Ti lascio con la penna e mai col cuore
Maria e Vittore Belli, durante la Prima Guerra Mondiale, si scambiarono 359 lettere
Lo scambio epistolare tra i due coniugi dura alcuni decenni, quasi 2000 le lettere scambiate, mentre quelle che si riferiscono alla Prima Guerra Mondiale sono 479. Un numero elevato se consideriamo che sono state scritte in due anni e cinque mesi: la prima è datata 30 luglio 1916, mentre l’ultima 25 dicembre 1918.
Da un rapido calcolo, tenendo anche conto del periodo in cui Vittore era a casa in licenza, si può dire che questi due novelli sposi, sposatisi nel 1905, si scrivevano mediamente ogni tre giorni. Tra queste missive ne emergono alcune con oggetti allegati: una stella alpina, un sassolino bianco e la preghiera del soldato.
Tutti documenti che aiutano a capire le dinamiche di vita di un soldato in guerra e di una donna che rimase a casa ad aspettarlo, immaginando tra innumerevoli difficoltà.
In questo lungo “viaggio” attraverso lo scambio epistolare tra marito e moglie emerge una testimonianza tangibile di cosa fu la “Grande guerra”, una storia di vita reale raccontata e vissuta da un soldato-contadino e dalla moglie-casalinga, narrando nello stesso tempo le vicende famigliari, l’amore che teneva legata la famiglia, il denaro, le spese, i figli.
Vittore e Maria, senza il distacco “forzato” della guerra, non avrebbero mai scritto nulla, invece il restare separati ha suscitato in loro la necessità di scrivere per rimanere in contatto e la frase conclusiva, che spesso ricorre nei testi, racchiude il senso di quello straordinario legame: “Ti lascio con la penna e mai col cuore”.
Ringrazio mio fratello Carlo per avermi dato l'opportunità di consultare l'intero archivio epistolare.
P.s.
Sabato 7 novembre, alle ore 17, alla presenza dei nipoti, leggeremo alcune di queste lettere presso la Biblioteca “Primo Lagasi” di Bedonia. Occasione dell'evento sarà la chiusura della mostra sulla Grande Guerra, un incontro per far rivivere quel tempo dalla voce di due protagonisti. Un tuffo indietro nel tempo.
Ha collaborato a questo post:
Già il titolo di questo evento sottolinea un'epoca passata, un'epoca che non ci appartiene più se non con il ricordo di persone che ci hanno tramandato la loro vita attraverso delle semplici lettere. Dico "semplici" perché, in questa epoca moderna, questo mezzo di comunicazione ci fa sorridere un po'. Nell'era di whatsapp, Facebook e Skype scrivere con la penna è da vecchi... Peccato che i sentimenti letti su un foglio di carta sono cosa diversa che leggerli su uno sterile schermo! Appuntamento a sabato e alla VITA dei miei bisnonni masantini!!!
Queste scritti sono testamenti di vita, una vita completamente diversa dalla nostra, una vita semplice, fatta di coraggio, amore, semplicità...
Come mi piacerebbe poter partecipare e ascoltare le lettere di un tempo che fu'... sarò con voi col pensiero e sì, anche col cuore
Grazie Gigi, grazie Barbara, per avere rese pubbliche le lettere di Vittore e moglie.
Quella nel post è veramente commovente e anche in guerra, l'umanita' non si perde e la lettera dimostra che la medicina di tanti patimenti è l'amore. La vera vittoria è quella dell'amore su tutto, anche se a volte bisogna difendersi e difendere. A sabato
Scriversi lunghe lettere raccontarsi per essersi accanto. Che splendido tesoro per i loro figli nipoti.... Tu che riesci ad emozionare ogni volta che scrivi
Sono commoventi queste testimonianze di vita, che pur tra mille difficoltà, e che difficoltà, trasmettono speranza e fiducia negli affetti più cari. La famiglia e l'amore tra conuigi sono valori che vanno sottolineati e trasmessi. Certe testimonianze sono preziose; a noi il compito di ringraziare chi ha reso possibile che le potessimo conoscere.
Grazie Gigi sei sempre attento e puntuale nei tuoi post.
Con la tecnologia di oggi si è persa l'abitudine di scrivere lettere e il trasmettere le emozioni tramite una penna. Da questo rapporto epistolare tra marito e moglie si possono cogliere tanti aspetti della prima guerra mondiale e il profondo amore tra i due. Credo siano aspetti molto profondi ma un po' dimenticati ai giorni nostri, e leggere di questo amore è stato molto emozionante. Grazie a chi le ha conservate e le ha poi condivise con noi.
Anche mio nonno Giacomo scriveva a nonna Genoveffa dal fronte nel Monte Grappa, nella 1° G.M. ed io conservo come fossero un tesoro, le lettere di nonna dove parla anche del piccolino Pietro (mio padre del 17) che cresce bene... I coniugi Belli, in questione, che portano il mio stesso cognome, sono stati nostri vicini di paese e hanno lasciato ai loro posteri un regalo di inestimabile valore.
Meravigliosa ed emozionante la frase conclusiva...
Buongiorno, io su di loro ci ho fatto la tesi di laurea!
Un amore in tempi di guerra