Il ritorno di don Lino

Mons. Lino Ferrari lasciò l'incarico 20 anni fa, ora torna al seminario di Bedonia come rettore
Nell’atrio del seminario c’è fermento, un andirivieni di persone, di ospiti, sacerdoti. Anche la saletta per le udienze è occupata. All’ora convenuta si apre la porta, esce mons. Lino Ferrari, anche se per me e per molti resterà semplicemente don Lino. Ci scambiamo un sorriso e un abbraccio, penso che per entrambi sia per il piacere di rivedersi nuovamente a Bedonia. Da quando la lasciò sono trascorsi vent’anni.
La chiacchierata inizia proprio su questa circostanza: “I tempi sono cambiati, Bedonia non è più la stessa e soprattutto sono io ad avere vent’anni in più, considerando che in questo luogo vi ho trascorso otto anni da seminarista e venti da prete”. In pratica il seminario è la sua “seconda casa”.

Dopo qualche anno trascorso nella parrocchia piacentina del Preziosissimo Sangue, il vescovo lo nomina curato a Bedonia, era il 1977. Dopo tre anni la nomina a direttore spirituale del seminario, in seguito divenne prorettore, economo e infine rettore, era il 1992. “Nel 1981, quando venni assegnato al seminario, c’erano ancora al suo interno otto seminaristi, ma fu anche l’ultimo anno ad accoglierli”. Un problema enorme, proporzionato alle dimensioni della struttura: “Non poteva e non doveva trasformarsi in un’immensa scatola vuota, ma come mantenerlo?”.

È stata questa la sua prima considerazione. Da lì l’intuizione di ristrutturarlo, di adeguarlo ai tempi, dargli nuovo slancio, nuova luce. Una trasformazione per renderlo un centro di spiritualità, un luogo di cultura e non un semplice ostello. Terminato il primo stralcio di lavori (1988), presero così forma la Biblioteca, la Quadreria, il riesame scientifico del Museo di storia naturale, il Planetario, il Museo Romeo Musa, la sala convegni. Una trasformazione proseguita poi da don Piero Lezoli che lo sostituì come rettore nel 1997.

Come già detto, da allora sono passati vent’anni. Qualche mese fa la richiesta del vescovo di Piacenza Gianni Ambrosio di assegnarlo nuovamente al “suo” seminario: in effetti di quel luogo conosce “vita, morte e miracoli”. Don Lino appare così la guida ideale per ristabilire equilibrio dopo un periodo di forte disagio e profonda crisi. Una scelta verosimilmente adottata dopo le diverse pressioni di ex alunni, sacerdoti legati a questo luogo e da una parte importante della popolazione della Valtaro, amministratori compresi.

Senza dubbio don Lino saprà gestire la situazione con delicatezza e saggezza, doti che l’hanno contraddistinto anche durante gli anni in cui ha ricoperto il gravoso incarico di vicario generale della diocesi; e senza dubbio saprà, con l’aiuto degli altri sacerdoti presenti in seminario e dei collaboratori, valorizzare ancora questo “faro” delle nostre valli, facendolo tornare un centro fondamentale per la cultura, la formazione e la devozione mariana.

Prima di salutarlo ho voluto fargli una domanda precisa, cosa avesse pensato la prima mattina che si è risvegliato in seminario: “Da questo momento avrò molto lavoro da fare, la priorità sarà il recupero della serenità di questo luogo e successivamente i nuovi progetti”. Infine il suo ultimo pensiero è andato alla Madonna: “Maria che per noi è Madre di Consolazione mi aiuti e assista, perché io sia in grado di assolvere al meglio a questo importante nuovo incarico che mi è stato affidato”.

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LINK: A ciascuno il suo?

