFANZIA E PRESTO SARO' LI

  6. Graziella Chiappa

    E' un paesino bellissimo, una perla del Medioevo, un borgo fantasitco a pochi kilometri da Bedonia. Io non lo conoscevo e mi e' stato indicato dalla mia amica Mariarita di Scopolo (attualmente e' la nostra tour operator che da quando e' in pensione organizza delle gite bellissime e ci fa divertire un sacco).
    Questa 'perla' nascosta tra i nostri monti e' davvero incantevole: a volte si vanno a cercare paesi esotici dall'altra parte del mondo, mentre, come dice Gigi, basterebbe guardarsi un po' intorno per scoprire 'il nostro Piccolo mondo antico' non di Fogazzaro... ma della Valtaro.
    Mi sono ripromessa di tormarci con calma questa primavera, non ho avuto tempo di assaggiare la famosa pizza fatta col testo, ma ho preso un gelato buonissimo nell'unico locale di Corchia.
    Saluti a tutti quelli che mi conoscono e in particolare a Mariarita e Dolores. Ciao Graziella.

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