FOTO: l'insediamento in cripta



11 Commenti
  1. Federica

    Vescovo che ha saputo ascoltare il grido di aiuto lanciato da Bedonia e dall'intera valle

  2. B.B.

    Ormai era evidente che al Colle qualcosa non andava e una pezza andava messa. Bentornato a Bedonia Don Lino e che la Madonna di San Marco assista il compito assegnato

  3. Paolo

    Grande Don Lino ha fatto scuola a me e mia moglie e ci ha anche sposato nella Chiesa di Alpe. Grazie Don che Dio ti benedica.
    Paolo e Giuseppina

  4. Piero Rizzi Bianchi

    BENTORNATO!!!
    Difficilmente ci poteva essere un'occasione più adatta per questa parola piena di felicità.
    Considero "don" Lino un caro amico, oltre che una figura di primo piano per (=a favore di) Bedonia: i miei auguri sono, quindi, doppiamente convinti e partecipati.
    E che il Signore gli doni le forze fisiche e spirituali per ben operare: ad multos annos!

  5. Giuseppe Busi

    Caro Gigi, allora abbiamo frequentato insieme il seminario ci incontriamo spesso è una degnissima persona ed è la persona giusta a Bedonia.

  6. Claudio

    Buongiorno

    In un periodo arido per la mente e per tutto quello che rappresenta la cultura del nostro territorio, un ritorno così importante è davvero la manna dal cielo.

    Credo che Don Lino percepisca o lo farà nel prossimo futuro la differenza eclatante tra la valle che lasciò e quella che adesso trova. Una differenza fatta di tante persone che mancano e di qualità.

    Purtroppo non sento da alcun gridare lo stupore, guidare la riscossa rispetto a uno stato di fatto che piano piano ci rosiscchia, ci toglie anima e anime. Sento invece a volte proclami di successo che però non stanno nei numeri.

    Bedonia dal 1 gennaio 2016 al 30 settembre 2016 ha ridotto la popolazione residente di 58 unità, la situazione peggiore tra i comuni dell'alta valla del Taro. Anche in questo quadro ritorna Don Lino.

    Non c'è una ricetta, c'è solo la coesione e il lasciar da parte gran parte dell'egoismo individuale che per ora ha portato a questa situazione.

    Ben tornato Don Lino. Noi come Consorzio Lovetaro&Ceno per quello che potremmo fare ci saremo.

    Claudio Agazzi

  7. Alberto Squeri

    Bentornato DON LINO, un ritorno gradito che porterà nuovamente il Seminario e Bedonia nella "giusta considerazione"

  8. Claudio M.

    Buon ritorno caro Don Lino e sereno,sinergico lavoro.
    Grazie ad Esvaso quale centro di opinione e a GG per la carrellata storica di opere/foto e per la bella intervista.
    Claudio M.

  9. Giulio (Enrico Serpagli)

    Penso che si debba ringraziare quella Signora che sta sulla vetta del Penna se don Lino è tornato a Bedonia.

  10. Remo Ponzini

    Con il ritorno di Mons. Lino Ferrari si va a colmare il vuoto lasciato da Don Renzo Corbelletta con le sue dimissioni. E' un sacerdote della nostra valle che conosce alla perfezione le necessità amministrative e gestionali degli Enti religiosi a cui è stato demandato.

    E' un vero peccato che la gestione del Seminario sia stata delocalizzata a Piacenza alcuni mesi or sono, scindendola, di fatto, dalla gestione del Santuario. Ciò aveva provocato lagnanze e recriminazioni nella nostra popolazione perchè ci eravamo sentiti privati di un Ente che era parte intrinseca delle nostre terre.

    Sarà possibile un ripensamento considerando che la riconferma di questa nomina è stata voluta dalla Curia piacentina di cui Don Lino fece parte per un lungo periodo come braccio destro del Vescovo ?
    Non credo perchè queste decisioni episcopali sono quasi sempre irreversibili ma penso che un filino di speranza ristagni nel cuore di noi tutti.

    Mi unisco anch'io all'augurio di buon lavoro e di felice permanenza in questi luoghi che Don Lino ha sempre amato.

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